Capitolo 26

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Selene

Le tende coprivano la piccola finestra della mia stanza, che era comunque illuminata da una luce soffusa e opaca. Mi stiracchiai sul letto, incerta sull'alzarmi e scendere di sotto o rimanere un altro po' a oziare sul letto.
Optai per la prima opzione, odiavo stare a letto fino a tardi, sembrava che sprecassi il mio tempo - non che avessi molto da fare quel giorno. Quindi, con mio grande rancore e titubanza, mi obbligai a strisciare fuori dal letto e ad uscire dalla mia stanza con le gambe ancora pesanti e gli occhi che minacciavano di chiudersi in continuazione. Scesi le scale, sbadigliando ogni due per tre. Quella mattina pioveva e faceva un freddo cane. La pioggia gelida colpiva con violenza i vetri delle finestre quando entrai in cucina. Mia madre trafficava con dei piattini in ceramica da caffè. Spostai lo sguardo e seduto al tavolo rotondo vidi Magnus, tra le mani aveva una pergamena.
Perfetto. Si è trasferito da noi, per caso? «Buongiorno» Borbottai, stropicciandomi gli occhi. Magnus alzò di scatto lo sguardo lasciando cadere la pergamena sul tavolo. «Oh, buongiorno.» Sorrise e lo feci anch'io, di rimando. Mia madre mi baciò la testa e sistemò delle tazzine da caffè su un vassoio apposito.
«Selene?» La voce di Magnus risuonò nelle mie orecchie. Chiusi gli occhi, ancora intontita per il sonno. Poi li aprii e lo guardai, le guance rosee -supposi per il freddo- e gli occhi luccicanti. «Mh?» Non avevo ancora le forze per creare una frase di senso compiuto. Presi una tazza, il caffè nero al suo interno fumava ancora.
Caffè caldo, proprio quello di cui ho bisogno adesso.
Mi appoggiai al bancone con i gomiti e bevvi un sorso di caffè.
«Volevo chiederti se... insomma, se ti andasse di venire con me e mio padre a Malfoy Manor, domani sera.»
Sputai il caffè sul bancone.
Che?!
Malfoy Manor. Domani sera. Draco.
Magnus mi guardò, allarmato e angosciato.
Mia madre, dietro di me, trattene una risata -con scarsissimi risultati- e si coprì velocemente la bocca.
«A... a Malfoy Manor?» Balbettai, tirandomi su e prendendo una pezza bagnata per pulire il bancone ricoperto di caffè.
«Ecco, festeggeremo capodanno con loro. Voglio dire, è pur sempre la famiglia di mio padre.» Scrollò le spalle. Ma certo, come avevo fatto a non pensarci? Sirius Black e Narcissa Malfoy (nata Black) erano cugini, era abbastanza ovvio che avrebbero trascorso almeno una festività insieme. Mi sentivo così stupida per non averci mai pensato prima. In ogni caso, Draco aveva detto che non sarebbe tornato a casa, e sembrava molto sicuro. Non ci sarebbe stato, aveva detto esplicitamente che voleva rimanere ad Hogwarts per le vacanze.
E se avesse cambiato idea poiché io sono tornata a casa? Pff, no. Non sono così importante. Magari Pansy è con lui. Magari sono rimasti gli unici Serpeverde e adesso avranno l'intero dormitorio e l'intera Sala Comune tutta per loro. Certo, dev'essere così.
Non vedevo Narcissa da anni ormai, forse sarei dovuta andare? Tuttavia, quella casa, per quanto tetra e cupa, custodiva dei ricordi importanti. Avrei pensato a Draco se fossi andata. Ma forse avrei potuto parlare con Narcissa, magari aveva parlato con il figlio e avrei potuto ricavare qualche informazione su come stesse passando le vacanze.
Ma perché tutto deve girare intorno a lui? Come se non potessi prendere una decisione senza che lui la ostacoli. Guardai Magnus che si dondolava sui talloni, più incerto e titubante di prima. Lanciai un'occhiata a mia madre che mi fece un sorriso rincuorante e mi accarezzò la schiena.
«Tesoro, pensi che lui... insomma, sarà lì?» Disse mia madre, sottovoce, così che potessi sentire solo io. Magnus parve capirlo e si allontanò un po', iniziando a leggere le ricette scritte con un gessetto sul tabellone.
«Mi aveva detto che sarebbe rimasto ad Hogwarts.» La mia voce tremava, avevo la gola serrata e le gambe molli.
«E allora qual è il problema?»
Chiusi gli occhi e feci un respiro lungo e profondo. Qual era il problema? «Senti, tesoro, hai bisogno di uscire e di svagarti. Sarai con Magnus e non si tratta certo di passare la notte a Malfoy Manor. È una semplice cena, scommetto che non penserai nemmeno a Draco.»
Trasalii al suo nome.
Mia madre ha ragione, pensai.
Draco era ad Hogwarts, non l'avrei visto fino al 2 gennaio, quando sarebbero riprese le lezioni. Prima di allora, mi dissi, posso rimanere tranquilla. Volevo vedere Narcissa, e comunque avrei avuto Magnus con me, non c'era nulla da cui sarei dovuta scappare, in ogni caso. «D'accordo.» Mormorai, con la testa bassa. Con la coda dell'occhio, vidi Magnus alzare di scatto la testa.
«Oh... bene, allora. Ti passo a prendere domani pomeriggio, se per te va bene.»
Annuii debolmente, ancora abbastanza scossa.
«Magnus, perché non pranzi con noi? Immagino che tuo padre sia ancora molto impegnato con l'Ordine.»
L'Ordine.
Mi ero totalmente dimenticata di chiedere informazioni a mia madre, ma non ero dell'umore giusto per fare domande. Onestamente, l'Ordine -qualsiasi cosa fosse- avrebbe potuto aspettare. Ero riuscita a non pensare a quel dannato ragazzo per ore. Ore. Il che, almeno per me, era un record. Era come se lo facessero di proposito. Cercavo di non pensarci e quando arrivavo a un buon punto era come se mi buttassero di nuovo giù. Adesso il suo nome invadeva ogni piccola parte di me, il ricordo delle sue labbra sulle mie, del suo tocco, della sua voce. Ero davvero disposta a donargli me stessa.
Fai tutto ciò che vuoi, ma lascia che ti stia accanto, avrei voluto dirgli.
Scegli me, in ogni momento, in ogni istante.
Ama me, sempre e solo me.
Chiusi gli occhi, cercando di trattenere le lacrime, ma era quasi impossibile. Faceva così tanto male.
Il respiro mi si fermò e presi a respirare pesantemente.
Mi manchi.
Ti prego rimani.
Non andare anche tu.
Non lasciarmi.
"Ti amo come non ho mai amato nessuna."
Draco.
Aprii la bocca, cercando di prendere aria, ma non riuscivo a respirare, sentivo solo... vuoto.
"Ho bisogno di te."
Mi aggrappai al bancone mentre le gambe iniziavano a cedere, come pioggia che cadeva a picco dal cielo, come un castello di sabbia che veniva disintegrato dal vento. Le mani tremolanti e la testa totalmente in subbuglio.
"Mi prenderò cura io del tuo cuore."
Ma il mio cuore era lacerato, era ridotto in così tanti piccoli pezzi che era impossibile ricomporlo.
La testa mi girava, non sentivo più le gambe adesso e la voce di mia madre echeggiava nelle mie orecchie come un ricordo lontano. Avrei voluto distendermi e chiudere gli occhi, ero così stanca.
"Dimmi che sarà per sempre."
La sua voce, la voce della persona che amavo con tutta me stessa e che mi aveva spezzato il cuore, riempiva il mio corpo mentre i ricordi che avevo di lui, di noi, affioravano nella mia mente, come una lunga sequenza di flashback. Sentii mia madre prendere il mio viso fra le mani, e vidi Magnus, il viso paonazzo e gli occhi spalancati mentre si posizionava dietro di me per reggermi la testa.
"Sono orgoglioso di te, figlia mia."
Papà.

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora