Capitolo 47

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Draco

Il silenzio cadde lungo tutto il tavolo Serpeverde. Blaise si schiarì la voce, poi guardò Daphne, in cerca d'aiuto. Senza aggiungere altro, mi alzai e uscii dalla Sala Grande. Non sapevo cosa mi fosse preso, ma odiavo sapere che Magnus la cercasse ancora.
«perché lo hai fatto?» La voce di Blaise risuonò alle mie spalle. Mi voltai a guardarlo, tirando un sospiro. Scrollai le spalle, poi feci scivolare le mani nelle tasche dei pantaloni.
«sei davvero incredibile.» Disse, come se fosse esausto.
«che intendi? Ho solo detto che-» Iniziai, ma lui non mi lasciò finire. «no, tu ti sei arrabbiato con lei solo perché vuole essere gentile.» Fece un passo avanti mentre lo diceva. Questo mi fece raddrizzare la schiena.
«che cosa stupida..» Dissi, scuotendo la testa.
«lei non merita tutto questo.» Detto questo, andò via, rientrando in Sala Grande con spalle curve. Non era come se fossi arrabbiato con lei solo perché si mostrava gentile, ma sembrava credere che tutti avessero solo ed esclusivamente un lato positivo, come se Magnus non avesse altri scopi. Conoscevo quel tipo di persona, e conoscevo Magnus, abituato ad avere ogni cosa che gli piaceva. E Selene era davvero troppo buona, persino per me. E -se fosse stato per ciò che aveva detto Lucius, o per la bontà eccessiva di Selene- ero arrivato a prendere una decisione. Così scesi le scale per i sotterranei, poi dritto verso la Sala Comune. I piedi sembravano fatti di piombo e il cuore pareva non voler smettere di battere forte. Sapevo che quella volta l'avrei persa per sempre, sapevo che sarebbe andata oltre, sapevo che mi avrebbe dimenticato. Lo avrebbe fatto perché le avevo spezzato il cuore troppe volte ormai, e se le avessi detto di suo padre sarebbe stato peggio. Preferivo che lei mi odiasse alla luce del sole, piuttosto che in segreto e in silenzio, fingendo che tutto fosse come prima. Non sarebbe mai stato come prima, se lo avesse saputo. Avrebbe iniziato a guardarmi con disprezzo, e il solo pensiero mi trafiggeva il petto. Così, arrivai davanti la porta della sua stanza e bussai con delicatezza. Dall'altra parte si sentì lo scricchiolio del letto, poi con voce bassa e roca: «vattene, Draco.»
«devo parlarti.» Dissi, alzando un po' la voce, così che mi sentisse. Lei aprì la porta quasi subito, come se avesse aspettato quel momento da troppo.
«che vuoi?» Scattò, subito.
«posso entrare?» Chiesi, cercando di essere gentile. Se le avessi parlato con gentilezza l'avrebbe presa meglio. O almeno era quello che speravo. Si spostò, concedendomi l'accesso. Quando fui dentro, chiuse la porta a chiave. Evidentemente aveva voglia di litigare.
«dobbiamo parlare.» Dissi, affondando le mani nelle tasche.
«lo stiamo già facendo.» Rispose, alzando le spalle.
«non intendevo..» Cercai le parole giuste. Da dove potevo cominciare? Sospirai, esausto. Lei lo capì, e le sue spalle si rilassarono.
«senti, capisco che tu non ti fidi di Magnus, dico davvero» Iniziò, avanzando di qualche passo. Prese le mie mani fra le sue e le nostre dita si intrecciarono. «ma devi fidarti di me.»
«mi fido di te.» Dissi velocemente, perché volevo che lei lo sapesse. Ma non era quello il punto. «non è..» Iniziai, ma sembrava che le parole non volessero uscire. Lei alzò leggermente un sopracciglio, confusa.
«noi non possiamo stare insieme.»
La sua bocca divenne una linea sottile, le braccia adesso lungo i fianchi, il fiato sospeso. «che dici? Perché?» Potevo vedere il suo cuore cadere a terra e rompersi, era estenuante. Sembrava che io fossi l'unico a farla sentire così, e questo mi logorava.
«mi dispiace.» Fu l'unica cosa che riuscii a dire, ma non bastò. Fece un passo avanti, i suoi occhi pieni di lacrime. «Draco, stai scherzando?» Sperava davvero che lo stessi facendo. D'altro canto, speravo anch'io si trattasse solo di un pessimo scherzo. Si portò le mani sulla testa, afferrò i capelli e li strinse fra le dita, mentre le lacrime iniziavano a scivolare sulle sue guance. «cosa ti ha detto Lucius? Si tratta di lui, non è vero? Di nuovo quel discorso sulla purezza del sangue.»
«lui non c'entra, io... ho capito di aver sbagliato, non sono pronto per una relazione.»
Lei non mi credeva, lo sapevo. Chiuse gli occhi, li strizzò, poi soffocò un lamento. Era devastante vederla in quel modo. E lo era ancora di più sapere che il suo cuore fosse stato spezzato così tante volte da me. Mi chiesi cosa ci facesse ancora nella mia vita. Di certo non meritavo il suo amore, questo era ormai evidente.
«che vuol dire che non sei pronto? Ti sono stata accanto, ho passato mesi d'inferno a causa tua senza mai lamentarmi» Avrei voluto davvero saltare la parte in cui lei rinfacciava tutto ciò che aveva fatto per me, rendeva le cose più complicate.
«mi hai chiesto di diventare tua moglie, avevi detto di volere dei bambini, una casa» Stava singhiozzando, e capii che non mi avrebbe mai più perdonato. Era finita, lei sarebbe andata avanti senza di me. Io, invece, sarei rimasto a crogiolarmi sotto le mille bugie che le stavo raccontando. «noi... noi avevamo parlato del nostro futuro.» Concluse. La voce spezzata, amara, sbiadita dalle lacrime.
«mi dispiace.» Dissi ancora, non sapendo cos'altro avrei potuto dire.
«come ci riesci?» L'amarezza nella sua voce era ormai palpabile. Il pianto aveva lasciato spazio all'esasperazione e all'odio. «come puoi essere così tanto incoerente con te stesso? Avevi detto di amarmi, Draco. Eravamo felici.»
Avrei voluto dirle che il problema non era lei, ma io. Ero sempre io. Sapevo che ormai ogni cosa era stata persa, ma continuavo ad illudermi che un giorno, forse, avrebbe potuto perdonarmi.

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora