Capitolo 1

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Selene

8 novembre 1997

Mi chiesi se sarei mai stata in grado di trovare il mio Signor Darcy, qualcuno per cui valesse davvero la pena mettersi in gioco, per cui valesse la pena amare. Non avevo mai avuto una relazione, non che mi importasse davvero averne una. Hogwarts era piena di coppiette che si sbaciucchiavano nei corridoi e Dio solo sapeva cosa combinavano nei dormitori.
«che fai?» La voce di Pansy mi risvegliò dai miei pensieri. Nonostante fossero passati sette anni, non riuscivo ancora a capire se fosse mia amica o mi rivolgesse la parola solo per fare un gesto di carità. Non avevo bisogno della sua amicizia, comunque. E questo era abbastanza ovvio: non parlavamo mai, e quelle poche volte in cui ci rivolgevamo la parola era solo per esprimere il nostro disprezzo reciproco. «sto leggendo.» La guardai stranita mentre si piegava verso di me per capire che libro stessi leggendo. Era snervante, con quei suoi capelli perfetti, il fisico perfetto e tutto il resto. Al quarto anno, quando gli ormoni presero possesso della maggior parte degli studenti di Hogwarts, capii che non sarei mai stata come lei. Non sarei mai stata perfetta, tanto meno voluta -in quel modo- dai ragazzi.
«Orgoglio e Pregiudizio? Davvero?» Dalla sua bocca uscì una risatina strafottente. Avevo davvero voglia di staccarle quei capelli che si ritrovava in testa. Pansy era sempre stata una ragazza piuttosto intelligente, e nonostante si trattasse di una purosangue, a volte la si sorprendeva a leggere libri babbani. Nessuno lo aveva mai detto esplicitamente però, forse per paura, o semplicemente perché non c'era davvero niente di strano in questo.
«sei così patetica, Selene.» Il mio nome le scivolò dalla bocca con un rantolo di disgusto. Mi guardò con superiorità, come se lei ne capisse più di me. Mi dissi di rimanere calma, rispondere a tono non sarebbe servito. «che vuoi, Pansy?» Non avevo alcuna voglia di litigare, ma mi stava irritando, lo faceva sempre.
«oh niente, continua pure a leggere» Rise ancora e poi si diresse verso i dormitori maschili. Sapevo benissimo in quale stanza sarebbe entrata, lo sapevano tutti.

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9 novembre 1997

La luce che filtrava dalla finestra inondò la mia stanza. Era davvero troppo presto ma non mi importava. Avrei avuto più tempo per prepararmi e ripassare per la lezione di pozioni. Quando uscii dal dormitorio femminile non mi stupii di non trovare nessun altro alzato a parte me. Il camino era acceso e il rumore del legno che ardeva mi rilassava. Mi sedetti sul divano e iniziai a ripassare. Sentii una porta chiudersi e mi girai istintivamente. Vidi Pansy uscire dal dormitorio maschile con i capelli spettinati e il trucco sbavato.
«oh, ciao.» Si sistemò un po' e venne verso di me. Non le diedi molta importanza, continuai a ripassare, tenendo lo sguardo fisso sui libri. Non le avrei dato la soddisfazione di poter decantare le sue innaturali ­­-o almeno era quello che diceva lei­- doti sessuali. A volte usava un linguaggio così scurrile da farmi rabbrividire.
«non è troppo presto per studiare?» Si sedette sulla poltrona, di fronte a me, accavallando una gamba sull'altra. I movimenti fluidi ed eleganti avrebbero potuto ammaliare qualsiasi ragazzo. «sto solo ripassando.» Mi ritrovai a dire. Alzai lo sguardo e mi accorsi dei segni rossi sul suo collo. Lei mi guardò con aria interrogativa. «quei segni...» Non mi lasciò finire la frase che sorrise spudoratamente. «ho passato la notte con Draco. A lui piacciono queste cose, dovresti saperlo.» Sogghignò, piegando il collo per esaltare maggiormente i segni. Inarcai le sopracciglia, perché non sapevo cosa dire e perché non sapevo se ci fosse davvero qualcosa da dire. «oh no, scusa. Sei vergine, mi ero completamente dimenticata di questo particolare.» Mi sorrise e si alzò. La guardai dirigersi verso il dormitorio femminile mentre la testa iniziava a pulsarmi. La odiavo con tutta me stessa. Essere vergine non è certo qualcosa di cui vergognarsi. Stavo solo aspettando la persona giusta.
Quando entrai in classe, qualche ora dopo, sussultai vedendo Pansy seduta al mio banco con Draco Malfoy accanto. Mi diressi, con passo deciso, verso di loro. «scusami, quello è il mio posto.» Guardai Pansy con aria di sfida. Era sempre stato il mio posto, perché cambiarlo?
«è solo un posto. Siediti da un'altra parte, mezzosangue.» Draco mi guardò, parlava con voce rauca. In quel momento avrei preferito scomparire dalla faccia della terra. Con un braccio sulle spalle di Pansy, il ragazzo mi guardò come se tutta quella situazione lo divertisse e annoiasse allo stesso tempo. La poca luce illuminava i suoi lineamenti, dandogli un'aria tenebrosa che avevo imparato a conoscere con il tempo. Pansy si muoveva in continuazione sulla sedia, cercando di mostrare il più possibile le cosce. Mi faceva così tanto ribrezzo che decisi di non oppormi ulteriormente. Trovai un posto libero vicino a Blaise e mi costrinsi a rimanere calma. «sono insopportabili da quando stanno insieme. Non dargli troppo peso.» Blaise mi guardò mentre sistemavo le mie cose sul banco. La sua voce mi entrò nelle orecchie e scivolò lungo tutto il corpo.
«lo erano anche quando non stavano insieme.» Dissi, scrollando le spalle e lanciandogli un'occhiata. Lui fece un sorrisetto. Avevo sempre pensato che Blaise fosse troppo buono per essere amico di Draco, tuttavia mi ritrovavo a stare sempre sull'attenti quando mi rivolgeva la parola. Dopotutto, era suo amico e... com'è che si dice? Chi si somiglia si piglia... Eppure, Blaise stava sempre sulle sue, era educato e, soprattutto, non provocava nessuno solo per il gusto di farlo.
Il professor Piton entrò nella stanza, quell'uomo mi metteva in soggezione in un modo che non era reale. La lezione proseguì regolarmente. Non avevo mai lavorato con Blaise, ma ammisi a me stessa che non avrei potuto trovare compagno migliore. Quando l'ora giunse al termine, recuperai tutte le mie cose, infilandole freneticamente in borsa mentre Blaise mi guardava divertito.
Cosa c'era di così tanto divertente?
«se mi guardi con quella faccia da fesso mi verrà da ridere.» Dissi, mentre continuavo a sistemare i libri in ordine di grandezza dentro la borsa.
«non sia mai che Selene rida un po'. Cadrebbe il mondo, giusto?» Ironizzò, ma nella sua voce si poteva udire un pizzico di fastidio. Alzai lo sguardo su di lui e arricciai le sopracciglia. Feci una risata sarcastica. «divertente, davvero.» Detto ciò, presi la borsa e la misi a tracolla. Poi, a passo svelto, mi diressi verso l'uscita. Blaise mi seguì. «che impegni hai per oggi?» Chiese, gioiosamente, mentre aspettavamo che la classe si svuotasse almeno un po' per varcare la soglia della porta. Usciti dall'aula, iniziammo a percorrere il lungo corridoio.
«devo studiare.» Risposi, secca. Con la coda dell'occhio, vidi Blaise sorridere e scuotere la testa.
«stai sempre chiusa in camera, Selene. Esci un po', divertiti e posa quei dannati libri.»
Lo guardai e gli sorrisi.
«vedi? Non è difficile sorridere e divertirsi.» Disse, alzando le spalle, con fastidioso egocentrismo. Scossi la testa. Non avevo alcuna intenzione di cambiare i miei programmi giornalieri.
«andiamo, Selene. Solo per oggi.» Mi guardò con occhi supplicanti.
«d'accordo, ma promettimi che torneremo prima di cena.» Gli lanciai un'occhiata e lo vidi irrigidirsi nelle spalle, come se quel dialogo lo rendesse nervoso. Poi, con voce bassa, disse: «lo prometto.» Sbuffai rumorosamente mentre le labbra di Blaise si curvavano in un sorriso soddisfatto.
Condividevo la stanza con Pansy ma lei non c'era praticamente mai, il che non mi dispiaceva. Ovviamente la sua parte di stanza era sempre in ordine, coperte ben piegate e oggetti disposti su ripiani appositi. Non avrei mai avuto niente da ridire a riguardo: Pansy era piuttosto ordinata e, almeno sotto questo aspetto, era un'ottima compagna. A metà pomeriggio, a lezioni finite, mi sedetti alla scrivania e aprii il mio diario. Scrivevo qualcosa di nuovo ogni giorno. Scrivere mi aiutava, sembrava che mi togliesse sempre un certo peso dalle spalle -come confidarsi ad un amico. Scrissi di Blaise, del modo in cui era riuscito a stravolgermi la giornata. Non uscivo da tempo e mi avrebbe fatto bene respirare aria pulita e pura. Hogwarts era fantastica, davvero, ma vedere le stesse persone e gli stessi posti era snervante. Sicuramente un'uscita avrebbe affievolito i miei nervi. Scrissi di Draco, del modo in cui il nostro passato non sembrava appartenergli più, del modo in cui mi guardava, dei suoi occhi pieni di disprezzo. Aveva messo un punto alla nostra amicizia anni prima, lui c'era riuscito. Io no.
Sussultai quando bussarono alla porta. Chiusi velocemente il diario e lo depositai nel cassetto del comodino accanto al mio letto. Quando aprii la porta sorrisi vedendo Blaise, vestito con un completo nero, di tutto punto. Pensai che avrei dovuto cambiarmi, indossavo dei semplici jeans e la felpa della casa, in confronto a lui sembravo una barbona. Ma a lui sembrò non importare, probabilmente quella problematica fra i due ero io, con tutte le mie paranoie. Ricambiò semplicemente il sorriso e mi salutò.
«prendo la sciarpa e arrivo.»
Blaise annuì e io corsi a prendere la sciarpa, la attorcigliai al collo e mi avvicinai di nuovo alla porta. «è pronta, signorina?» Chiese, con un accento da aristocratico inglese.
«pronta.» Gli sorrisi e chiusi la porta della mia stanza. «allora, dove si va?» Chiesi, non appena fuori dal dormitorio femminile. Blaise scosse le spalle.
«almeno dimmi dove andremo.» Lo guardai con l'espressione più tenera che potessi mai fare e lui sbuffò.
«Hogsmeade»
«oh...» Abbassai lo sguardo.
«se non ti va possiamo-» Iniziò, ma lo interruppi. Sembrava davvero troppo scortese mettere il broncio, dopotutto sarebbero state solo poche ore. «no, va bene. È solo che presumo ci siano anche gli altri.» Lo guardai.
«beh, si. Ma staremo in disparte se preferisci.»
«d'accordo.» Dissi, alla fine. Blaise mi mostrò uno dei suoi sorrisi migliori e proseguimmo a camminare in un silenzio amichevole. Blaise era estremamente gentile. Quasi non riuscivo a credere che fosse amico di Malfoy.
Raggiunta Hogsmeade non mi stupii vedendo Blaise dirigersi verso I Tre Manici Di Scopa. Entrammo e ci sedemmo a un tavolo in un angolino nascosto del locale, caldo e accogliente. Con la punta dell'occhio vidi Harry, Hermione e Ron seduti al tavolo accanto. Salutai tutti e tre e loro ricambiarono. Erano molto simpatici e, ad essere sincera, non capivo tutto questo risentimento che alcuni Serpeverde riservavano ai Grifondoro.
«ti dispiace se vado un attimo in bagno?» Blaise interruppe i miei pensieri, riportandomi alla realtà. Alzai la testa e lo guardai. «fai pure, ti aspetto.» Gli sorrisi educatamente e lui si diresse in bagno. Iniziai a guardarmi intorno. C'erano molti tavoli di legno e uno strano odore di Burrobirra mischiato a qualcosa di più forte che non riuscii a decifrare. Dietro il bancone una ragazza con capelli ricci e pelle scura era intenta a versare dell'alcol a un signore che, evidentemente, ne aveva bevuto già abbastanza, di alcol. Il locale era gremito di gente che rideva e beveva, sembravano tutti essere così spensierati e felici. Non vedevo così tanta gente da un bel po' e per un momento mi sentii spensierata anch'io. Ma la mia spensieratezza durò poco.
«quindi tu e Blaise state insieme adesso?» Sarei stata in grado di riconoscere la sua voce anche a chilometri di distanza.

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spazio autrice

eilà, come state?
Spero che la mia storia possa piacere a tutti quanti.
A dire il vero, non mi aspetto diventi una storia famosa o cose del genere, ma spero possa soddisfare i vostri canoni.
Ricordatevi di lasciare una stellina e un commento, sarò felice di vedere e percepire il vostro supporto.
Baci,
Marika.

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora