Capitolo 14

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Draco

Vidi la luce nei suoi occhi affievolirsi fino a spegnersi completamente.
L'avevo distrutta.
«Perché me lo hai detto?» La sua voce era strozzata e giurerei di aver visto una lacrima pronta a rigarle la guancia.
«Ti sei fatta scopare da Blaise, era il minimo.»
Sgranò gli occhi, come presa di soprassalto. «Come?» Sembrava turbata. «Draco io non...» Mormorò. Vidi una lacrima rigarle quel suo viso delicato e fragile. «Io e Blaise non abbiamo mai fatto niente.»
Sembrava sincera, era davvero molto brava a mentire. «Draco, devi ascoltarmi.» Fece un passo verso di me e serrai la mascella.
Deglutì, poi riprese a parlare.
I suoi occhi erano pieni di lacrime e mi domandai se non fosse davvero sincera. «Non so chi ti abbia detto questa cosa, ma non è vera. Tu... sei stato il primo e l'unico, sarai sempre l'unico.»
La amavo con tutto me stesso ma non potevo crederle.
Ero davvero l'unico? E lo sarei stato per sempre? Sapere che ero stato l'unico ad averla toccata, ad averla fatta sentire bene e ad aver guardato ogni centimetro del suo corpo nudo, mi fece rasserenare notevolmente.
«Tu non mi credi.» Disse, dopo alcuni secondi in pieno silenzio.
Parlò a bassa voce e quasi non sentii quello che aveva appena detto.
Sembrava delusa, amareggiata.
Si massaggiò le tempie.
Stava per esplodere.
«Ma tu... mi spieghi che problemi hai?» Sbraitò.
Feci per parlare ma mi zittii all'istante. «Con te non c'è mai una svolta, è come se ci stessimo parlando per la prima volta. Credevo che ormai fossimo... una coppia, non lo so, qualsiasi cosa... ma mi sbagliavo. Sento di essere ritornata indietro nel tempo.» Fece un sospiro. Avrei voluto dirle che era la mia unica possibilità di diventare una persona migliore.
Mi aveva insegnato ad amare qualcuno oltre le proprie capacità... la amavo oltre le mie capacità.                                                                                 «Mi spieghi come te lo devo dire?» La guardai, aveva la voce tremolante.
Era a pezzi, sembrava che non avesse nemmeno le forze per parlare. Ed era colpa mia, era solo colpa mia se stava così male.
«Cosa?» Chiesi. Guardò altrove, poi me.                                               «Che ti amo.»
Il mio cuore perse un battito.
Il suo amore era tutto per me, nessuno mai avrebbe potuto portarmela via. Afferrai la manica della sua divisa, spingendola contro il mio petto.
Mi era mancata così tanto.
Misi una mano dietro la sua testa e la baciai.
Quei pochi secondi, furono i più belli di tutta la mia vita. Le sue labbra erano proprio come me le ricordavo.
Il suo profumo mi invase le narici.
Non doveva lasciarmi mai più.
Si staccò da me.
Mi guardò inorridita, poi mi tirò uno schiaffo.

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Selene

Gli tirai uno schiaffo così forte che la mano mi si indolenzì subito dopo.
Draco girò lentamente la testa verso di me e incontrai i suoi occhi, i pugni serrati lungo i fianchi e la mascella contratta.
Come poteva credere che lo avrei perdonato? Mi aveva baciata e credeva che sarebbe tornato tutto alla normalità?
Pensava che fossi andata a letto con Blaise e per ripicca lui era andato con Pansy. No, un bacio non bastava. L'immagine di Pansy che gemeva mentre Draco affondava in lei mi fece venire la nausea. «Che cazzo di problema hai?» Sbraitò.
Ma come osava...
Feci un passo verso di lui.
«Non provare a parlare. Ti sei scopato Pansy. L'hai portata nel nostro letto solo per farmi un dispetto.» Gli puntai il dito contro.
«Ma cos'hai al posto del cervello? Come hai potuto credere che io e Blaise... cazzo, ma come ti viene in mente?» Mi stupii delle parole che stavo usando.
Mi strattonai i capelli. «Tu sei malato, Draco. Sei all'interno del tuo buco nero e stai cercando di trascinare anche me.»
I suoi occhi erano gelidi e pesanti. Pensai che potessero davvero schiacciarmi da un momento all'altro. Sapevo che mi sarei pentita di quello che gli stavo dicendo, ma ero arrabbiata... non ero mai stata così tanto arrabbiata in vita mia.
«Perché non lasci che io ti ami? Che ti stia accanto?» Una lacrima rigò il mio viso. Stavo parlando troppo.                                                           Dopo, frasi che non mi sarei mai immaginata potessero uscire dalla bocca di Draco:
«Perché le persone se ne vanno sempre e tu rimani lì ad aspettare, col cuore a pezzi... e ti porti quella nostalgia sulle spalle, come un macigno, che ti fa tremare le mani e le gambe e che nessuno può toglierti di dosso, perché gli abbandoni ti lasciano soltanto la convinzione di non essere abbastanza per meritarti l'amore di qualcuno.» Riprese fiato e poi concluse: «Ho paura di perderti perché ho visto tutti quanti andare via... perché non riesco più ad amare. Ed è per questo che non devi starmi accanto. Hai ragione, sono all'interno del mio buco nero e vorrei trascinare anche te, ma questo non deve succedere.»
Rimasi spiazzata da quei concetti tanto semplici quanto taglienti. «Draco...» Mormorai, quasi dolorante, come se qualcuno mi avesse tirato qualcosa addosso. Feci un passo verso di lui ma si scostò.
Lui credeva di non meritare il mio amore.
Ma come poteva pensare una cosa del genere? Lo amavo più di qualsiasi altra cosa al mondo, era tutta la mia vita.
«Forse è meglio mantenere le distanze... almeno per un po'.» Parlò lentamente, come se gli pesasse dire quelle parole, e forse era così.
Nei suoi occhi vidi l'insicurezza e l'incapacità di dire qualsiasi altra parola. Abbassò lo sguardo.
Non riuscivo a stare senza di lui nemmeno per un giorno, figurarsi "per un po'"di tempo. Voleva chiudere la nostra relazione -o qualsiasi cosa fosse-, ma io non ero pronta a lasciarlo andare e non lo sarei mai stata. Nonostante lui mi avesse trattata male, mi avesse fatto sentire così piccola e sbagliata, ero pronta a perdonarlo. E l'avrei perdonato altre mille volte per mille motivi diversi. Ero una stupida? Forse.
Ma appartenevo a lui tanto quanto lui apparteneva a me.
«Draco...» Sussurrai.
Alzò lo sguardo e i nostri occhi si incrociarono, mi erano mancati così tanto. «Niente e nessuno riuscirà a cambiare quello che provo per te.» La mia voce tremava, avevo bisogno che lo sapesse. Volevo sapesse quanto amore ero disposta a donargli.                                                            «Perché sei disposta a perdonarmi?» Sembrava quasi stupito. E lo capivo... insomma, ammetto che una parte di me, la parte integra e composta, non l'avrebbe mai perdonato. «Perché ti amo.» Gliel'avevo ripetuto così tante volte che quasi mi imbarazzai.
Perché non lo capiva?
«Merda, Selene. Questa relazione è tossica. Vuoi perdonarmi nonostante i miei sbagli del cazzo.» Si passò una mano fra i capelli, come se fosse esausto o addirittura disperato. «Sei proprio una stupida se pensi che non ti mentirò mai più.» Sibilò.                                                                       Scossi la testa.
«Devi ascoltarmi: questa relazione non ci arrecherà nulla di buono.» Concluse. Bisbigliò qualcosa che non riuscii a capire, portandosi i capelli all'indietro.
«La smetti di parlare così? Credi davvero che il nostro amore possa danneggiarci?» Alzai la voce, lui posò gli occhi su di me e infilò le mani in tasca.
«Il nostro amore? Forse intendevi il tuo amore.»
Sbiancai.
Non mi amava?
Sentii la testa appesantirsi e le mani iniziarono a tremare. Annuii lentamente e mi voltai per andare in Sala Comune.
Mi prese il polso e lo strinse con tanta forza che mugolai per il dolore. Il dolore, però, scomparve all'istante, era come se non sentissi più nulla. Se mi avessero tirato addosso un macigno non l'avrei nemmeno sentito.
Non esageriamo, pensai. Mi voltai, probabilmente avevo uno sguardo sconvolto perché mi guardava come se stessi per cadere a terra.
«Lasciami.» Biascicai. Lo strattonai ma strinse ancora di più la presa.
Non so se avrei preferito tirargli un altro schiaffo o andare in camera per starmene da sola. Molto probabilmente -anzi, sicuramente- la prima opzione. Mi avvicinai al suo viso.
«Non venire a rovinare la mia pace solo perché non riesci a trovare la tua.» Parlai con una smorfia sul viso.
Lo strattonai ancora e mi liberai dalla sua presa.
Il polso era rosso ma non sentivo dolore, forse per l'adrenalina che mi scorreva nelle vene. Appena arrivata in Sala Comune, corsi immediatamente nella mia stanza e chiusi la porta a chiave.
Mi buttai sul letto e osservai il soffitto.
Draco non mi amava.
Gli avrei dato il mondo.
Ma a lui il mondo che volevo dargli non piaceva.
Mi massaggiai le tempie, perché era sempre tutto così complicato con lui?
Cercai di trattenere le lacrime, ne avevo versate davvero troppe per uno come lui e mi impedii di farlo ancora. Bussarono alla porta e scattai in piedi, girai la chiave nella serratura e la aprii lentamente.
Blaise era sulla soglia con le mani in tasca e un'espressione tranquilla sul viso, il suo volto era sempre così dolce e calmo. Gli feci cenno di entrare e mi diressi verso la scrivania, mettendo a posto alcuni fogli e libri cercando di evitare il suo sguardo.
«Va tutto bene?» Mi sfiorò il braccio mentre mi giravo a guardarlo.
Blaise era un bellissimo ragazzo ma i suoi lineamenti non erano delicati come quelli di Draco e quando mi toccava non provavo niente... nonostante ciò, volevo e dovevo dimenticarmi di quel biondo ossigenato e avrei fatto di tutto per togliermelo dalla testa. Annuii sfoderando uno dei sorrisi più falsi che potessi mai fare.
«Vuoi dormire qui stanotte?» Gli chiesi. Sembrava più una supplica che una richiesta.
Blaise mi guardò un po' stranito, poi si riprese mostrando i suoi denti bianchi in un caloroso sorriso. «Si, certo.» Disse, anche se sembrava ancora un po' scettico.
Sorrisi e continuai a sistemare la scrivania.

Blaise aveva portato un po' della sua roba nella mia stanza. La mia richiesta di passare la notte insieme non prevedeva fare sesso con lui, a dire il vero non ci avevo mai pensato, non che mi interessasse davvero.
Volevo solo passare del tempo in sua compagnia... insomma, dovevo dimenticarmi di Draco e innamorarmi di Blaise.
Era abbastanza semplice, no?

Trascorsi il resto della giornata nella mia stanza, in compagnia di Blaise. Gli feci un sacco di domande inerenti alla sua famiglia, ai suoi hobby e ai suoi progetti dopo Hogwarts.
Blaise era una persona davvero interessante: gli piaceva giocare a scacchi e nutriva una passione per i draghi, ma dopo gli studi voleva dedicarsi al Quidditch. Non ero poi così stupita, Blaise faceva parte della squadra ed era molto bravo. Pensai che avrebbe avuto ottime possibilità di entrare a far parte di una squadra di giocatori professionisti. Gli parlai della mia famiglia, della mia mamma, del mio papà e della mia vita prima di entrare ad Hogwarts.
Omisi i dettagli in cui era presente Draco. Aveva influenzato molto la mia vita ed era quasi impossibile non parlare di lui.

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28 dicembre 1997

Mi svegliai nel cuore della notte, Blaise mi cingeva in vita con il suo braccio robusto, il suo respiro colpiva il mio collo e pensai che se ci fosse stato Draco, molto probabilmente, il mio corpo sarebbe stato invaso dai soliti brividi.
Spostai delicatamente il suo braccio dalla mia vita, cercando di non svegliarlo. Quando mi alzai feci un sospiro di sollievo.
Blaise dormiva ancora attorcigliato tra le lenzuola mentre con la mano tastava il materasso, cercandomi a tentoni.
Avrei pensato fosse carino il fatto che lui mi cercasse anche mentre dormiva ma il mio ego mi impediva di paragonarlo a Draco. Mi sgranchii le gambe, poi aprii la porta e percorsi il corridoio che portava alla Sala Comune.
La grande stanza era vuota, il rumore dell'acqua del lago nero affievolì il mio nervosismo.
I camini erano accesi e sul grande tavolo rotondo c'erano dei libri sparsi a caso.

Uscii dalla Sala Comune e mi diressi verso la torre di astronomia: a quell'orario non ci sarebbe stato nessun altro a parte me e avevo bisogno di respirare un po' d'aria fresca. Quando raggiunsi la cima, circa quindici minuti dopo, feci un sospiro e appoggiai le mani al parapetto gelido.
Sull'acqua, i riflessi della luna, ondeggiavano delicatamente, come se fossero stati creati per fare solo ed esclusivamente quello.
Chiusi gli occhi riempiendo i polmoni di quell'aria tanto pura.
«Che ci fai qui?»

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Spazio autrice.

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Marika <3

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora