Capitolo 19

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Draco

PRIMO GIORNO SENZA DI LEI

29 dicembre 1997

Il suo ricordo non era mai stato così vivido. Il suo sorriso, la sua voce, il suo profumo, tutto di lei era impresso nella mia mente. Non avevo mai creduto nell'amore, tanto meno nel soffrire per esso, ma la sua mancanza mi lacerava il cuore, lo distruggeva in mille pezzi, lo riduceva in frantumi. Le mie giornate erano vuote, le mie notti insonni. Con lei se n'era andata anche una parte della mia anima e del mio cuore. Da quando aveva lasciato Hogwarts, non avevo messo piede fuori dalla mia stanza e non mi stupii accorgendomi che a nessuno importava se stessi chiuso in camera da ore.
Non avevo ancora cambiato le lenzuola, profumavano di lei... mi aiutava a sentirla vicina.
Per un momento, pensai di chiamare mia madre per andare a trovarla a Malfoy Manor ma mi dissi che era una pessima idea: preferivo stare chiuso in camera, aspettando il ritorno della ragazza che amavo, piuttosto che passare del tempo con mio padre. Mi buttai sul letto, osservando il soffitto, mentre il rumore dell'acqua del lago inondava la mia stanza cupa e buia.
Mi chiesi se fosse arrivata a casa, se stesse bene, se sentisse la mia mancanza.
Certo che non sente la mia mancanza.
Mi ero comportato da stronzo, l'avevo fatta soffrire, avevo spento la sua luce. Mi alzai dal letto e mi sedetti alla scrivania in mogano. I libri erano ancora sparsi per terra, le mensole vuote mi ricordarono un po' la mia anima. Presi un foglio e una penna, bagnai la punta di quest'ultima con l'inchiostro nero e scrissi una lettera per lei... una lettera che non le avrei mai inviato.

È così difficile dimenticarti?
Te ne sei andata soltanto ieri ma non ho fatto altro che pensarti.
Dimmi, è possibile sentire la mancanza di una persona a tal punto da non riuscire a mangiare e a dormire?
Probabilmente se mai leggessi queste parole ti sembrerei uno stupido. In fondo, parliamo di colui che ha tutte ai suoi piedi, no?
Ti auguro di incontrare qualcuno che ti sappia amare, che ti rapisca il cuore a tal punto da farti stare male la sua assenza. Spero che un giorno tu possa provare qualcosa di tanto grande per qualcuno quanto ciò che provo io per te. Mi auguro che tu venga ricambiata e che qualcuno possa donarti tutto l'amore di questo mondo. Vorrei tanto che quella persona fossi io, ma hai deciso di andartene e mi hai lasciato in mezzo a tutto questo caos, ma non importa... sarò in grado di andare avanti da solo, anche se la tua assenza mi riduce il cuore in frantumi.
Mi sono innamorato di te quando ho capito che eri disposta a tutto per proteggere il nostro rapporto, per proteggere me, te, noi.
Ti amo come non ho mai amato nessuna e se uno dei due merita di essere felice, quel qualcuno sei proprio tu. Spero tu possa dimenticarti di me, se è questo quello che vuoi davvero. Scusa per la negatività, per la tristezza, per le lacrime. E grazie per avermi insegnato ad amare qualcuno oltre le proprie capacità... ti amo oltre le mie capacità.
Per sempre tuo,

Draco Malfoy.

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Selene

Esitai per qualche attimo davanti la porta della piccola casa in cui avevo trascorso la mia infanzia e la mia gioventù. La neve copriva il piccolo giardino e dal camino usciva una grande nuvola grigia. Feci un respiro profondo e picchiai sulla porta con le nocche gelide.
Quando la porta si aprì, mia madre sgranò gli occhi e mi abbracciò. Il suo profumo era quello di sempre, lei era quella di sempre. Indossava un vestito che le arrivava appena sopra le ginocchia e un grembiule da cucina bianco con dei fiorellini rosa. I capelli neri e ondulati le arrivavano al di sotto delle magre spalle, erano spettinati in un modo artistico. «Tesoro, sei qui.» Disse, tenendomi stretta a sé.
Quando si staccò dall'abbraccio, mi fece cenno di entrare e chiuse la porta alle nostre spalle. La casa era proprio come l'avevo lasciata: il camino era acceso, il piccolo albero di Natale era sistemato all'angolo della stanza, decorato con palline color oro e rosso e luci dal colore caldo; dalla cucina proveniva un profumino delizioso che mi fece venire l'acquolina in bocca. Ero a casa, finalmente.
«Credevo rimanessi ad Hogwarts quest'anno.» Mia madre prese il mio bagaglio e lo sistemò sul divano bordeaux.
«Volevo farti una sorpresa.» Mentii.
Mia madre mi guardò, sorridendomi calorosamente.
«Che splendida idea!» Mi abbracciò ancora una volta, poi si diresse in fretta e furia verso la cucina. «Avrai fame, vuoi mangiare qualcosa?» Quando entrai in cucina la vidi davanti ai fornelli alle prese con un vassoio pieno di biscotti. «Ti va una tazza di latte?» Mi domandò, poggiando delicatamente il vassoio sul bancone in marmo.
Annuii silenziosamente mentre mi sedevo a tavola.
Osservai la stanza, su una parete era appeso un grande tabellone con varie ricette per torte e dolci di ogni tipo. Il piccolo tavolo rotondo era coperto da una sottile tovaglia bianca, ornata con ghirigori dorati. Ringraziai mia madre quando posò sul tavolo una tazza di latte caldo e un piattino con i biscotti appena sfornati.
Prese posto accanto a me, accarezzandomi la schiena. «Allora, come stai? Come va ad Hogwarts?» Chiese, con voce dolce e gentile.
Masticai lentamente e bevvi un sorso di latte, cercando di prendere tempo. Non avevo mai mentito a mia madre... cosa le avrei dovuto dire?
Sai mamma, Draco Malfoy mi ha spezzato il cuore e ho un disperato bisogno di stare lontana da lui.
No, suonava troppo male anche se, in fin dei conti, non era nient'altro che la verità. «Va tutto alla grande.» Dissi, alla fine.
Lei parve non crederci ma, con mio grande stupore, non fece altre domande. Guardai l'orologio, erano ormai le dieci di sera e io ero esausta, sia fisicamente che emotivamente.
Durante il viaggio verso casa ne avevo approfittato per pensare a quanto era accaduto meno di ventiquattro ore prima.
Mi chiesi se Draco stesse bene e se sentisse la mia mancanza.
La mia mancanza? Sicuramente se la starà spassando con Pansy.
Mi obbligai ad accantonare quel pensiero terrificante in un angolo remoto della mia testa.
«Tesoro?» La voce di mia madre mi risvegliò dai miei pensieri. Strizzai gli occhi e mi girai a guardarla. «Sei molto stanca, va a letto.» Prese la mia mano fra le sue, mi era mancano il suo soffice e delicato tocco.
Annuii e mi alzai. Entrai in salotto e presi il mio bagaglio, salii le scale che portavano al piano di sopra e mi infilai nella mia stanza, socchiudendo la porta. Lasciai cadere il bagaglio a terra e attesi che arrivasse la nostalgia, ma non ci fu verso di farla affiorare nei paraggi del mio cuore. Di solito quando una ragazza, che ha lasciato casa da pochi mesi, ritorna nella stanza della sua infanzia magica e della sua giovinezza spensierata, sente qualcosa di simile alla nostalgia o addirittura al rimpianto... ma io non sentii nulla. Tirai fuori dal bagaglio i miei vestiti e i libri. Infilai il pigiama, posando i vestiti da lavare sulla sedia della scrivania. Mi sedetti sul letto e mi guardai attorno, anche la mia stanza non era cambiata, le pareti bianche erano tappezzate da foto di quando ero bambina: una foto risaliva a sette anni prima e mi ritraeva con la mia bacchetta fra le mani; in un'altra ero in compagnia di mio padre, lui mi teneva in braccio mentre ridevo. Sorrisi malinconicamente, ricordandomi quanto fossi felice anni prima. Quando spostai lo sguardo verso il piccolo comodino accanto al letto mi bloccai, vedendo una foto che ritraeva me e Draco da bambini. Presi la foto fra le mani tremolanti e mi chiesi cosa avessi trovato di tanto affascinante in Draco. Forse gli occhi? Il fisico? Perché, parlando sinceramente, il suo carattere non era dei migliori, per non parlare delle sue azioni.
Sussultai quando mia madre aprì delicatamente la porta. Infilai la foto sotto la coperta di seta rosa e mi alzai subito dopo, facendo finta di sistemare il letto.
«Tesoro, posso entrare?» Chiese mia madre, con voce dolce.
«Si, certo.» Dissi, mentre mi dirigevo verso la scrivania per sistemare i libri. Mia madre si accomodò sul letto e iniziò a scrutarmi mentre cercavo di non attirare l'attenzione. Nervosa com'ero, l'attenzione l'avevo già attirata... eccome se l'avevo fatto.
«D'accordo, tesoro. Adesso basta, siediti e dimmi che succede.» Colpì delicatamente il materasso con il palmo della mano, invitandomi a prendere posto accanto a lei.
Feci come aveva chiesto e mi sedetti di nuovo sul letto. «Mamma, sto bene... davvero. Sono solo molto stanca.»

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora