[And I don't wanna let you know
what you mean to me
what I feel when you look me in the eyes][Angel]
<<Tesoro, sei una visione!>> mia madre entra nella mia stanza improvvisamente, quasi spaventandomi.
<<Mamma, hai già finito il turno?>> le domando, senza staccare gli occhi dallo specchio.
<<Sono quasi le tre e mezza, Angel.>>
<<Oh cacchio, tra poco devo essere alla festa di Soledad. Mamma, non ci voglio andare, ti prego, aiutami a trovare una scusa.>> piagnucolo, avvicinandomi a lei, con l'ansia alle stelle.
Mia madre mi guarda severa, e io inizio a scavare nella mia mente per trovare un argomento a cui pensare mentre inizierà a farmi la ramanzina.<<Angel, non puoi non andarci, ora come ora. Non sarebbe educato, lo sai.>>
<<Ma insomma, potrebbero succedere tante cose. La peste bubbonica, un meteorite che distrugge il tetto di casa nostra...>> farfuglio, agitata. Mia madre mi guarda malissimo, e realizzo che forse, ahimè, è meglio andare.
<<Vieni con me?>> le domando, rivolgendole un sorriso a trentadue denti, cercando di sfoggiare tutto il mio talento di persuasione.
<<Mi piacerebbe, ma in che veste vengo al compleanno di quella bambina?>>
<<Come in che veste? Be'...come mia assistente. Sì, come assistente della qui presente fatina...Angel. Come madre della qui presente fatina, ti basta?>> mia madre scoppia a ridere, posandomi una mano sulla spalla.
<<Oh, avanti tesoro, devi andare solamente a cinquecento metri da qui. E alle sette sarai già a casa, avanti.>> vorrei sotterrarmi, piuttosto che uscire vestita così. E piuttosto che avere a che fare con quell'orda di bambini. Mi volto per un'ultima volta verso lo specchio.
Osservo il vestito lilla, dalle maniche lunghe e leggere, trasparenti, che mi lascia appena scoperte le spalle, stretto fino alla vita per poi scivolare a campana fino a poco sopra il ginocchio. Per l'occasione ho indossato un body a pantaloncino, che sto già detestando. Ai piedi, delle décolleté lilla chiaro, con applicati dei fiorellini colorati che la madre di Soledad mi ha portato qualche giorno fa, in abbinamento al vestito. Ho spruzzato sui capelli anche la lacca color lilla che ho comprato, e che ora mi dona un'aura ancor più magica e fantastica di quanto immaginassi. Unito poi al mio colore di capelli naturale, è ancor più sorprendente. Sembro uscita da una fiaba.
<<D'accordo, vado. A più tardi, mamma.>> mia madre mi dà un bacio sulla guancia.
<<A più tardi, piccola fatina.>> indosso lo spolverino bianco che Marc mi ha suggerito ieri sera, ed esco di casa.
Salgo in macchina, e mi dirigo verso la casa della piccola Soledad. Ho avuto una giornata così frenetica che non ho fatto in tempo a pensare alla serata che abbiamo passato ieri io e Marc.
O meglio, sinceramente, ho fatto di tutto pur di non pensarci.Non ho idea del perchè, ma pensarci, pensare a noi stretti sul divano, all'emozione che provavo nel sentire il calore del suo corpo contro il mio, mi provoca sensazioni strane.
Molto probabilmente sbagliate.
È un qualcosa che mi spaventa, perchè ho paura di starmi legando a lui ancor più di quanto già non sia.
E io sono disposta ad instaurare rapporti con gli altri, anche se con difficoltà, ma sono terrorizzata all'idea di legarmi visceralmente a qualcuno, di affezionarmi, di iniziare a provare sentimenti importanti nei suoi confronti.
Solo che quando poi io e Marc siamo insieme, mi risulta quasi impossibile trattenermi, mantenermi distaccata o apparire la solita Angel stronza.
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A Fior di Pelle
FanfictionAngel e Marc sono due creature estremamente diverse. Angel è fiera, orgogliosa, chiusa in se stessa e nelle sue convinzioni, fredda e glaciale, ma con un vulcano in eruzione nascosto nel profondo del suo cuore. Marc è pura passione, fuoco che bruci...