Capitolo 2

3.6K 119 66
                                    

Selene

Alzai lo sguardo. «cosa vuoi, Malfoy?» Sbuffai.
«oh, niente. Sapevo che Blaise frequentasse brutta gente ma non fino a questo punto. Questo non me lo sarei mai aspettato, dico davvero.» Il suo tono era pieno di disprezzo, di superiorità e di odio puro.
I nostri sentimenti sono reciproci, avrei voluto urlare. Invece inarcai le sopracciglia, sperando silenziosamente che avrebbe presto perso la voglia di infastidirmi. Indossava un completo nero, le mani in tasca, i capelli platino splendevano con il riflesso della luce e la pelle chiara mi faceva venire i brividi, sembrava porcellana, bianca e delicata.
«che ne pensi se per una volta lasciassi i tuoi commenti sarcastici da parte?» Feci un sorrisetto.
Draco sapeva cosa aspettarsi da me, mi conosceva abbastanza bene ormai. Ma avevo sperato, in cuor mio, che il nostro rapporto sarebbe potuto cambiare.
Appoggiò entrambe le mani sul tavolo e si piegò in avanti, verso di me. Sentii il suo respiro sul viso e decisi di non abbassare lo sguardo. Troppo codarda, se avessi solo pensato di farlo. Così i nostri occhi si incrociarono, in quello che sembrò un tuffo nell'abisso più profondo e oscuro.
«toglimi una curiosità: com'è Blaise a letto?»
Sgranai gli occhi, inorridita da ciò che aveva appena detto. «queste non sono cose che ti riguardano, Malfoy.»
Inarcò un lato delle labbra a formare un sorrisetto sfacciato, poi si mise in posizione diritta e per un momento mi sentii in soggezione. «non ti ha nemmeno toccata, non è così?» Continuò, con irritabile sfacciataggine.
«non sono cose che ti riguardano.» Scandii bene ogni minima parola, non era come se non avesse capito, semplicemente voleva stuzzicarmi per divertimento.
Lui sogghignò, alquanto divertito.
«Draco, che ci fai qui?» La voce di Blaise fu in grado di calmarmi.
Draco si girò a guardarlo. «sono con Pansy.»
Un brivido percorse la mia spina dorsale, come una scarica elettrica. Mi strinsi nelle spalle e riempii i polmoni d'aria.
«adesso tolgo il disturbo, tranquillo Blaise.» La sua voce bassa e rauca. Non fui in grado di dire nient'altro. Rimasi ferma, al mio posto, mentre guardavo i due ragazzi torreggiare su di me. Sembravo una bambina pronta per essere sgridata da un qualsiasi adulto. Draco si girò per guardarmi un'ultima volta e fece un sorriso beffardo, poi se ne andò, lasciando finalmente me e Blaise da soli.
«ti ha detto qualcosa di brutto?» Chiese subito Blaise, come se proteggermi dall'amico fosse la sua unica priorità. Si sedette accanto a me, mentre lasciavo che la tensione mi scivolasse addosso. Draco aveva detto qualcosa di brutto? No, nulla di diverso dal solito almeno.
«nulla di importante. Sai com'è Draco.» Mi limitai a dire, con un sorriso sforzato. Blaise scrollò le spalle, come se sapesse esattamente cosa intendessi dire.
«parli come se lo conoscessi meglio di me.»
Scossi le spalle. «è così.»
Blaise mi guardò stranito, alzando un sopracciglio.
«non sarai mica una parente dei Malfoy o roba simile, vero?»
Scoppiai a ridere di gusto. Era sciocco, davvero. Anche il semplice fatto di credere che fossi una parente di Draco faceva ridere. «no! Come puoi pensarlo?»
Blaise era più confuso che mai e decisi che raccontargli un po' di me non mi avrebbe uccisa. «io e Draco ci conosciamo da quando siamo bambini. Mio padre lavorava per Lucius Malfoy.» Blaise mi guardava, era evidentemente confuso.
Restò in silenzio per alcuni secondi, poi parlò. «qualcosa a che vedere con la magia?» Mi chiese, a bassa voce. Rabbrividii un'altra volta, ma scossi la testa con veemenza. «in realtà mio padre era un babbano. È morto anni fa.» Dissi, alla fine. Dirlo mi aveva fatta sentire vuota. Non pronunciavo mai davvero quelle parole, non era come se avessi voglia di gridare al mondo che mio padre era morto.
Blaise mi toccò la spalla, con gentilezza e delicatezza. «mi dispiace.»
Feci un sorriso sforzato.
«comunque non riesco a capire come tu sia riuscita a sopportare Draco per così tanto tempo.» Disse successivamente, cercando di riportare la conversazione in un territorio comune. Io scossi le spalle, per quella che sembrò la millesima volta in meno di un'ora. «non è sempre stato così arrogante e superficiale.» Ripensai ai momenti felici che avevamo passato da piccoli. No, Draco Malfoy non era sempre stato arrogante e superficiale.
Continuammo a parlare del più e del meno. Blaise era un'ottima compagnia, davvero, ma il suo interesse per il Quidditch andava oltre ogni mia aspettativa. Rischiai addirittura di addormentarmi mentre mi spiegava una possibile strategia di gioco. «allora, che vuoi fare adesso?» Aveva un sorriso da ebete stampato in faccia.
«non lo so, credo sia meglio tornare a Hogwarts.» Speravo davvero che fosse d'accordo con me, ero piuttosto stanca e non avrei avuto comunque le forze per fare nient'altro. Con mia grande fortuna, Blaise sembrava stanco quasi quanto me e si limitò ad annuire, poi si alzò, sistemandosi la giacca del vestito. Presi la sciarpa, mi alzai e seguii Blaise verso l'uscita. Appena fuori, l'aria gelida colpì il mio viso e mi maledissi per non aver indossato qualcosa di più pesante. Blaise prese la mia mano tra la sua -probabilmente era stato un gesto istintivo, ma comunque sentii le guance accaldarsi.
Mi piaceva trascorrere del tempo con lui ma non ero pronta. Il punto era che lo avevo sempre considerato un amico e non ero davvero alla ricerca di una storia. Pensavo che fosse abbastanza ovvio, ma a quanto pare mi sbagliavo.
Staccai la mano e Blaise mi guardò.
«scusa.. è che...» Iniziai, ma lui mi interruppe.
«no, scusami tu. È troppo presto, hai ragione.» Disse, in fretta. Cercai di sorridere per alleggerire l'atmosfera già abbastanza pesante, ma uscì più una smorfia che Blaise accettò comunque, con gratitudine.
Arrivati a Hogwarts, percorremmo i corridoi in silenzio, lanciandoci occhiate imbarazzate e sorrisi sghembi. Scendemmo le scale di marmo verso i sotterranei e, una volta detta la parola d'ordine al quadro, entrammo insieme in Sala Comune, quasi totalmente vuota a parte un gruppo di studenti radunati attorno al tavolo.
«d'accordo, io vado in stanza. Ci vediamo in giro, Selene.» Mi sorrise, gentilmente. Sorrisi anche io, ero felice. Dopo tanto tempo ero felice e non mi sembrava neanche vero. Il mio stomaco era in subbuglio e sentivo che avrei potuto sorridere a chiunque avessi incontrato. «ci vediamo in giro, Zabini.» Dissi soltanto, cercando di mantenere a freno la mia gioia. Lo vidi allontanarsi verso il dormitorio maschile, poi sentii la risata di qualcuno. Impossibile per qualcuno non riconoscerla. Odiavo a morte la sua risata. Odiavo lui e tutte le cose che faceva.
«se vuoi dire qualcosa fallo e basta, Malfoy.» Lo guardai, irritata, intrecciando le braccia al petto.
Era seduto su un divano, davanti al camino. Giocherellava con la sua bacchetta mentre le sue labbra si piegavano in un sorrisetto sfacciato. «sai, penso proprio che dovresti cambiare il modo in cui mi parli.» Si alzò e venne verso di me. Deglutii e alzai lo sguardo su di lui. Era più alto di me, ma non mi sarei mai sentita in soggezione. Se era quello il suo intento, avrebbe potuto anche lasciar perdere.
«cosa c'è? Non hai più la lingua?» Continuò ad avanzare ed io rimasi ferma, con i piedi incollati al pavimento. Draco alzò la mano e mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Si abbassò al livello del mio viso. Solo in quel momento mi resi conto di quanto fossero grigi i suoi occhi. Forse perché, in tutti quegli anni, non mi aveva mai guardata negli occhi come stava facendo in quel momento.
«ti sei divertita con Zabini?» Chiese, a bassa voce.
«da morire.» Risposi, sfidandolo.
Lui sorrise e fece roteare la lingua all'interno della sua guancia.  «ci vediamo domani in classe, Selene.» Il mio nome scivolò tra le sue labbra con tanta leggiadria da farmi rimbambire. Seguii il movimento della sua bocca, il modo in cui passò la lingua tra le labbra, il modo in cui il suo pomo d'Adamo oscillò.
Detto ciò, si allontanò e io tornai a respirare regolarmente. Entrò nel dormitorio maschile, mentre prendevo di nuovo padronanza del mio corpo. Solo in quel momento mi resi conto di quanto facesse caldo. La testa pulsava e credevo di poter iniziare a sudare da un momento all'altro. Io e Draco eravamo così vicini, il suo profumo era ancora nelle mie narici e la sua voce fischiava nelle mie orecchie come un campanello d'allarme. Scossi la testa, risvegliandomi dai miei pensieri. Mi diressi verso il dormitorio femminile ed entrai nella mia stanza. La luce soffusa mi fece sentire a mio agio.
Mi buttai sul letto, sfinita. Non riuscivo ancora a capire cosa fosse successo minuti prima. Quando eravamo piccoli era così diverso... sempre gentile, sorridente, affettuoso. Non lo riconoscevo più e a volte credevo davvero che se avessi cercato di mantenere vivo il rapporto, lui si sarebbe comportato diversamente. Insomma, non mi aspettavo degli elogi o cose simili, ma avrei voluto essergli almeno amica... solo per avere il suo rispetto. Mi trattava come se non mi conoscesse da una vita, come se da piccoli non avessimo giocato insieme. Avrei voluto rinfacciargli questo e molto altro, ma il mio ego me lo impediva. Draco Malfoy non avrebbe avuto niente da me, nemmeno un piccolo spazio nei miei pensieri.
Mi alzai dal letto, sistemai la mia stanza e misi vestiti più comodi. Ripassai Trasfigurazione, il giorno dopo ci sarebbe stato un test e non avevo alcuna intenzione di prendere un voto negativo. All'ora di cena uscii dalla mia stanza e incontrai Pansy.
«guarda un po' chi c'è. Dove sei stata tutto il pomeriggio?» Chiese, sistemandosi i capelli. La gonna corta le scopriva le cosce e la camicia era un po' sbottonata, lasciando intravedere il reggiseno di pizzo nero.
«sono uscita.» La mia risposta fu secca, non lasciai trasparire nulla, eppure l'odio e il ribrezzo che provavo nei suoi confronti mi costringevano a tenere i pugni serrati lungo i fianchi. Pansy fece un sorrisetto e mi sorpassò, dandomi una spallata. Entrò in stanza sbattendo la porta alle sue spalle e io sobbalzai. Entrai in Sala Grande alcuni minuti dopo. Era il mio posto preferito dopo la Sala Comune Serpeverde. La sala era lunga circa trentacinque metri, c'erano quattro grandi tavoli, uno di fianco all'altro. Noi studenti utilizzavamo la Sala Grande per mangiare o per fare i compiti e, quando non era affollata, era il luogo perfetto per concentrarsi. Mi sedetti al mio posto, in fondo al tavolo. Il soffitto della sala rispecchiava il cielo all'esterno, dando l'impressione di trovarsi in uno spazio aperto, illuminato tramite delle candele illusorie, parte integrante dell'incantesimo.
Quando fummo tutti seduti, il preside diede inizio alla cena. Riuscii a vedere Draco seduto vicino a Pansy. Gli stava appiccicata come se la sua vita dipendesse dal suo tocco. Per un momento mi invase la voglia di dirle di farlo respirare, poi mi ricordai che si trattava di Malfoy, e quindi avrebbe potuto anche strozzarlo.
Draco si girò verso di me e io abbassai velocemente lo sguardo, ma questo non bastò. Solo con il tempo mi sarei resa conto che, anche fra mille persone, io avrei sempre incontrato i suoi occhi.
«disturbo?» Blaise aveva un piatto tra le mani e un sorriso stampato in faccia.
«certo che no.» Sorrisi, scostandomi leggermente per invitarlo a prendere posto accanto a me. Mi girai dall'altro lato, cercando Draco con gli occhi. Incrociai il suo sguardo e, per una frazione di secondo, Blaise, Pansy e tutti gli altri scomparvero.
Solo lui.
Mi girai verso Blaise quando mi chiamò più volte, riportandomi alla realtà.
Ritornata in stanza, misi il pigiama e mi infilai a letto. Ero davvero esausta.
Quella notte mi addormentai quasi subito.

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora