Capitolo 28

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Selene

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1 Gennaio 1998

Draco,
io vorrei dimenticarti ma tu me lo impedisci, o forse è il tuo ego a farlo.
Mi accorgo che con il tempo tutto passa, lentamente, ma passa. A me non è ancora passata e sono momenti come questo che mi fanno riflettere e pensare che probabilmente non riuscirà a passare, ma so che prima o poi accadrà.
Mezzanotte, nuovo anno e tu non ci sei, in realtà non ci sei già da un po' di tempo, o forse non ci sei mai stato veramente. Non sono mai riuscita a capire cosa circola all'interno della mia mente contorta. Forse non sono mai stata brava in qualcosa di concreto ma con te ho scommesso tutto, anche l'anima.
Ogni piccola parte di me ormai è un po' tua anche se a te questo non importa.
Mi auguro di riuscire a dimenticarti perché dall'inizio fino ad adesso sei riuscito ad arrecarmi soltanto danni.
Anno nuovo vita nuova dicevano, ed io spero finalmente di potercela fare.
Spero di accantonare te e tutto ciò che provo in un angolo buio e di non ritrovarti più, perché non meriti di avere tra le mani un mio capello,
figurati il cuore.
E probabilmente quella problematica tra i due sono io, perché mi affeziono tanto e subito, sempre, con qualsiasi persona, perché sono così, tendo a vedere il lato positivo di ognuno di noi e ci resto perennemente fottuta.
Devo smetterla di aspettare una lettera che non arriverà.
Devo smetterla di pensarti.
Devo smetterla di cercarti.
Ti chiedo, per favore, di uscire dalla mia testa perché stai creando solo un gran casino.

Selene

Appoggiai la penna sulla scrivania e sospirai guardando la pergamena ricoperta di inchiostro ancora fresco. Ero davvero esausta, Magnus e la mamma mi avevano obbligato a mangiare, poi il ragazzo dagli occhi grigi aveva fatto qualche incantesimo di guarigione (aveva confessato di aver seguito delle lezioni serali con Madama Chips, quando era ancora ad Hogwarts. Pensava potessero servirgli, nel caso in cui avesse deciso di lavorare come guaritore).  Adesso mi sentivo bene, la testa non pulsava più e le gambe non erano più molli. Avevo comunque quel vuoto nel petto che percepivo ogni santo giorno da quando lui non era più nella mia vita, non come fidanzato almeno. In ogni caso, avevo deciso di scrivergli una nuova lettera. Pensai che potesse essermi d'aiuto, altrimenti avrei avuto un altro attacco di panico nel giro di poche ore. Mia madre entrava nella mia stanza per controllare che stessi bene ogni mezz'ora, il che era davvero fastidioso. Magnus mi aveva chiesto più volte se mi sentissi abbastanza bene per accompagnarlo a Malfoy Manor l'indomani e io avevo risposto con semplici e sillabici "si". Mi trattavano come se potessi spezzarmi in mille pezzi da un momento all'altro, si era trattato solo di un semplice attacco di panico, ne avevo avuti così tanti che avevo perso il conto ormai, perché esseri così drammatici?
Comunque, Magnus aveva deciso di tornare a casa qualche minuto dopo la mezzanotte, sembrava che Sirius avesse un po' di tempo da dedicare a suo figlio. "Nonostante sia molto impegnato con l'Ordine", così aveva detto Magnus.
L'Ordine.
Mi ero totalmente dimenticata di chiedere informazioni a mia madre. Decisi di chiederglielo quando sarebbe entrata nella mia stanza per la millesima volta. Nel giro di pochi secondi, mia madre aprì la porta della mia stanza ed entrò dentro. «tesoro, come stai?»
La guardai sorridendo. «sto bene.» Mi alzai dalla sedia. «buon anno, mamma.»
Mia madre guardò l'orologio da parete ed emise un urletto. «oh, buon anno tesoro mio!» Mi strinse in un abbraccio che ricambiai di rimando e mi lasciò un caldo bacio sulla fronte.
«mamma, posso chiederti una cosa?» Dissi, faticando a parlare visto che continuava a stringermi come se non mi vedesse da anni. Quando finalmente si staccò la guardai negli occhi.
«certo, chiedi pure.» Curvò gli angoli della bocca e sperai che il sorriso non le morisse in viso appena percepita la domanda.
«cos'è l'Ordine?»
Mia madre si strinse nella spalle e si irrigidì notevolmente. «tesoro, ci sono cose che preferirei tu non sapessi.» Abbassò lo sguardo.
«mamma, sono maggiorenne ormai.» Dissi, infastidita e irritata. Mi trattava ancora come se fossi una bambina, ma non poteva continuare a considerarmi tale, ero maggiorenne, fra pochi mesi mi sarei diplomata e avevo il diritto di sapere.
«è pericoloso.» Ammise, la voce sommessa e stridula.
«ha a che fare con la guerra, non è vero?» Chiesi.
Mia madre alzò immediatamente la testa, fulminandomi con lo sguardo, come se pronunciare quella parola fosse un peccato mortale.
Fece un sospiro e si passò la mano fra i capelli.
«l'Ordine della Fenice è una società segreta fondata da Albus Silente e si, ha a che fare con la guerra.»
Alzai le sopracciglia, scettica.
«non capisco, è l'esercito di Silente?» Chiesi, confusa e amareggiata.
«si, possiamo chiamarlo così.» Mia madre acconsentì annuendo.
«d'accordo, beh.. voglio dire, è successo qualcosa?» La mia voce risuonò un po' più stridula e roca, come se avessi urlato senza sosta. Non parlavamo spesso della guerra a casa, ma ad Hogwarts era inevitabile. I genitori di Harry erano stati uccisi da Voldemort e lui era coinvolto fin sopra i capelli, ovviamente. Era una mina vagante, letteralmente. C'erano stati parecchi attacchi, ma eravamo consapevoli che prima o poi sarebbe scoppiata la guerra vera e propria. Ci stavano già preparando, ad Hogwarts: adesso i professori erano più propensi ad insegnarci incantesimi di difesa e attacco; Difesa contro le Arti Oscure era diventata essenziale ormai, così diceva Silente. Incantesimi per disarmare, schiantare, evocare controincantesimi e controfatture erano all'ordine del giorno. Dopo le vacanze natalizie avremmo cominciato a studiare le Maledizioni (tra le quali non mancavano quelle Senza Perdono) e gli incantesimi non-verbali.
Sembrava tutto più reale, adesso.
La guerra stava arrivando.
«nulla di cui tu debba preoccuparti.»
Non feci altre domande, la testa aveva ripreso a pulsare e comunque se ci fosse stato qualcosa che avrei dovuto sapere, l'avrei scoperto ad Hogwarts.
Annuii debolmente e mi accomodai sul letto sospirando.
«tesoro, perché non riposi un po'? Domani sarà una lunga giornata.» Disse mia madre, con voce gentile.
Mi limitai ad annuire un'altra volta e mi infilai sotto le coperte. Avevo dormito già parecchio, ma sentivo comunque gli occhi pesanti ed erano almeno due notti che non dormivo serenamente.
Mia madre si avvicinò, piegandosi su di me per baciarmi la fronte. Sorrisi e la vidi uscire dalla stanza chiudendo lentamente la porta dietro le sue spalle. Chiusi gli occhi e mi abbandonai totalmente al sonno. Sognai capelli platino brillanti sotto il sole, occhi grigi limpidi e luccicanti, pelle nuda e chiara come porcellana. Sognai lui, in tutto il suo splendore.

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora