Capitolo 30

855 28 16
                                    

Selene

Quando ci materializzammo a Malfoy Manor, dovetti aggrapparmi a Magnus per non cadere. Scossi la testa, cercando di ricompormi. Alla mia destra e alla mia sinistra c'erano soltanto distese di prati rasati e cespugli piantati simmetricamente. Piegai la testa all'indietro e ammirai l'enorme e imponente facciata. Accanto a me, Magnus sembrava totalmente indifferente mentre salivamo i gradini verso l'enorme portone. Ma la cosa non mi sorprese, prima di tutto perché Sirius e Narcissa erano cugini, per cui Magnus aveva visto quella villa molte volte e poi perché avrei scommesso che la casa in cui viveva (appartenuta alla famiglia Black da generazioni) con suo padre fosse altrettanto grande.
Avevo giurato a me stessa che mi sarei goduta semplicemente la serata ma, davanti al portone di Malfoy Manor, mi sentivo impotente e così piccola che credevo che la grande villa potesse schiacciarmi. Magnus bussò e io deglutii a stento, cercando di mandare giù il nodo in gola che mi si era formato mentre ci avvicinavamo al portone. Esso si aprì: Narcissa Malfoy era sulla soglia, indossava un abito magnificamente elegante e i capelli sciolti le incorniciavano il viso dai lineamenti delicati. Era la stessa di sempre, non un capello bianco, non una ruga. Sembrava che il tempo non l'avesse toccata minimamente. Guardò Magnus, poi spostò lo sguardo su di me sgranando un po' gli occhi. «Selene? Oh, tesoro, guardati! Sei così bella!» Esclamò afferrandomi per le spalle e guardandomi da capo a piedi, per poi stringermi in un abbraccio che ricambiai di rimando.
Sorrisi, era così bello vederla. Quando si staccò dall'abbraccio mi lanciò un altro sguardo.
«per Salazar, sei cresciuta così in fretta.» Disse, accarezzandomi amorevolmente la guancia.
«Narcissa, è così bello vederti.» Riuscii a dire.
Non sapevo cos'altro avrei potuto dire. Era tutto così strano. La donna sorrise, poi guardò Magnus.
«Magnus, mio caro, sei ogni giorno più bello.»
Dio, mi era mancata così tanto.
«Non farmi arrossire.» Disse Magnus, con un sorriso compiaciuto sul viso. Narcissa rise e si spostò facendoci cenno di entrare. L'atrio era più grande di quanto riuscissi a ricordare, così imponente che riuscì a distrarmi dal mio nervosismo per qualche istante. Il parquet luccicava e l'arredamento era sontuoso, con particolari in nero e oro. Un enorme lampadario di cristallo era appeso al soffitto e ai lati due scalinate asimmetriche conducevano a una balconata.
«e Sirius?» Chiese, guardando fuori.
«oh, ha una questione da sbrigare, ci raggiungerà presto.» Spiegò il ragazzo.
«bene. Selene, tesoro, mi dispiace ma devo controllare che in cucina vada tutto bene.»
«oh, tranquilla, ho Magnus.» Dissi.
Lei guardò entrambi, poi sorrise e si diresse verso l'ala ovest. Per una frazione di secondo, pensai di fingere un malore per tornare a casa, ma sembrava davvero troppo egoistico. Perciò mi asciugai i palmi delle mani sudati sulla gonna e mi schiarii la voce.
«stai bene?» Chiese Magnus, osservandomi attentamente.
«si, bene.» No, non stavo per niente bene. I ricordi erano troppo vividi. Ma cosa avevo intenzione di fare? Passare una bella serata nella villa in cui avevo trascorso gran parte della mia infanzia con quel biondino come compagno di giochi? Che idiozia. Avrei dovuto sapere che mi sarei pentita dopo soli due secondi. Magnus mi afferrò la mano e tornai al presente. Lo guardai e lui mi mostrò un sorriso rincuorante che, in qualche modo, riuscì a tranquillizzarmi un po'. Iniziò a camminare verso l'ala ovest (dove si trovava la sala da pranzo, per quanto poco ricordassi) e lo seguii mentre osservavo i grandi quadri che da piccola mi facevano venire i brividi. Ricordai che una volta Draco aveva fatto un incantesimo ed era riuscito a far diventare i capelli rossi ai maghi e alle streghe raffigurati nei quadri che, aveva spiegato lui, erano membri delle due dinastie da cui proveniva. Lucius si era arrabbiato così tanto che non ci permise di vederci per ben due settimane.
La sala da pranzo era meno cupa rispetto alle altre stanze: la luce era accesa e il fuoco scoppiettava dolcemente nel camino. Il lungo tavolo nero era apparecchiato con piatti in ceramica, posate d'argento e bicchieri di cristallo. Al centro c'era un grande vaso con dei fiori, non proprio in sintonia con i colori della grande villa. In ogni caso, sembrava tutto molto confortante. Lucius Malfoy era davanti al camino, stava parlando con un uomo molto più basso di lui, ma robusto e un po' paffuto. Un parente della famiglia, forse? Spostai lo sguardo e quello che vidi mi lasciò senza fiato: un ragazzo alto e snello dai capelli platino era davanti la grande finestra, intento a guardare le stelle con un calice in mano; al suo fianco, una ragazza esile, con capelli marroni e un abito argento luccicante, stava ridendo.
Draco.
Il mio cuore perse un battito e afferrai il braccio di Magnus stringendolo forte. Proprio in quel momento, Lucius si girò e ci vide sulla soglia della porta. «oh, guardate un po' chi c'è!» Esclamò.
Ma io ero come pietrificata, con gli occhi puntati sul ragazzo che mi aveva spezzato il cuore e che adesso stava guardando le stelle con una ragazza molto più bella di me.
Fanculo.
Avrei voluto urlare, avrei voluto davvero farlo.
Draco si girò e quando posò lo sguardo su di me il suo sorriso si spense nel giro di pochissimi secondi. Il calice cadde a terra rompendosi in piccoli pezzi di cristallo. La ragazza -che riconobbi non appena si voltò, era Astoria Greengrass- sussultò e si scostò facendo attenzione a non calpestare i pezzetti di cristallo per terra. Il mio cuore si fermò per qualche istante e trattenni il fiato mentre gli occhi diventavano lucidi.
Lui era lì. Ed era maledettamente bello.
E mi era mancato così tanto che pensai di buttarmi fra le sue braccia, ma no. Lui era lì con un'altra, stava ridendo con Astoria. Ero stata io l'unica a soffrire? Mentre io avevo attacchi di panico lui se la spassava con Astoria?
Il cuore mi si spezzò, di nuovo. Perché riusciva sempre a spezzare il mio cuore? Credevo che non potesse rompersi più di una volta, ma Draco riusciva sempre a trovare un modo per farmi sentire così a pezzi che avevo voglia di morire, davvero.  E io non riuscivo a capacitarmene. Ero così stanca di soffrire per lui, così stanca di sentirmi l'unica fuori posto, ero stanca di amarlo.

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora