Capitolo 33 - Non puoi stare con lui

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Meredith

Cameron?
Scoppio a ridere.
Sì, è lui; con un sorriso fintissimo stampato sulle labbra.

In realtà, non c'è niente da ridere ma non so come reagire esattamente.
E poi, da quando in qua fa il cameriere?
Cameron si schiarisce la voce.

«Che cosa vi piacerebbe ordinare?» ripete.

Smetto di ridere e prendo l'ordinazione.
Alla fine punto su un Caramel Milkshake mentre Chester va per un Chocolate Milkshake.

Mentre lui si segna le ordinazioni, non posso far a meno di guardarlo.
Ha dei pantaloni neri, il grembiule da
cameriere legato al bacino e una camicia bianca con i primi bottoni sbottonati, il che lo fa sembrare ancora più attraente di quanto non lo sia già. 

Una volta finito, si dilegua.
Ammetto che non riesco a restare molto impassibile quando vedo un gruppo di ragazze sedute su un altro tavolo fermarlo per "chiedergli" qualcosa ma intanto, se lo stanno mangiando letteralmente con gli occhi, oltre a fare le gatte morte con lui.
Decido però, di distogliere lo sguardo da loro e ritorno a concentrarmi su Chester.

«Lo conosci?» mi chiede, appoggiando un gomito sul tavolo e il mento sul palmo della mano.

«Sì e tu?» rispondo, dopo aver annuito.

«Hm sì, non credo che ci sia qualcuno che non lo conosca.» dice ridendo e io mi unisco a lui.

In effetti ha ragione.
Cameron conosce tutta Los Angeles e tutta Los Angeles conosce lui.
Non so neanche come questo sia possibile.

«Allora, che mi racconti?» mi chiede guardandomi per poi fare un piccolo sorriso.

[...] 40 minuti dopo...

Siamo ancora nella caffetteria.
Ho scoperto che io e Chester abbiamo molte cose in comune e lui è davvero simpatico.
Abbiamo parlato un sacco, del più e del meno.
Inoltre, mi sono innamorata del Milkshake che fanno qui, quello che ho preso era davvero delizioso.

«Vado un attimo in bagno, torno subito.» dico all'improvviso, alzandomi.

«Va bene, ti aspetto.»

[...]

Prendo delle salviette e mi asciugo le mani bagnate per poi buttarli nel cestino.
Apro la porta ed esco, ma perdo cinque anni di vita quando mi ritrovo davanti Cameron, dal nulla.

Che ci fa qui?
Lo sto per sorpassare ma lui mi blocca la strada, posizionandosi letteralmente di fronte a me.

Che diavolo sta facendo?
Mi sposto verso la destra e lui fa la stessa cosa, mi sposto verso la sinistra e lui pure.

«Spostati per favore, dovrei passare.» gli dico un po' infastidita mentre incrocio le braccia al petto.

Cosa sta cercando di fare?

«Ti devo parlare.» mi dice lui.

«Ah, mi hai ignorata per una settimana intera e ora vorresti parlarmi?» gli chiedo, inarcando un sopracciglio.

«Senti, non infastidirmi ancora di più.»

«Ti infastidisco pure, eh?»
«Me ne stavo giusto andando, infatti.» continuo e prima che riesca nuovamente a provare ad allontanarmi da lui, il ragazzo mi afferra per il polso.

Mi spinge contro il muro e appoggia entrambe le mani ai lati della testa, senza lasciarmi alcuna via d'uscita.

Ma che diavolo...
Oh mio Dio, è troppo vicino.
Nonostante ciò, cerco di restare impassibile e di non farmi prendere dall'ansia.

Unbreak My Heart || Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora