Draco
«non ti alzare, sono solo venuta a portarti questi.» Poggiò delle pergamene sulla scrivania e si sfregò le mani sulla gonna. Mi alzai lo stesso. Lei sbuffò e si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
No, avrei voluto dire, faccio io.
Barcollai un po' e la vidi sporgersi verso di me per sorreggermi. Alzai una mano, impedendole di aiutarmi. Lei drizzò la schiena e incrociò le mani, come se aspettasse qualcosa con impazienza.
«allora, con quanti ragazzi sei uscita?» Domandai, iniziando quella che sarebbe stata la mia e la sua tortura personale.
«come scusa?» Alzò un sopracciglio e mi lanciò un'occhiataccia carica di rancore.
"È a te che non riesco a portare rancore, Draco"
Lo aveva detto mesi prima, ed io ci avevo creduto. Probabilmente era anche vero, a quel tempo. Ma quella verità era troppo dura, troppo crudele per una persona tanto preziosa come lei.
«ti ho chiesto con quanti ragazzi sei uscita.» Dissi ancora, avvicinandomi di un passo. Aveva la gola secca, potevo percepirlo. Il suo cuore aveva iniziato a battere allo stesso ritmo del mio, le sue mani presero a sudare e i suoi occhi vagavano alla ricerca di qualcosa su cui porre l'attenzione.
«con nessuno.» Disse, a bassa voce. L'avevo sentita, ma volevo che fosse lei a sentirsi.
«non ho capito.» La incalzai, intrecciando le braccia al petto.
«ho detto che non sono uscita con nessuno.» Alzò un po' la voce e i suoi occhi incontrarono, finalmente, i miei. Era davvero bellissima, nonostante le occhiaie e il viso stanco. «e tu?» Adesso era il suo turno. Avrei dovuto aspettarmelo. Era divertente, davvero. Il modo in cui ci stuzzicavamo a vicenda mi eccitava ogni volta, mi faceva vibrare la spina dorsale. «con Astoria come va?» Intrecciò anche lei le braccia al petto e fece un passo avanti, riducendo lo spazio che ci divideva.
«tutto alla grande.» Dissi, alzando il mento e sfidandola con anima e corpo. Se voleva giocare, ero pronto a farlo anch'io.
«sono molto felice per voi.» Mi schernì, assottigliando gli occhi fino a diventare delle piccole fessure.
«io invece credo che tu sia gelosa.»
Lei rise, una risata senza emozioni, vuota e priva di qualsiasi sfumatura di vero divertimento. «io e te non siamo niente.» Disse alla fine, con tono serio. La sua voce era dura, aspra. Sembrava che avesse spento i suoi sentimenti. Ed io non riuscivo a non ritenermi responsabile. Volevo davvero starle lontano, ma allo stesso tempo volevo che lei non mi lasciasse mai. Volevo avere un futuro con lei, ma mi imponevo di dimenticarla. Volevo essere sincero con lei, ma non le dicevo mai la verità. Troppi contrasti, troppe cose fuori posto. Noi due non eravamo destino, avrei dovuto capirlo sin dall'inizio.
«io e te non saremo mai "niente"» La buttai lì, senza nemmeno pensarci. Le sue braccia ricaddero lungo i fianchi e vidi le sue iridi dilatarsi. Sembrava aspettarsi qualsiasi frase, ma non quella. Era stato un colpo basso, lo sapevo. Sapevo come le sue mani stavano sudando, come un brivido le percorreva la schiena. Sentivamo le stesse cose, noi due. E sapevo che questo faceva di noi degli esseri futili. Come poteva una persona appartenere così profondamente ad un'altra fino a provare le stesse emozioni?
La vidi deglutire, poi ruppe il contatto visivo.
«ci vediamo, Draco.» Disse, avviandosi verso la porta. La mia reazione fu del tutto istantanea, non avevo avuto nemmeno il tempo di valutare se fosse stato davvero il caso di farlo. Eppure, le mie dita si avvolsero attorno al suo polso sottile e lo strinsero con delicatezza. Lei si girò di scatto, ma non si ritirò.
«rimani.» Uscii dalla mia bocca. La vidi trasalire, poi abbassò lo sguardo sulla mia mano, che avvolgeva ancora il suo polso. A quel punto, lasciai andare la presa. I suoi occhi tremarono, ma dalla sua bocca uscì solo un respiro sospeso. «farò il bravo, me ne starò sul letto e non ti disturberò» Tentai, con voce dolce. Volevo davvero che lei rimanesse con me. E pensai che forse vedermi così fiacco per la febbre l'avrebbe resa più flessibile.
«rimani, per favore.» Chiesi ancora. Lei alzò lo sguardo su di me e nei suoi occhi scorsi un pezzo della mia anima. Lei, così bella e pura, si era innamorata del peggiore dei demoni.
La vidi annuire con titubanza e mi lasciai sfuggire un sorrisetto compiaciuto. Mi sedetti sul letto, dimostrandole che non le avrei dato fastidio in alcun modo. Lei mi lanciò qualche occhiata prima di sedersi alla scrivania. «posso prendere il libro di Aritmanzia?» Chiese gentilmente.
«si, è nel secondo cassetto.» Risposi, annuendo con il mento verso il mobile dove tenevo i libri di testo. Si alzò e non potei fare a meno di osservare il modo in cui la gonna le stringeva la vita e ricadeva sul sedere. I miei occhi rimasero fissi su di lei mentre si abbassava per prendere il libro per poi sedersi di nuovo. Scostai le coperte del letto e mi infilai dentro. Sentivo freddo, dei brividi percorrevano ogni centimetro della mia pelle, ma decisi di non preoccuparmi. Poggiai la testa sul cuscino mentre lei, chinata sul libro, era intenta a sfogliare delicatamente le pagine.
Gli occhi si fecero pesanti e la sua figura divenne sfocata, come un ricordo sbiadito dal tempo. Lasciai che il sonno mi prendesse. Con cuore sereno, spensi il cervello, sapendo che lei aveva scelto di rimanere. Non l'avevo costretta, le avevo dato modo di scegliere. E aveva scelto di rimanere.
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Il coraggio di amarti || Draco Malfoy
Fanfiction«t'immagini se, da un giorno all'altro, ci dimenticassimo di noi?» «se rinascessi e ti rincontrassi altre cento volte, mi innamorerei sempre di te.»