Capitolo 11

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Selene

Quando ci avvicinammo abbastanza, notai un ippogrifo legato con una corda a un bastone in legno.
Mi voltai verso Draco, strinsi la sua mano e mi avvicinai a lui. Ci avvicinammo ancora, Draco mi lasciò la mano e si posizionò davanti alla creatura. Si chinò lentamente, mantenendo il contatto visivo, senza indugiare.
La creatura si chinò e Draco le accarezzò la testa.
Feci un sussulto quando si mise a cavallo dell'ippogrifo.
Si avvicinò a me, porgendomi la mano. «Vieni?»
Sorrisi e presi la sua mano.
Salii sull'ippogrifo con l'aiuto di Draco mentre Hagrid usciva dalla sua casa con una tazza in mano. «Riportamelo stasera, Malfoy.»
Non vorrei sbagliarmi, ma ero sicura di aver visto Hagrid con gli occhi pieni di lacrime. Teneva molto alle sue creature e lo stimavo per questo. Nascosi un sorriso coprendo la bocca con una mano.
Draco lo rassicurò, dicendogli che avremmo trattato il suo ippogrifo con cura e rispetto. «Grazie, Hagrid.» Draco parlò con tono sincero e pacato.
Quasi mi stupii della sua gentilezza.
Ed era stupito anche Hagrid, che rischiò di strozzarsi con il contenuto della tazza.
«Pronta?» Mi chiese.
Annuii aggrappandomi a lui. Ci alzammo in volo e lanciai un urletto, attaccando il mio petto contro la schiena di Draco. Mi sporsi a guardare verso il basso mentre la casa di Hagrid diventava sempre più piccola.
Il vento mi colpiva il viso e feci un sospiro mentre l'aria pura, pulita e fresca inondava i miei polmoni. Appoggiai la guancia sulla schiena di Draco e sentii il suo profumo invadermi le narici.
Ci avvicinammo al lago nero, sfiorando l'acqua. Una sensazione di leggerezza invase entrambi. Mi strinsi ancora più forte al busto di Draco mentre spalancava le braccia.
Chi era lui e che fine aveva fatto il Draco scorbutico e impertinente?
Draco diresse l'ippogrifo verso il castello e si fermò sulla torre di astronomia. Scese dalla creatura, poi mi prese per i fianchi, sollevandomi e mettendomi a terra.
«Draco... è stato...» Cercai di trovare le parole giuste per spiegargli quanto mi avesse resa felice.
Mi girai verso l'ippogrifo e lo accarezzai cautamente.
«Sei felice?» Chiese. La sua voce aveva un tono diverso... aveva quasi paura che non avessi apprezzato il gesto, o così mi era parso.
Ma il mio viso diceva già tutto: non ero mai stata così felice.
«Certo che sono felice. Insomma, hai fatto tutto questo...» Guardai l'ippogrifo, poi posai i miei occhi di nuovo su di lui.
«Ti sono davvero grata.» Conclusi. Fece un sorriso imbarazzato... Draco era imbarazzato?
«Avevi paura di queste creature, perché lo hai fatto?» Non ero arrabbiata, ovviamente, stavo solo cercando di capire.
Draco era terrorizzato da quelle creature tanto belle quanto orgogliose.
«Non lo so... insomma... volevo fare qualcosa per te.»
Sapere che Draco avesse superato una sua paura solo per me mi faceva sentire amata. «Non illuderti: ho ancora paura di questa sottospecie di pollo...» L'ippogrifo grugnì, indignato, e mi ritrovai ad accarezzarlo di nuovo, cercando di non farlo agitare più del necessario.
Lanciai un'occhiata a Draco che fece spallucce. «Però devo ammettere che non sono tanto spaventosi come temevo.» Fece lui. Sorrisi.
Il sole stava tramontando all'orizzonte.
Draco mi prese per mano, spingendomi contro il suo corpo.
Posizionò le mani sui miei fianchi e mi irrigidii.
«Baciami.» Sembrava quasi che mi stesse supplicando.
Non me lo feci dire nemmeno due volte: misi una mano dietro la sua testa e appoggiai le mie labbra sulle sue.
Avrei dato tutto quello che avevo per sentire il tocco leggero delle sue labbra per il resto della mia vita. Quando mi staccai grugnì e fece il broncio.
«Sei pronto per stasera?»Gli chiesi.
Quella sera ci sarebbe stato il ballo, Draco mi aveva invitata settimane prima e aspettavo con ansia il momento in cui mi avrebbe baciata davanti a Pansy, Blaise e gli altri.
Non volevo dimostrare niente a nessuno, volevo solo far sapere a tutti che io e Draco facevamo sul serio... soprattutto a Pansy.
Mi irritava il solo pensiero di lei sulle gambe di Draco.
Non mi capacitavo del fatto che Draco fosse stato con lei prima di me. «Pronto. E tu?» Tornai alla realtà, accantonando quei pensieri.
Annuii.

Più tardi, riportammo l'ippogrifo a casa di Hagrid che fece un sospiro di sollievo alla vista della sua amata creatura sana e salva.
Successivamente, io e Draco ci dirigemmo verso il castello, attraversammo i lunghi corridoio che portavano alla Sala Comune Serpeverde, Draco disse la parola d'ordine ed entrammo.
La Sala Comune era vuota e immaginai che tutti fossero nelle rispettive camere indaffarati con i preparativi del ballo. Ringraziai Draco per la sorpresa, gli diedi un bacio e gli sussurrai un leggero "ti amo" prima di andare nella mia stanza.
Appena chiusa la porta, feci un sospiro.
Aprii l'armadio in mogano e presi il mio vestito: lungo, aderente sui fianchi, color verde smeraldo e con una scollatura a V. Prima di vestirmi, entrai in doccia, lavai i capelli e mi depilai accuratamente. Successivamente, asciugai i capelli e li raccolsi in una coda, lasciando che due riccioli mi ricadessero sul viso. Mi truccai, cercando di non essere troppo vistosa. Mi dissi che mascara e un po' di fard sarebbero bastati.
Infilai il vestito: odiavo il mio fisico ma da quando stavo con Draco avevo imparato a rispettarlo e a valorizzarlo.
Rispetto alle altre ragazze, avevo delle forme più marcate, ma Draco non aveva mai fatto paragoni e lo apprezzavo per questo.
Misi le scarpe col tacco e mi maledissi per aver accettato l'invito per un ballo così elegante. Le mie scarpe da ginnastica erano ai piedi del letto e le guardai chiedendomi se dovessi infilarle in borsa. Decisi di no: si trattava di una serata elegante e stare sui tacchi non mi avrebbe uccisa.
Indossai degli orecchini altrettanto verdi, poi mi guardai intorno: la stanza era in disordine... l'avrei messa a posto più tardi. Mi guardai allo specchio, accarezzandomi delicatamente il vestito. Feci un respiro profondo e uscii dalla stanza.
Chiusi la porta e percorsi il corridoio che portava alla Sala Comune.
Stavo scendendo le scale, con l'orlo del vestito in una mano, quando sentii la voce di Draco.
«Wow...»
Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi grigi.
Indossava il suo solito completo nero, con l'unica differenza che in quel momento sembrava più composto ed elegante.
Sorrisi e lo raggiunsi.
«Ci siamo ripuliti per bene, eh?» Scherzai, ma lui sembrò non ascoltarmi. Scesi l'ultimo gradino e sistemai il vestito.
«Sei bellissima.» Mormorò.
La sua dolcezza colpì duramente il mio cuore.
Le mie labbra si curvarono in un sorriso.
«Anche tu.» Mi protese la mano e la afferrai con decisione. Il tragitto verso la Sala Grande fu breve, i corridoi erano gelidi, nonostante fossero colmi di studenti che camminavo di qua e di là. Guardai fuori dalla finestra e osservai la neve che cadeva e si posizionava delicatamente sui ciottoli per terra. La Sala Grande era totalmente cambiata, non ero abituata a vederla così: le grandi tavolate erano state sostituite da piccoli tavoli rotondi sui quali erano disposti numerosi piatti con prelibatezze di ogni tipo, erano presenti otto alberi di natale, quattro per ogni lato, accanto all'orchestra di strumenti magici. Un incantesimo dava l'impressione che piccoli fiocchi di neve si adagiassero su di noi. Festoni in bianco e argento decoravano le travi in legno. Mi guardai attorno: sembravano tutti felici.
Draco strinse la mia mano e lo guardai. I suoi occhi guizzavano da un lato all'altro della sala.
«Se vuoi tornare in stanza...» Mi interruppe prima che potessi finire la frase.
«No, ma non lasciarmi.»
Sorrisi e scossi la testa.
Stava facendo uno sforzo enorme, per me. Ci dirigemmo verso un tavolo, presi qualcosa da mangiare mentre Draco si guardava intorno, confuso e amareggiato.
Non lasciai mai la sua mano mentre ci sedevamo sulle sedie bianche.
«Credo che mi butterei dalla torre di astronomia se pensassi di continuare per un altro semestre.» Draco parlò con voce amara, mentre armeggiava i suoi anelli, girandoli in continuazione.
Lo guardai attonita. «Che vuoi dire?»
Scosse la testa e fece un gesto teatrale con la mano, come per dire "lascia stare".

Ero così presa a guardare Draco che non mi resi nemmeno conto che le danze erano state aperte dai maghi scelti per il torneo.
Tornai alla realtà.
«Vuoi ballare?» La mia voce tremava mentre glielo chiedevo.
Draco mi guardò come se fossi un extraterrestre o chissà cosa.
Scosse la testa. «Io non ballo.» Biascicò.
Avrei dovuto aspettarmi una risposta del genere.
Sbuffai, posando il piatto sul tavolo.
Stavano ballando tutti, a parte il professor Piton, il che non era affatto strano. Sentii Draco irrigidirsi sulla sedia e lo guardai: aveva i pugni serrati sulle gambe.
Seguii il suo sguardo e vidi Blaise, indossava un completo nero, uguale a quello di Draco.
Quando posò i suoi occhi su di noi fece un sorrisetto e iniziò a camminare verso la nostra direzione. «Ciao.» disse, sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori.
Draco non rispose, io mi limitai a sorridergli.
«Malfoy, non fai ballare la signorina?» Mi lanciò un'occhiata divertita.
Draco si schiarì la voce. «Siamo apposto così.»
Blaise guardò Draco, poi me. «Balla con me.» Non era affatto una domanda.
Quando Blaise mi porse la mano, mi aspettavo -a dire il vero, speravo tanto- che Draco dicesse o facesse qualcosa.
Credevo mi avrebbe impedito di ballare con Blaise, invece rimase zitto.
Afferrai la mano di Blaise che mi portò in pista pochi secondi dopo. Mise le sue mani sui miei fianchi e mi irrigidii all'istante.
Il suo tocco non era come quello di Draco: il suo era prepotente, pesante, autoritario.
Il tocco di Draco era tutt'altra cosa. Immaginai, però che fosse lui ad avere le mani sui miei fianchi, ma era impossibile.
Blaise non sarebbe mai potuto essere Draco, nemmeno lontanamente, nemmeno nella mia immaginazione.
Eppure ero così arrabbiata con lui.
Perché mi aveva invitata al ballo se voleva starsene seduto senza dire una parola?
Gli lanciai un'occhiata e mi maledissi immediatamente per averlo fatto: stava parlando con Pansy.
La rabbia mi invase completamente, il cuore prese a martellarmi nel petto e il sangue mi ribolliva nelle vene. Aspettava che Blaise, o qualsiasi altra persona, mi invitasse a ballare per restare da solo con Pansy?
Allontanai Blaise da me e mi diressi, con passo svelto, verso Draco e la gatta morta.
«Che succede qui?» Corrugai la fronte e Pansy mi lanciò un'occhiataccia.
«Rilassati, bellezza. Gli stavo solo dicendo che in Sala Comune stiamo organizzando una festa. Qui è un mortorio. Puoi raggiungerci anche tu, se ti va.» La voce di Pansy risuonò come una cicala in piena estate.
Scoccai un'occhiata a Draco, aspettando che aprisse bocca.
Ma che problema aveva?
Pansy si liquidò, ma ero troppo presa a guardare Draco per sentire le sue parole.
«Mi spieghi che problema hai?»
Finalmente mi guardò, fece spallucce e io mi massaggiai le tempie.
Ero così stanca di giocare all'indovinello sulle emozioni di Draco. «Perché non dici niente?» Gli chiesi.
Si guardò le scarpe, poi posò i suoi occhi di nuovo su di me. «Non ho niente da dire.» Disse lui, come infastidito.
Mi veniva da ridere. «Non hai niente da dire? Fai sul serio?»
Lui annuì, guardando altrove, come se fosse annoiato.
«Mi spieghi perché mi hai portata qui se la tua intenzione era quella di startene seduto su una sedia senza dire una parola?» Sbottai.
Non ero mai stata così tanto arrabbiata in vita mia.
«Mi hai rimpiazzato facilmente.» Disse, lanciando un'occhiata a Blaise, non molto lontano da noi, intento a riempiersi il bicchiere con una strana sostanza rosa. Risi, esasperata.
Probabilmente pensò che fossi pazza, o qualcosa del genere.
Lo pensai anche io, a dire il vero.
Draco mi faceva ammattire, mi faceva perdere il senso della ragione.
«Draco, non puoi pretendere che io stia seduta accanto a te come se fossi un cane da compagnia.» Mi fermai per pochi secondi, poi proseguii.
«Avresti potuto dire qualcosa mentre Blaise mi portava via da te.»
Alzò immediatamente lo sguardo e nei suoi occhi vidi la rabbia e l'odio.
«Ti avevo detto di non lasciarmi.» Disse, a denti stretti.
«La mia intenzione non era quella di lasciarti da solo, ma non mi hai dato la possibilità di scegliere, non credi?» Fece un sorrisetto, massaggiandosi il mento, poi il collo.
Rimasi ipnotizzata da quei gesti, ma mi ripresi subito.
«Non avresti dovuto ballare con Blaise.» Disse, in una smorfia di disprezzo.
Sbuffai.
«Sai cosa? Ho sbagliato ad accettare il tuo invito. Sarei dovuta rimanere in stanza.» Presi l'orlo del vestito e mi diressi verso l'uscita.
«Aspetta.» Cercò di prendermi per il braccio ma mi spostai bruscamente.

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spazio autrice.

ciao! come state? ci tenevo a ringraziarvi nuovamente per il supporto e vi ricordo di seguirmi su instagram (@ilcoraggiodiamarti) e di lasciare delle stelline e dei commenti.
Un abbraccio,
Marika.

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora