Capitolo 4

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Selene

Le mie labbra incontrarono le sue, in quello che sembrò un litigio di sentimenti contrastanti. Sentivo le farfalle nello stomaco mentre affondavo la mano tra i suoi capelli. Mi posizionai a cavalcioni su di lui, perché quello non bastava. Mi staccai per prendere fiato. Sapevo fosse sbagliato ma non mi importava. Lo volevo, lo volevo davvero.
«domani non ricorderò nulla, lo sai vero?» Biascicò, con la bocca impastata. Per tutta risposta, gli sbottonai la camicia. «sta zitto e baciami.» E così fece: mi baciò con così tanta foga che pensai di poterlo fare per sempre. Se questo era quello che avrei ricevuto stando con lui, allora bene. Gli tolsi la camicia e provai a slacciargli la cintura.
«lascia fare a me.» Disse, sulle mie labbra. Mi scostai da lui e mi distesi sul letto. Si mise su un fianco, accanto a me. Mi guardò per alcuni secondi, come se mi stesse chiedendo il permesso e io annuii debolmente. La sua mano scivolò nei miei pantaloni e iniziò a giocare con l'elastico delle mutandine. «Draco...» Strinsi il suo braccio fino ad avere le nocche bianche. Mi spostò le mutandine e fece dei movimenti circolari. Dalla mia bocca uscì un delicato gemito.
«sei il primo.» Dissi, ansimante. Volevo che lui lo sapesse. Era sciocco, ma credevo che per lui questo significasse qualcosa. Invece sì bloccò, come preso alla sprovvista.
«che hai detto?» Sgranò gli occhi, esterrefatto.
«sono vergine.» Dissi, più esplicitamente. Draco si alzò di scatto, come se il letto stesse prendendo fuoco, abbottonandosi velocemente la camicia.
«cazzo, no. Non posso.» Scosse la testa. Mi misi a sedere e lo guardai confusa. Non capivo cosa stesse succedendo. Un minuto prima avevo la sua mano infilata nelle mutandine e il minuto dopo si stava rivestendo per andarsene. Ed era strano, perché non avevo mai provato la sensazione di essere lasciata sul più bello -e Draco non era certo un tipo che lasciava le cose a metà. Ma adesso sembrava quasi inorridito da sé stesso, per quello che aveva fatto con me, per come mi aveva baciata, per come mi aveva toccata. Ed io, d'altronde, ero inorridita da me stessa, perché mai avrei pensato di poter dare così tanto ad una persona come Draco. Nonostante ciò, sentivo il bisogno di chiedere "perché no?". «che ti prende?» Feci per toccargli la mano ma si scansò. «ma che problemi hai? Un minuto fa avevi la mano... insomma, lo sai. Mi spieghi cosa c'è che non va?» Continuai. Ero confusa, il mio cuore era confuso. Le gambe mi tremavano e sentivo un nodo in gola, troppo difficile da mandare giù. «dimenticati di quello che è appena successo.» La sua voce era tagliente, una lama che trafiggeva il petto. Aggrottai la fronte: ero più confusa di prima. Ma lui sembrava aver già scelto per entrambi e si diresse verso la porta.
«se esci da questa stanza non parlarmi mai più.» Lo avvertii, sperando sinceramente che avesse deciso di rimanere. Invece si limitò a guardarmi e poi uscì dalla stanza.
Merda.
Mi buttai sul letto, coprendomi il viso con le mani.
Mi sentivo un idiota, una stupida. Come potevo credere che Draco volesse stare con me? Per lui contava solo il sesso. Non riuscivo a credere che alcuni minuti prima stessi per concedermi a un ragazzo così superficiale. La testa mi faceva male e le lacrime mi rigavano il viso. Non ero sicura nemmeno del perché stessi piangendo.
Forse lo volevo.
Volevo Draco.
Volevo che continuasse a baciarmi.
Volevo che continuasse a stare con me.
Ma non era una favola, non è così?

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12 novembre 1997

Uscii dall'aula, avevo appena finito una lezione di difesa contro le arti oscure ed ero sfinita. Draco non era presente e non facevo che chiedermi dove e con chi fosse. Attraversai il corridoio mentre mi dirigevo al campo da Quidditch. Non c'era mai nessuno lì, a meno che non ci fossero gli allenamenti o le partite.
«ciao.» La voce di Blaise mi fece ritornare alla realtà. Si avvicinò a me e mi sorrise, con fare gentile. Non ero davvero dell'umore per parlare, ma cercai di non darlo a vedere.
«ehi, come stai?» Ricambiai il sorriso, cercando di essere più gentile possibile. Continuammo a camminare insieme. Mi raccontò del test di erbologia e di quanto fosse in ansia per la partita di Quidditch che ci sarebbe stata l'indomani pomeriggio. Pensai a Draco: mi dissi che lui non avrebbe mai avuto ansia per una partita. Era sempre stato molto sicuro di sé e delle sue capacità.
«mi stai ascoltando?» Blaise scosse una mano davanti la mia faccia e io sbattei le palpebre, prestandogli finalmente attenzione. «scusa, ultimamente ho la testa da un'altra parte. Cosa dicevi?» Feci un sorriso sforzato, lanciandogli un'occhiata di scuse.
«ti ho chiesto se ti va di venire a vedere la partita.»
La mia mente andò inevitabilmente a Draco... di nuovo. Faceva parte della squadra e l'avrei visto atteggiarsi davanti a ogni singola studentessa.
«si, verrò sicuramente.» Dissi, sorridendo ampiamente. Il viso di Blaise si illuminò e curvò le labbra in un sorriso sghembo. «bene! Allora ci vediamo.» Disse, alla fine, poi mi stampò un bacio sulla guancia e si diresse verso il cortile principale. Quando spostai lo sguardo vidi Draco appoggiato a una parete, mi guardava e aveva la mascella serrata. Le mani in tasca mentre gli occhi grigi e limpidi mi scrutavano e seguivano ogni mio movimento. Senza indugiare, avanzai, passando proprio davanti a lui, che mi prese per il polso. Era una ricorrenza, il che mi infastidiva parecchio.
«bobbiamo parlare.» Disse, con tono serio, poi mi portò in un'aula vuota e chiuse la porta, senza darmi il tempo di ribattere.
«che vuoi?» Sbottai. Mi sedetti su un banco, in modo superficiale, senza dargli troppa importanza.
Avevo deciso che avrei fatto il suo stesso gioco.
L'avrei fatto ammattire.
Mi guardava con un volto calmo, davvero troppo calmo. I suoi occhi grigi erano cupi, non lasciavano trasparire nessuna emozione e mi chiesi -per la seconda volta da quando lo conoscevo- se avesse mai provato qualcosa di concreto. «non andrai alla partita per vedere Blaise giocare.» Parlava con voce roca, bassa.
Un brivido mi percorse la spina dorsale. «ah no?» Lo schernì. «e per quale motivo?» Alzai lo sguardo su di lui. Si avvicinò a me senza mai interrompere il contatto visivo. «verrai per me, non è così?» La sua tonalità di voce era bassa, quasi impercettibile e nel suo tono c'era un pizzico di malizia. La mia bocca era asciutta, lo stomaco continuava a contorcersi mentre si avvicinava lentamente.
Lo guardai accigliata. «andrò per Blaise.» Dissi, scandendo bene il nome. I suoi occhi luccicarono e le sue labbra si curvarono in un sorriso sfacciato. Mi guardò profondamente negli occhi e fece roteare la lingua all'interno della sua guancia. Deglutii, perché non c'era nient'altro da fare. Si posizionò davanti a me, si chinò al livello del mio viso, toccando la mia coscia con la cravatta. Sorrise, un sorriso beffardo e amaro. Ed io rabbrividii, la sensazione più strana che avessi mai provato in tutta la mia vita.
«tu credi davvero che Blaise possa amarti?» Il suo sguardo era gelido. Era teso e non ne capivo il motivo.
«e tu? Tu credi che lui possa amarmi?» Chiesi di rimando, senza esitazione. Rise di gusto a questo, come se avessi appena finito di raccontare una barzelletta. «che domanda del cazzo. Lui ama solo se stesso.» Si raddrizzò, mettendo le mani in tasca.
«proprio come te.» La mia voce risultò fredda, una doccia gelida in pieno inverno. Detto ciò, mi alzai e mi diressi verso la porta. Prese il mio polso -di nuovo- e lo strinse con decisione. «non ti puoi fidare di Blaise.»
E non era come se non volessi credergli, ma onestamente, Draco Malfoy era l'ultima persona che poteva parlare di fiducia. Aggrottai la fronte. Il suo volto mostrava rabbia mentre tirava le labbra in una linea sottile.
«non posso fidarmi nemmeno di te, non più.» Dissi, con voce neutra. Lui mi lasciò il polso, come deluso e amareggiato. Ed io non dissi nient'altro, così uscii dall'aula. Percorsi il lungo corridoio fino al cortile. Mi sedetti su una panchina e chiusi gli occhi, respirando e riempiendo i polmoni di aria fresca. Le parole di Draco echeggiavano ripetutamente nella mia testa. Feci dei respiri profondi. E se avesse parlato seriamente? Se non potevo davvero fidarmi di Blaise? Perché avrebbe dovuto dirmi una cosa del genere? Altre mille domande si fecero strada nella mia mente. E con esse mille pensieri, in parte negativi.
Volevo solo il silenzio.

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora