Capitolo 40

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Selene

Hermione era ritornata nella Sala Comune Grifondoro per posare i libri, avevamo deciso di vederci in Sala Grande per pranzo e poi studiare in biblioteca. Avrei parlato con Astoria la stessa sera, prima della lezione di Astronomia.
La Sala Grande era gremita di studenti, i tavoli ormai erano quasi pieni, quindi mi affrettai ad avvicinarmi. Pansy alzò una mano per salutarmi, poi mi fece segno di sedermi accanto a lei. Mi avvicinai sorridendo. Quando però scorsi una chioma platinata mi bloccai, come se avessi sbattuto contro un muro invisibile. Le spalle si irrigidirono e la gola diventò secca. Draco stava parlando con Blaise, sembrava stesse sorridendo. Il mio cuore fece una capriola e mi sentii come se sotto i miei piedi non ci fosse più un pavimento. Avrei dato tutto per vederlo sorridere in quel modo ogni giorno.
Pansy si scostò per farmi spazio e finalmente Draco alzò lo sguardo su di me. Le labbra divennero una linea sottile e vidi il suo pomo d'Adamo oscillare mentre deglutiva. Presi posto accanto a Pansy, che mi sorrise piacevolmente. «ciao, bellezza.» Si portò una ciocca dietro l'orecchio. Le sorrisi di rimando, la mia gola era troppo secca per poter dire qualcosa senza balbettare. Davanti a noi, Daphne e Astoria Greengrass stavano parlando animatamente, raggianti e bellissime. Il lungo tavolo fu presto ricoperto da piatti colmi di cibo: arrosto di manzo, salsicce, patate bollite e sugo. Gli odori erano cosi inebrianti che mi venne l'acquolina in bocca. Silente non parlò, il che era un bene. Solitamente, quando apriva bocca, non c'era davvero niente di bello da aspettarsi, era come propenso a dare cattive notizie.
«Blaise, che cazzo! Era l'ultima fetta!» Scattò Draco, dopo pochi minuti. Blaise era un ragazzo alto e magro, ma mangiava come se dovesse sfamare un esercito. Invidiavo il suo metabolismo.
«oh, per l'amor del cielo, i piatti si riempiranno di nuovo.» Disse il ragazzo dalla carnagione scura. Pansy soffocò una risata e io feci lo stesso, tanto per non sembrare troppo scorbutica. In realtà, erano davvero comici. Nessuno avrebbe mai pensato che Blaise e Draco potessero essere comici, i loro volti erano sempre così seri e ombrosi.
«come funziona? Me lo chiedo dal primo anno.» Pansy esaminò il piatto adesso vuoto, che fu magicamente rifornito nel giro di pochi secondi.
«mi stupisco della tua poca conoscenza a riguardo.» Intervenne Draco, con voce intellettuale.
Io alzai gli occhi al cielo.
Così maledettamente egocentrico.
Lui dovette accorgersene, perché mi scoccò un'occhiata mentre Pansy si sporgeva per prendere un'altra fetta di pane.
«vuoi dire qualcosa, Selene?» Mi punzecchiò. Mi girai a guardarlo, sorrisi amabilmente e alzai il dito medio. Ecco, questo è quello che avrai da ora in poi.
Lui fece un ghigno e scosse la testa. «incantesimo di teletrasporto di base.» Disse, alla fine. «ci sono dei tavoli, proprio sotto di noi, nelle cucine. Gli elfi li caricano, poi trasportano il cibo direttamente nei piatti corrispondenti qua sopra.» Spiegò. Blaise annuì solennemente, costruendo una specie di torre di patate bollite su un pezzo di carne. Pansy sembrò non badare troppo alla spiegazione di Draco, probabilmente stava cercando di trovare un territorio comune per avere almeno una conversazione civile. Ma questo non bastava. Il pranzo continuò normalmente, ma potevo sentire gli occhi di Draco su di me per tutto il tempo. Cercai di reprimere la sensazione di sfarfallio nello stomaco e mangiai senza dire una parola.
Più tardi, -quando il pranzo terminò e la Sala Grande riconquistò la propria serenità, svuotandosi completamente- decisi di finire di mettere a posto le mie cose nella stanza in dormitorio. Così andai verso i sotterranei, vuoti e silenziosi. Molti studenti si erano recati in biblioteca per delle ricerche, sarei andato anche io, ma sembrava essere già abbastanza piena. Entrai dal buco del ritratto, la Sala Comune era calda e accogliente, il camino era acceso e scoppiettante, tre ragazze del quinto anno erano attorno al tavolo con libri di testo per i G.U.F.O; altri erano spaparanzati sui divani. Entrai velocemente nel dormitorio femminile, poi nella mia stanza. Pansy non c'era, ma le tende del suo letto erano chiuse saldamente. Tirai fuori il baule e continuai a sistemare vari oggetti sulle mensole e sulla scrivania. Dopo circa mezz'ora il baule fu finalmente vuoto. Ma anche disfare la valigia era stato piuttosto doloroso: mentre tiravo fuori la sciarpa con i colori della casa, le lettere che avevo scritto a Draco -impigliate tra i vestiti- caddero sul materasso come piccole e leggere piume. Le presi velocemente, infilandole in un cassetto del comodino, come se la carta bruciasse. Misi il baule ormai vuoto sotto il letto e feci un sospiro. Era sciocco, ma l'idea di dover levare nuovamente tutto nel giro di pochi mesi mi faceva sentir male.
Dovevo parlare ancora con Astoria, comunque. Non avevo davvero il tempo per pensare a quanto mi sarebbe mancata Hogwarts. Così, senza pensarci troppo -se lo avessi fatto, probabilmente avrei cambiato idea- uscii dal dormitorio femminile ed entrai in Sala Comune, adesso più vuota e meno calda. Mi guardai intorno, sembrava che Astoria non fosse lì. Magari in dormitorio? Ma non sapevo quale fosse la sua stanza. In cortile? Ma Hogwarts aveva così tanti cortili che avrei impiegato un'ora per controllarli tutti. In biblioteca? Sembrava essere l'opzione più logica. Ma prima che potessi fare un passo avanti, dal buco del ritratto entrò Blaise, che venne verso di me sorridendo. «ciao, come va?» Chiese.
Mi guardai un'altra volta intorno, se avessi incontrato Daphne avrei potuto chiedere a lei dove si trovasse la sorella, ma sembrava che si fosse staccata da Blaise finalmente.
«ciao, tutto bene.» Risposi, spostando lo sguardo su di lui.
«stai cercando qualcuno?» Mi scrutò attentamente, come se potesse leggermi nel pensiero.
«si, in realtà. Stavo cercando Astoria, sai dov'è?» Alzai un sopracciglio.
«oh, no mi dispiace.» Disse, alzando le spalle.
Io annuii. Avrei dovuto trovarla da sola, a quanto pare.
«perché la cerchi, comunque?» Chiese Blaise, incuriosito. Sembrava che stesse iniziando a sudar freddo, le spalle più rigide e la postura più dritta.
«devo chiederle una cosa.» Risposi, vaga. Dopotutto, Blaise era amico di Draco. Lo avrebbe coperto in ogni caso. L'unica cosa che avrei dovuto fare era parlare con Astoria e capire il motivo per cui Draco non poteva semplicemente opporsi al matrimonio. Blaise annuì, seppur non troppo sicuro di aver capito tutto.
«tu e Daphne, allora?» Dissi, cercando di portare la conversazione su un territorio comune. Non sopportavo quella tensione e c'era ancora tempo per trovare Astoria. Avrei potuto aspettare che rientrasse in Sala Comune, comunque.
Sul volto di Blaise spuntò un sorriso diverso, più sincero, più felice. Sembrava che quella ragazza lo facesse sentire come Draco faceva sentire me. Potevo capirlo, amare qualcuno è così bello quando ricambiato.
«si, lei è.. lei è magnifica.» Rispose, annuendo.
Potevo sentire il suo cuore fremere, tremare. Questo fece sobbalzare il mio. Volevo davvero tanto che Draco dicesse quelle cose di me ai suoi amici, ma sembrava una possibilità così lontana che scacciai quel pensiero. «la ami?» Chiesi.
Lui sembrò non aspettarsi quella domanda e -forse perché nessuno gliel'aveva fatta prima, forse perché non l'aveva nemmeno chiesto a sé stesso- ci pensò più del dovuto. «si, la amo.» Rispose, alla fine.
Io gli sorrisi, pregando silenziosamente che Daphne ricambiasse con lo stesso sentimento. Così, ci sedemmo sul divano e affrontammo un discorso che durò fino alle 16:30. Non mi era dispiaciuto parlare con Blaise, sembrava così puro di cuore. Mi aveva detto che lui e Daphne avevano iniziato a parlare prima del ritorno a casa per Natale, puntualizzando però che si erano scritti delle lettere durante quel periodo. Mi aveva detto che ancora non c'era stato nulla di particolarmente sdolcinato fra di loro: niente baci, niente abbracci, niente sentimenti scoperti. Blaise sembrava così preso da Daphne, trasportato dai suoi pensieri e dal suo amore, e mi ritrovai a chiedere a me stessa se anch'io sembrassi così persa mentre parlavo di lui. Probabilmente si, pensai.
«è tutto, per ora.» Disse Blaise, alla fine, alzando le spalle. Le orecchie fischiavano un pò adesso ma la conversazione era stata così piacevole che decisi di non pensarci. Ci alzammo dal divano, era ora di cercare Astoria. Avevo sperato che potesse rientrare in Sala Comune molto presto, ma a quanto pare aveva altro da fare, quindi avrei dovuto cercarla.
«d'accordo, io devo andare adesso, ma aggiornami su tutto.» Dissi, stringendo amichevolmente la spalla di Blaise. Lui sorrise delicatamente e andai verso il buco del ritratto. Proprio mentre stavo per uscire, Pansy entrò saltellando con un sorriso sul viso e i capelli tagliati a caschetto. «ciao, bellissima!» Mi avvicinò a sé, appoggiando il suo braccio attorno le mie spalle.
«Pansy, i tuoi capelli..» Stava bene, davvero. Credevo stesse meglio con i capelli tagliati, ad essere onesta. Ma pensavo tenesse ai suoi capelli più di qualsiasi altra cosa, o qualcosa del genere comunque. «belli, vero?» Disse, scuotendo leggermente la testa e lasciando che i capelli lucenti oscillassero.
«si, suppongo.» Risposi, incerta.
«una ragazza Tassorosso del quarto anno, nel bagno dei prefetti, ha aperto una specie di salone per sole ragazze, dovresti farci un salto.» La sua voce era più sprezzante del solito.
«non credo si possa fare una cosa del genere ad Hogwarts.» Dissi, alzando un sopracciglio. Avevo letto tutto il regolamento anni prima, quando ero stata eletta come prefetto, non c'era niente riguardo al tagliare i capelli in bagno, ma credevo comunque che non fosse esattamente corretto.
«oh, andiamo! C'è un mercato nero di sigarette normali e divertenti e tu ti preoccupi per un salone di bellezza?» Mi schernì. Non aveva tutti i torti comunque. Effettivamente, un ragazzo del settimo anno di Grifondoro vendeva sigarette normali, mentre alla vendita di quelle divertenti -come le aveva chiamate Pansy- ci pensava un gruppo di ragazze Tassorosso vicino alle serre. E comunque il nuovo taglio di capelli le stava davvero bene, adesso il suo viso era più spigoloso e marcato, sembrava più femminile, in un certo senso.
«ti stanno bene.» Dissi sorridendo, alla fine.
«vero? Lo penso anch'io. Questo taglio mette in risalto il mio collo.» Rispose, toccandosi il collo, come se fosse di terracotta. «oh, amore, devi aiutarmi a fare quel saggio di Astronomia, è troppo complicato.»
Ci avvicinammo di nuovo al dormitorio femminile. Sembrava che tutti si fossero messi d'accordo per impedirmi di cercare Astoria.
«non è complicato, semplicemente non ti va di farlo.» Dissi, alzando le spalle. Pansy era molto più intelligente di quanto dasse a vedere. Avrebbe potuto superare il resto della classe, se solo lo avesse voluto. «bene, ci penserò più tardi.» Scrollò le spalle. «uscirò con Harry.» Scattò, dopo pochi secondi. Sembrava che dirlo fosse stata una liberazione. Mi fermai subito, rischiando di cadere, e Pansy dovette reggersi a me per non inciampare.
«quando?»Stavo praticamente urlando, ma non importava. Quello sembrava l'unico motivo per sorridere ed essere felice. Era questa l'amicizia, dopotutto. E se Pansy era felice -e lo era- io dovevo esserlo per lei.
«questo fine settimana, andremo ad Hogsmeade insieme.»
Mi ricordai di parecchi mesi prima, quando ero stata io ad andare ad Hosmeade con Blaise. La mia vita era così semplice prima di Draco, ma così maledettamente vuota. «gliel'ho chiesto io.» Continuò, lentamente, come se si vergognasse di ciò.
«è stupendo, Pansy.» Le sorrisi.
«dovresti.. sai, aiutarmi con i vestiti.» Guardò in basso, poi alzò di nuovo la testa, le sue guance erano rosee e gli occhi luccicanti.
«oh, certo. Si, nessun problema.» Le presi la mano e la strinsi delicatamente. Lei mi sorrise, non troppo convinta. Per quanto ne sapessi, Pansy non aveva mai avuto problemi per scegliere dei vestiti, ma sembrava più ansiosa di quanto non fosse mai stata, quindi decisi semplicemente di non complicare le cose. Se aveva bisogno di aiuto, ero disposta a darglielo.
«bene. Andiamo?» Chiese, incerta.
«adesso?» C'era ancora tanto tempo, il fine settimana sembrava così lontano ancora.
«se hai un altro impegno-» Iniziò, ma la interruppi prima che potesse finire. Avevo tempo per cercare Astoria. Adesso contava solo Pansy. «no, andiamo.»

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Draco

Dopo pranzo, io e Astoria avevamo deciso di fare un salto in biblioteca. Stavamo ancora cercando una soluzione per quel problema, ma sembrava non esistere. Astoria rimaneva comunque positiva e non faceva altro che ripetere che sarebbe stata presto una storia passata e da dimenticare. Non le credevo.
Così, passammo il resto del pomeriggio in biblioteca, sommersi da libri antichi e impolverati. Fino a quel momento non avevamo trovato poi molto: solo persone che erano fuggite con babbani o mezzosangue, diseredati subito dopo. Non era quello che cercavamo. Astoria sembrava più stanca del normale, i suoi occhi erano iniettati di sangue e sembrava potesse addormentarsi da un momento all'altro. Erano le 19:00 passate ormai e la biblioteca stava iniziando a svuotarsi.
«continuiamo domani.» Dissi, chiudendo un libro.
Sarebbe stata ora di cena da lì a poco, e alle 21:30 avevo la lezione di Astronomia, quindi sarei dovuto andare comunque. Ma Astoria scosse la testa con veemenza, poi si stropicciò gli occhi.
«sei stanca, e io ho lezione dopo cena. Finiremo domani.» Scostai la sedia e mi alzai, le gambe erano ancora doloranti per l'allenamento di quella mattina.
«non abbiamo trovato niente che possa aiutarci.» Si lamentò, ancora con gli occhi sul libro.
«lo so, Astoria. Ma è tardi e siamo entrambi parecchio stanchi.»
Finalmente alzò lo sguardo su di me. «d'accordo, vieni a cena?» Chiese, sottovoce.
«si, mangerò qualcosa al volo.»
«Astronomia?» Chiese, alzandosi dalla sedia e sgranchendosi le gambe.
«si.» Risposi.
Prese i libri e la seguii verso il bancone dietro il quale Madama Pince stava aggiustando le rilegature di vecchi libri utilizzati.
«prendo questi, li restituisco domani dopo le lezioni.» Disse Astoria alla bibliotecaria, che lanciò un'occhiata ai libri, poi ad Astoria e infine a me. Annuì burbera e fece una smorfia. Astoria infilò i libri nella sua borsa e la seguii verso l'uscita.
«onestamente, penso che questi orari siano stati fatti un po' male, questo semestre.» Aveva ragione, avere la maggior parte delle materie più pesanti in un unico giorno era devastante, e quell'anno c'erano anche i NEWT. «comunque, tra pochi mesi sarà finita.» Disse, cercando di guardare il lato positivo della situazione. Riusciva a trovare sempre qualcosa di bello per cui essere felice, mi chiedevo come facesse.
Stavamo entrando in Sala Grande quando disse qualcosa su cui avrei riflettuto molto nei giorni successivi. «spero tu possa essere felice con Selene, dopo Hogwarts» La sua voce era sottile. Tastò il terreno con i piedi di piombo, prima di procedere. «sai, avere una famiglia tutta vostra e questo
genere di cose.» Agitò una mano in aria, come se stesse parlando di un semplice compito di Pozioni.
«si, beh, sembrerebbe essere impossibile.» Dissi, alzando le spalle. Illudersi era inutile. Astoria sbuffò, ma non disse nulla. Probabilmente era troppo stanca per iniziare una discussione. Una volta raggiunta la Sala Grande, io e Astoria prendemmo posto al tavolo Serpeverde accanto a Blaise e Daphne (più affiatati che mai). Selene non c'era. Non l'avevo vista mangiare molto da quando eravamo tornati ad Hogwarts, speravo che avesse fatto un salto nelle cucine più tardi almeno. Mangiai solo una fetta di pane e un po' di pollo arrosto, poi mi alzai, sistemando i vestiti.
«dove vai? È ancora presto per la lezione.» Chiese Blaise, mentre masticava ingordamente un pezzo di carne.
«volevo guardare le stelle da solo.» Dissi, prendendo la borsa dei libri e mettendola su una spalla.
«bleah! Come sei romantico..» Blaise scosse categoricamente la testa e Daphne soffocò una risata. Astoria mi lanciò un'occhiata comprensiva, poi sorrise delicatamente. «ci vediamo domani.» Disse, in fine. Io annuii, poi mi diressi verso l'uscita e direttamente verso le scale in marmo. La torre di Astronomia era ancora vuota, i telescopi erano già pronti per essere utilizzati e sul bancone c'era una grande cartina astrologica. Il vento gelido di inizio gennaio mi fece rabbrividire e mi strinsi nelle spalle, poi poggiai la borsa dei libri per terra.

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spazio autrice.

eii, come state? spero bene.
scusate per l'attesa, ma è difficile trovare del tempo per scrivere e pubblicare adesso che la scuola è iniziata.
vi ringrazio per il supporto,
marika. <3

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora