Unbreak My Heart || Cameron Dallas

Capitolo 61 - Ti sfido

Cameron

Mi alzo dallo sgabello del bancone della cucina e mi avvicino a James che si trova al bancone bar, situato dall'altra parte della stanza.

Anche lui fa parte della confraternita e frequenta lo stesso college di Logan.
Stasera, è incaricato a preparare i cocktails.

«Il solito?» mi chiede mentre è concentrato a preparare un drink per un altro ragazzo.

«Il solito.» gli rispondo.

Fatto sta, è per questo che stasera sia Logan e sia Wesley mi hanno obbligato a stare un po' da parte, mantenendo un profilo basso per non attirare l'attenzione di nessuno: ogni volta che li incontro finisce sempre male, che io lo voglia o no. Infatti hanno ragione ed è proprio quello che avevo intenzione di fare; onestamente non ho la minima voglia di incontrare nemmeno uno di loro.

Sono i peggiori.

[...] Sono le 00:54...

Finisco l'ultimo sorso del mio...
Non mi ricordo a quanto sono arrivato né che cosa sto bevendo sinceramente ma sto bene anzi, alla grande.

Appoggio il bicchiere vuoto sul bancone e proprio nel momento in cui mi stavo per alzare e coricarmi in camera mia, spunta Adam che si siede affianco a me.

Adam è uno che frequenta la Los Angeles High School e ha la mia stessa età.
Fa parte della confraternita solamente da sei mesi ma si è ambientato piuttosto in fretta.

«Cameron! Come ti va la vita?» mi
chiede per poi rivolgersi a James.
«Oi James, un Emilio grazie!» gli dice e quest'ultimo lo guarda perplesso.

Mi porto una mano sulla fronte non appena capisco la sua "battuta".

«Ma sei scemo?» gli domanda.
Sì James, lo è.

«Eddai, andiamo... Veramente non l'hai capita? Intendevo un Martinez!» esclama e fa il finto offeso, incrociando addirittura le braccia al petto.

«Sì, sei scemo.» gli risponde lui ridendo e si mette a preparare il drink che gli ha appena chiesto mentre Adam scoppia a ridere.
Dopodiché, ritorna a concentrarsi di nuovo su di me.

«Allora?»

«Come dovrebbe andare?»

«Una merda, vero? Lo so, lo so.» dice, dandomi due pacche sulla spalla che sembrano per consolazione.
Ma è ubriaco?

«Ma che problemi hai?»gli chiedo.
«Io? Nessuno, per fortuna.» mi risponde.
Io ne dubito.

«Ben per te. Onestamente non ho molta voglia di starti a sentire. Per oggi mi sono stufato, me ne torno in camera mia.» gli dico.

«Ma come? È prestissimo!» esclama.

«Non mi interessa, questa festa fa proprio schifo.» affermo e mi alzo dallo sgabello ma lui mi ferma.

«No, devi sentire questa! Sono sicuro che ti interesserà.» sghignazza.

Pff, convinto lui.
Lo lascerò parlare giusto per accontentarlo e poi, me ne andrò finalmente al piano di sopra.
«Dimmi.»

«Ho visto che qui c'è quella ragazza, hm... non ricordo il nome.»

«Chi?» gli chiedo, facendo il finto interessato.

«Quella che vi ha beccato a sballarvi quella volta, com'è che si chiamava? Megan?» mi chiede mentre afferra il suo Martinez.

Sgrano gli occhi e quasi mi strozzo con la mia stessa saliva.