Capitolo 21

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Draco

SECONDO GIORNO SENZA DI LEI

30 dicembre 1997

Il dolore non faceva altro che aumentare.
Torna da me.
Torna da me.
Torna da me.
Non ero riuscito a dormire nemmeno la seconda notte. Ero più stanco del normale, se mi avessero tirato un pugno dritto in faccia probabilmente nemmeno lo avrei sentito.
Perché faceva così male?
E se non ritorna?
E se avesse già trovato qualcuno che la rende davvero felice?
No, lei non è come le altre.
Mi ama. Le ho fatto del male ma mi ama ancora.
Un sentimento così forte non può sparire da un giorno all'altro.
Giusto?
Imprecai quando qualcuno bussò alla porta. Mi alzai dal letto lentamente, come se avessi gli arti addormentati e privi di forze.
Cazzo, ero così distrutto.
«Non ce la fate proprio a lasciarmi in pace.» Borbottai, più scorbutico del solito, e aprii la porta.
Pansy era di fronte a me, con lo sguardo basso e dei fogli in mano.
Quando alzò la testa, vidi nei suoi occhi una luce diversa, sembrava... dispiaciuta, come se provasse pena per me. Aveva gli occhi cerchiati e i capelli legati in una crocchia disordinata, sembrava non avesse chiuso occhio per tutta la notte.

Feci per chiuderle la porta in faccia ma pronunciò il mio nome con la voce strozzata, come se fosse in procinto di piangere proprio davanti a me.
«Puoi... puoi ascoltarmi per un minuto?» Biascicò. Rimasi immobile, come pietrificato. Le mani salde che tenevano ancora la porta socchiusa.
È colpa tua se Selene non è qui.
No, la colpa è solo mia, perché non riesco mai a tenermi stretto una persona. Se ne vanno tutti e il problema sono io, sono sempre stato io.
«Per favore.» Aggiunse.
Aprii la porta e le feci cenno di entrare.
Esitò per un attimo, poi si precipitò dentro a passo svelto, come se sapesse che avrei potuto cambiare idea nel giro di pochi istanti. Chiusi la porta e la guardai mentre torturava un filo che pendeva dalla gonna.
«Cosa vuoi Pansy?» Le chiesi, dopo minuti di silenzio. Fece un respiro profondo e posò i fogli sul mio letto. «Ecco... io... io volevo chiederti scusa.» Balbettò.
Risi amaramente e portai la testa all'indietro. «Credi che basti?» Dissi, la mia voce era una lama tagliente che le trafisse il cuore.
«So che non basta.» Iniziò.
Perfetto, allora vattene.
Se non puoi riportarla indietro, non mi servi.
Fece una pausa, facendo un altro respiro lungo e profondo. «Io non avevo idea che tu...»
«Che io cosa? Che la amassi?» La interruppi.
Lei annuì e abbassò lo sguardo. «Mi dispiace, Draco. Credimi, se avessi saputo che era così importante non avrei detto niente.»
Risi ancora e lei alzò lo sguardo. «Pansy, vattene.» Serrai la mascella.
Lei fece un passo verso di me. «Draco, devi credermi. Io... io sono preoccupata per te.»
Misi le mani sul viso e cercai di calmarmi.
«Non esci da questa stanza da due giorni. Ho incontrato il professor Piton ieri, mi ha detto che i tuoi voti stanno calando e che è molto deluso da te, penso si aspettasse di più, soprattutto in Pozioni.» Disse, gesticolando con entrambe le mani.
«Credi che mi importi?! La ragazza che amo con tutto me stesso se n'è andata! Lei mi odia!» Sbraitai.
Pansy fece un passo indietro, come se l'avessi appena schiaffeggiata.
«Lei... lei non ti odia.» Mormorò mentre torreggiavo su di lei.
Feci un passo verso la sua piccola figura e le puntai un dito contro. «Non parlare di lei, non devi neanche nominarla. È colpa tua se adesso non è qui con me!» Alzai ancora la voce mentre Pansy si faceva sempre più piccola.
«Non ti permettere di scaricare la colpa su di me! Lei se n'è andata perché tu non riesci ad amare nessuno. Non riesci ad amare nemmeno te stesso, come puoi pretendere di amare lei?» Disse, cercando di ricomporsi. Abbassai il braccio e la mia bocca diventò una linea sottile.
Non riesci ad amare nemmeno te stesso, come puoi pretendere di amare lei?
Le sue parole riecheggiavano nella mia testa, incessanti, e il sangue mi ribolliva nelle vene. Serrai i pugni lungo i fianchi e conficcai le unghie nei palmi.
Aveva ragione.
Selene se n'era andata per colpa mia.
Era solo colpa mia.
Guardai Pansy, le mani le tremavano lungo i fianchi, la bocca ancora schiusa e il petto che si alzava e abbassava velocemente.
Sembrava più rilassata, adesso. Come se volesse dirmi quelle parole da tanto tempo e si fosse finalmente tolta un peso dalle spalle. «Ero venuta solo per portarti questi.» Disse, prendendo i fogli che aveva posato sul letto pochi minuti prima. Sembravano degli appunti scritti a mano. La scrittura era delicata ed elegante, i bordi dei fogli erano stropicciati e c'era qualche disegnino sparso. «Hanno organizzato un piccolo gruppo di studio, non siamo in molti, tantissimi studenti sono tornati a casa per le vacanze ma alcuni hanno preferito restare per prepararsi ai NEWT» Allungò il braccio, porgendomi con gentilezza i fogli. «Avevo dei problemi con Pozioni e Astronomia, avrei chiesto a te ma sei... ecco...» Lasciò la frase in sospeso e tirò un sospiro. «Comunque sia, ho pensato che potessero servirti.» Terminò.
Li guardai per qualche istante, poi li presi. Lei annuì, come se si stesse rincuorando, e fece per andarsene.
«Pansy...» Mormorai, così tanto a bassa voce che mi chiesi se avesse sentito.
Si bloccò davanti alla porta e si girò lentamente.
«Non volevo aggredirti in quel modo, mi dispiace.» Le parole mi uscirono dalla bocca biascicanti.
Lei si allontanò dalla porta e venne verso di me.

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora