Capitolo 41

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Selene

«dovresti provarlo.» Dissi, guardando attentamente il vestito nero sul letto di Pansy. Avevamo letteralmente impiegato un intero pomeriggio per trovare un vestito che Pansy ritenesse adatto per l'occasione, ma adesso non sembrava del tutto convinta. Erano appena le 20:00 e il mio stomaco brontolava, ma cercai di tenerlo per me.
«non lo so.. forse è troppo elegante.» Disse, osservando il vestito come se la sua vita dipendesse da esso.
«è un normalissimo vestito, Pansy.» Risposi, gentilmente. Ad essere onesta, la mia pazienza stava per esaurirsi. «almeno provalo.» Tentai, un'altra volta. Lei fece una smorfia, ma acconsentì.
Iniziò a levarsi la divisa e pensai che fosse il caso di lasciarle un minuto, ma Pansy non sembrava essere a disagio, quindi semplicemente osservai il vestito sul letto. Quando mi girai, però, mi sentii come se potessi sprofondare. Sulla pelle chiara e liscia del braccio di Pansy c'era quel tatuaggio, lo stesso che aveva Draco. Un tempo era troppo buio per poterlo vedere con chiarezza, ma adesso ero sicura. Si trattava di un teschio, dalla cui bocca fuoriusciva un serpente. Nero come la pece, sembrava che rompesse i colori chiari della ragazza. Mi alzai e mi avvicinai.
«Pansy..» Le sfiorai l'avambraccio. Lei abbassò la testa per capire cosa stessi facendo, quando si rese conto ritrasse il braccio. «cos'è quello?» Chiesi, la voce bassa e calma.
«non-» Iniziò. Sapevo cosa stesse per dire. "Non è niente." Ma non era mai niente.
«non mentirmi.» La avvisai. Avrei scoperto la verità comunque, quindi avrebbe fatto meglio ad essere completamente sincera.
«siediti, per favore.» Fece cenno al suo letto e io obbedii, perché non c'era davvero nient'altro da fare, e sembrava che fosse pronta a dirmi tutto.
«quel tatuaggio... lo ha anche Draco.»
«ti dirò tutto, d'accordo? Ma devi cercare di capirci.» Pansy avanzò, aveva ancora la gonna e il reggiseno addosso, ma questo non sembrava imbarazzarla.
«ti ascolto.» Dissi. E lo fece, mi disse tutto. Quello era il marchio nero, simbolo di Lord Voldemort, avrei dovuto arrivarci. Erano mangiamorte, anche Draco -il cuore perse un battito a questo. Era stato doloroso, sentirlo dire. Il loro dovere era quello di seguire gli ordini di Voldemort, ma Draco non era stato presente durante gli attacchi, il che mi fece sentire meglio. Pansy aveva giurato di non aver mai ucciso nessuno, i suoi compiti erano sempre stati di livello base, almeno fino a quel momento. E pensai che quella sarebbe stata la cosa peggiore che avrei mai potuto digerire. Invece il peggio doveva ancora venire. «è per questo che Draco sposerà Astoria.»
Alzai di scatto la testa. Non avevo ancora aperto bocca, non era come se non avessi domande o qualcosa del genere, semplicemente mi sentivo presa in giro (di nuovo).
«come?» Mi alzai dal letto, le gambe erano molli e la testa girava. Ma non era il momento per lasciarsi trasportare dalle troppe emozioni contrastanti. Stavo per conoscere la verità, tutta la verità, questo era quello che contava davvero.
«se non la sposerà, Lucius farà in modo che tu muoia.» La voce di Pansy si abbassò così tanto che dovetti sforzarmi per capire tutte le parole. Ed era strano, perché la paura di poter essere uccisa non mi aveva toccata minimamente.
«è.. è per questo che mi tiene lontana?» Chiesi.
Adesso aveva tutto più senso. Draco non voleva davvero sposare Astoria, stava solo cercando di proteggermi da suo padre. Ma il punto era che non mi aveva dato la possibilità di scegliere. Mi aveva trattata come se fossi una bambina che non è in grado di scegliere se mangiare una caramella al limone o all'arancia. Aveva scelto per me, e lo odiavo per questo. Probabilmente sapeva che, se me lo avesse detto, avrei scelto lui. Avrei sempre scelto lui. Ma questa non era una scusa. Avremmo potuto superarla insieme, come due persone mature. Ma Draco si rifugiava nelle bugie, nelle menzogne. Perché dire la verità era sempre stato un problema per lui, quando si trattava di sentimenti.
«lui non vuole perderti.» Disse Pansy, come se potesse bastare. Ma non bastava. Neanch'io volevo perderlo. E l'ho odiato per giorni, perché credevo che avesse scelto qualcun'altra; e ho odiato me, più di quanto una persona possa mai odiare qualcuno, perché continuavo a guardarlo come se fosse la creatura più preziosa a questo mondo. Ho odiato me perché continuavo ad amare lui.
Mi precipitai verso la porta della stanza.
«dove vai?» Chiese Pansy, la voce adesso tremante.
«devo vederlo.» Fu l'unica cosa che riuscii a dire, prima di aprire la porta e uscire dal dormitorio. La Sala Comune era vuota, ovviamente. Era l'ora di cena e nessuno sarebbe rientrato prima delle 21:00. Ma c'era la lezione di Astronomia per quell'orario e sapevo che Draco sarebbe rientrato appena finita. Così, uscii dal buco del ritratto e percorsi i lunghi corridoi dei sotterranei per quella che sembrò almeno la quindicesima volta, quella giornata. Salii le scale e mi diressi a passo svelto verso la Sala Grande. Si potevano già sentire le voci degli studenti che ridevano e scherzavano tra loro. Quando entrai, scrutare ogni capo chino lungo il tavolo Serpeverde fu la prima cosa che feci. Draco non era lì. C'era Blaise, seduto accanto a Daphne e Astoria. C'erano Tiger e Goyle. Ma lui non c'era. Ed era sciocco, ma la torre di astronomia sembrava essere diventata il nostro punto di ritrovo.
I corridoi erano freddi, almeno fuori non stava piovendo. Salii la stretta scala a chiocciola fino alla parte più alta della torre. Faceva freddo, potevo sentire il gelo stabilirsi sulla mia pelle. Ma non era davvero un problema, dovevo parlare con Draco.
Arrivata in cima, lo vidi. Stava osservando le stelle con un telescopio e scriveva distrattamente su una pergamena ogni volta che lo regolava. Rimasi ferma, aspettando che lui si accorgesse della mia presenza. E non passò molto. Si girò e i suoi occhi incontrarono i miei. Vidi le sue spalle irrigidirsi, la sua mano lasciò la penna, che cadde sulla pergamena sporcandola di inchiostro nero. «so tutto.» Dissi, perché non c'era nient'altro che sarei riuscita a dire senza piangere.
Le sue spalle si curvarono, rilassandosi. Non sembrava essersi liberato di un peso, però. Piuttosto, sembrava deluso.
«mi hai umiliata.» Continuai, capendo che lui non avrebbe aperto bocca. Troppo codardo per farlo. «credevo che il problema fossi io, pensavo di non essere abbastanza.» Avanzai, il cuore che batteva forte. Lui abbassò la testa. «io ero felice prima di incontrarti.» La mia voce tremava, ma non mi importava. Era riuscito a stravolgere la mia vita, mi aveva portata su e poi giù, come una montagna russa. Aveva frantumato il mio cuore più volte, ci aveva giocato fino a romperlo. Il punto era che ci voleva coraggio per amare qualcuno come Draco Malfoy. E io avrei sempre avuto il coraggio di amarlo.
«non mi hai dato la possibilità di scegliere.» Alzò la testa a questo. Un luccichio passò nei suoi occhi.
«si, perché sapevo che avresti scelto me!» La sua voce era piuttosto alta e un brivido percorse la mia spina dorsale.
«perché ti amo!» Alzai la voce anch'io. Dirlo era stata una liberazione.
«allora smetti di amarmi.» La sua voce era fredda, gelida come marmo. Sembrava si fosse privato delle sue stesse emozioni.
«credi che non ci abbia provato?» Avanzai di qualche passo. Adesso potevo vedere perfettamente i suoi occhi grigi. «dimmi di andare e lo farò, uscirò per sempre dalla tua vita.»
Draco scosse la testa, chiudendo gli occhi.
Quando li riaprì, potevo vedere tutto il suo dolore.
«dimmi che non mi ami.» Lo incalzai.
Volevo che parlasse, che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa.

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora