Capitolo 39 - Va' all'inferno!

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Meredith

Come ogni volta, il mio corpo si accende al suo tocco e rabbrividisco dalla testa ai piedi.
Il suo sapore si mischia col mio, dando vita a un bacio che si fa sempre più intenso.
Come fa una sola persona a provocarmi tutte queste sensazioni?

Ora però, sono ancora più confusa di prima.
Lui mi aveva rifiutata e in più, mi aveva pure detto tutte quelle cose.
Ora mi sta dicendo che ci ha ripensato e che prova lo stesso nei miei confronti?

Poco dopo rompe il contatto tra di noi, staccandosi lentamente.

«Veramente?» sussurro solo, col cuore in gola.

Lui appoggia la sua fronte contro la mia.

«Veramente.» mi risponde ed è proprio in questo momento che suona la campanella.

«Vado in classe, ci vediamo.» dice e si allontana, come tutti gli altri studenti, mentre io rimango ancora imbambolata con mille domande che mi frullano in testa.

Mi mordo il labbro inferiore che sa ancora di lui e mi appoggio di nuovo contro l'armadietto, con la mano sul cuore.
Sta battendo forte.

[...] IL GIORNO DOPO...

Oggi è venerdì, le lezioni sono appena terminate.
Cammino lungo il corridoio per andare verso l'uscita della scuola come tutti gli altri studenti.

È da ieri che non l'ho più visto ed è da ieri che non riesco a non pensarci.
Se n'è andato lasciandomi con una marea di dubbi in testa.
Sospiro.

È inutile dire che vorrei tanto parlargli...

Esco dalla scuola e sorprendentemente, in lontananza riesco a vedere proprio Cameron, il che fa saltare il mio cuore di un battito.
Ora che l'ho visto, sono indecisa se raggiungerlo oppure no.

Voglio veramente sapere quello che siamo ora?

Quando vedo che si sta allontanando sempre di più, decido di raggiungerlo a passi svelti e di cogliere l'occasione per parlargli.
Non voglio passare tutto il weekend a pensarci ancora su e ad aspettare fino a lunedì.
Non ce la farei.

«Ehi, Cameron.» lo saluto una volta che l'ho raggiunto.

Lui mi fa un cenno con la testa dopo avermi vista e continuiamo a camminare fino a quando non arriviamo alla sua auto.

«Hai bisogno di qualcosa?» mi chiede, appoggiandosi su di essa per poi guardarmi.

«Ehm, volevo solamente chiederti di ieri, dato che non abbiamo più avuto l'occasione di parlarci...» gli dico per poi mordermi il labbro inferiore e guardare le mie scarpe.

Sono nervosa, parecchio nervosa.
Mi chiedo ancora se sto facendo la cosa giusta.
Insomma, dovrei chiederglielo, no?

«E quale sarebbe la domanda?»

Prendo il coraggio a due mani, faccio un grande respiro per buttare fuori tutta la tensione che ho addosso e sollevo lo sguardo su di lui.

«Ecco...»
«Cosa siamo ora?» gli chiedo.

Lui mi guarda sorpreso per un attimo ma poi, un ghigno appare sulle sue labbra.
Mi sto guardando in un modo diverso, in un modo più "oscuro" e ciò non è affatto un buon segno.
Il mio sorriso si spegne subito e mi pento di averlo anche solo pensato.

«Pff, sul serio non ci sei ancora arrivata? Pensavo di sì.» dice mentre giocherella con il mazzo di chiavi, lanciandolo in aria per poi riprenderseli.

«Di che stai parlando?» chiedo.

Mi accorgo di star tremando.
Credo che sia questo suo modo oscuro di parlarmi e guardarmi che mi intimidisce.
E forse, anche per quello che mi starà per dire.

Unbreak My Heart || Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora