Capitolo 33

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Selene

In un batter d'occhio ci ritrovammo sui ciottoli del vialetto di casa mia. Chiusi gli occhi, espirando aria dai polmoni. Magnus appoggiò una mano sulla mia schiena e pensai che fosse il caso di spostarmi, ma rimasi immobile mentre l'aria fredda mi spostava ciocche di capelli dal viso.
«tu e Draco..» Iniziò, a bassa voce.
«si.» Dissi, con voce ferma e costante. Avrei voluto solo chiudermi nella mia stanza e non uscire per almeno un mese o giù di lì. Pensai che Magnus avrebbe fatto mille domande a riguardo, non sapevo nemmeno cosa avrebbe potuto chiedermi effettivamente. Ma in ogni caso, rimasi sorpresa quando, con un filo di voce disse semplicemente:
«entriamo, va bene?»
Mi limitai ad annuire mentre annotavo mentalmente di ringraziarlo quando mi sarei ripresa del tutto. Era appena mezzanotte quando entrammo in casa, l'orologio a pendolo di mogano resistente emise un suono assordante che avrebbe svegliato anche un troll. Ma comunque la casa era buia, nemmeno le luci dell'albero erano accese e supposi che mia madre fosse già di sopra a dormire.
«lumos.» Mormorò Magnus, la punta della sua bacchetta -più lunga della mia, fatta di rami attorcigliati che davano l'impressione di essere stati appena staccati da un albero- si illuminò. Portò in avanti la bacchetta così che io potessi mettere un piede davanti l'altro fino ad arrivare alle scale. Avevo lasciato la mia bacchetta nella stanza, non pensavo che ne avrei avuto bisogno. In ogni caso, raggiunsi il piano superiore, Magnus dietro di me che cercava di illuminare il più possibile. Proseguimmo verso la porta della mia stanza in totale silenzio -non ero sicura se fosse più per l'imbarazzo o per non voler svegliare mia madre. Girai la maniglia della porta e la aprii lentamente cercando di non fare troppo rumore. Quando fummo dentro, chiusi la porta dietro le mie spalle e accesi la luce.
«nox.» E la punta della bacchetta di Magnus si spense. Appoggiai la schiena contro la porta e tirai un sospiro mentre Magnus si accomodava sul mio letto. Chiusi gli occhi e l'immagine di Draco all'altare che aspettava Astoria vestita di bianco mi fece rabbrividire e venire la nausea.
«vuoi che vada via?» La voce di Magnus mi fece tornare al presente e aprii gli occhi, sembrava ancora molto scosso e amareggiato. Volevo andasse via? Una parte di me avrebbe risposto di si, avrei avuto del tempo per pensare e per metabolizzare il tutto; ma l'altra parte, quella dannatamente patetica, lo stava praticamente scongiurando di rimanere con gli occhi. Scossi la testa con veemenza e mi staccai dalla porta.
«perché non me l'hai detto?» Chiese mentre mi toglievo le scarpe e le riponevo accanto all'armadio -le avrei messe a posto più tardi.
«dirti cosa?» Non volevo davvero parlarne ma potevo capire quanto fosse scioccato dagli ultimi avvenimenti, perciò provai a giocare la carta della finta tonta augurandomi che ci arrivasse da solo. Ma non fu così, con mio grande dispiacere e sgomento. «se avessi saputo che tu e Draco.. insomma, lo sai. Non ti avrei mai chiesto di venire con me.» Adesso stava cercando disperatamente di incrociare i miei occhi e glielo concessi, solo per un istante.
«aveva detto che sarebbe rimasto ad Hogwarts, per questo sono venuta con te.» Feci una pausa e abbassai la testa mentre mi contorcevo le mani, come se potesse distrarmi. «credimi, se avessi saputo che lui era lì, non avrei nemmeno preso in considerazione l'idea di accompagnarti.» Terminai.
Magnus annuì e si guardò intorno, come se cercasse qualcos'altro di cui parlare. «lo ami?» Chiese, alla fine.
«come?» Incrociai le braccia al petto e alzai un sopracciglio.
«ti ho chiesto se lo ami.» Adesso sembrava irritato e l'impulso di rispondergli a tono era davvero troppo forte.
«si, lo amo.» Dissi, la voce ferma e costante, dura come un pezzo di marmo. Magnus fece una risatina e si alzò dal letto strofinando le mani sul tessuto dei pantaloni neri. Faceva così tanto ridere? La mia pazienza stava davvero terminando. Se voleva davvero parlarne, avrebbe dovuto rispettare qualsiasi cosa io gli avessi detto; ma sembrava che non approvasse il mio amore per Draco. Intendiamoci, non lo approvavo nemmeno io, ma cosa potevo fare esattamente? Non si può dimenticare una persona che ami nel giro di quattro giorni, è davvero impossibile. Avrebbe potuto anche fingere, se preferiva, ma ridermi in faccia come se fossi un clown da circo proprio non lo reggevo. «cosa? Perché quella risatina?» Chiesi, irritata. Lui sembrò non percepire a pieno la mia irritazione e si ficcò le mani nelle tasche scrollando le spalle.
«mi hai detto che ti ha mentito, e ha praticamente chiesto la mano di Astoria stasera. Mi spieghi che problemi di autostima hai se lo ami ancora nonostante tutto ciò?» Incrociai il suo sguardo e adesso ero io a ridere istericamente.
«si, mi ha mentito, mi ha umiliata e tutto il resto. E credevo che potesse esserci un'altra possibilità per noi, se proprio vuoi sentire la verità.»
«cioè, eri disposta a perdonarlo?» Mi interruppe.
«non sai nemmeno cos'ha fatto, non puoi giudicarlo davvero.» Era strano, ma l'impulso di proteggere e difendere Draco era più grande di qualsiasi altra cosa.
«credi che io sia stupido? So che hai avuto quell'attacco di panico a causa sua, questo già basta per giudicarlo.» Disse, con i denti stretti e una smorfia sul viso. Mi avvicinai un po', non sapevo esattamente per quale motivo, per intimorirlo o qualcosa del genere, credo. «ascolta, tutto questo non ti riguarda. Non puoi iniziare a giudicare me, le mie azioni o qualsiasi cosa che riguardi Draco.» Dissi, puntandogli un dito contro. Lui si passò una mano fra i capelli e si strinse nelle spalle.
«dico solo..» Sembrava ferito e sbuffò rumorosamente. «non credo che lui meriti il tuo amore.» Disse, tutto d'un fiato, come se avesse aspettato quel momento da tutta la vita. Dire quelle parole sembrò quasi una liberazione per lui.
Distolsi lo sguardo e sospirai. Sapevo esattamente dove volesse andare a parare. Fino ad allora avevo cercato di evitare il discorso, avevo cercato persino di ricredermi e pensare che mi stessi soltanto sbagliato. Ma adesso era chiaro. Magnus provava qualcosa per me. Era abbastanza evidente, semplicemente non volevo crederci. Non sapevo esattamente di che tipo di sentimento si trattasse -ho immaginato che fosse qualcosa di superficiale, ci eravamo incontrati appena tre giorni prima, non poteva davvero essere amore. In ogni caso, non avevo intenzione di uscire con lui, solo l'idea mi faceva venire il voltastomaco. Non era Magnus il problema -era un bel ragazzo e tutto il resto- ma per qualche motivo la mia mente contorta cercava ancora Draco, come se non fossi esattamente completa senza di lui. Il punto era che, nonostante tutto, ero innamorata di lui. E sapevo bene che adesso apparteneva ad Astoria -anche se pensavo che il fidanzamento fosse avvenuto troppo velocemente- ma io semplicemente non riuscivo a non pensarci per più di due secondi.
«forse è meglio che vada.» Mormorò sistemandosi la giacca del vestito. Eppure, in quel momento, sentì come un *CLICK* nella mia testa.
Lo afferrai per il braccio. «non andare.» La mia voce era talmente bassa che Magnus dovette avvicinarsi per sentire. «scusa, non volevo aggredirti in quel modo ma è.. è un tasto davvero dolente.» Spiegai.
Lui calò la testa e io lasciai andare il suo braccio ricomponendomi e schiarendo la voce. «si, lo hai già detto giorni fa.» Rispose, asciutto.
«non devi... non devi per forza trattarmi male.» Dissi, incrociando il suo sguardo. I suoi occhi sembravano vuoti. Scrollò le spalle e pensai che quella fosse stata almeno la decima volta che lo faceva.
«cosa vuoi che faccia? Non hai nemmeno provato a guardarti intorno.»
«dillo e basta, Magnus.» Scattai. Era davvero irritante, come poteva credere che fosse così semplice? Sembrava mia madre. «dii cosa provi e facciamola finita.» Continuai.
«bene. Mi piaci, Selene. Mi piaci davvero tanto ma è come se quel biondino ti avesse stregata.» Alzò un po' la voce.
Cosa si risponde esattamente in momenti come quello? Avrei dovuto semplicemente dirgli che per me non era lo stesso? Forse avrei dovuto trovare una scusa, o qualcosa del genere?
«senti, io domani tornerò ad Hogwarts e non ci vedremo fino a giugno-» Iniziai ma lui mi interruppe bruscamente.
«e con questo? Potremmo sempre incontrarci ad Hogsmeade il fine settimana.»
«si ma..» Cercai di trovare qualcosa da dire ma non mi venne nulla in mente. Sembrava che avrebbe trovato comunque la soluzione a tutto.
«ci dovrebbe essere anche una cabina telefonica alla fine del villaggio, nel caso in cui non potessi venire.» Continuò. Ma che aveva intenzione di fare esattamente? Aveva già pianificato tutto? Pensai che avesse pianificato anche la nostra vita dopo il mio diploma, così dannatamente ridicolo.
«cosa stai blaterando?» Incrociai di nuovo le braccia al petto. «Magnus, ascolta, io vorrei davvero poterti dire che voglio provarci ma semplicemente non...» Scossi la testa. «io non posso.» Mormorai, alla fine.
Lui alzò le sopracciglia, con scetticismo, e mi guardò con un'espressione confusa sul viso. «tu ami il modo in cui ti faceva sentire, non lui.» Disse, poi mi sorpassò, dandomi una spallata, e si diresse verso la porta. Poggiò la mano sulla maniglia e mi lanciò un'altra occhiata, sperando che lo fermassi e lo pregassi di rimanere con me. Invece non dissi nulla, alzai semplicemente il mento dimostrando che il mio orgoglio valeva più di qualsiasi altra cosa. «non puoi amarlo davvero, saresti una pazza se lo facessi.» Disse, con estrema risolutezza, come se ne sapesse più di me.
«cosa vuoi che ti dica? Sarò anche pazza ma darei la mia stessa vita per quel ragazzo.» Risposi. E lo pensavo davvero; a volte credevo di odiarlo a morte, altre volte (come in quel caso) volevo proteggerlo come se fosse la persona più preziosa al mondo. E la situazione sarebbe potuta anche sembrare terribilmente masochista, ma era questo l'amore, no? Il punto era che non avevo mai amato nessuno in vita mia prima d'allora, quindi quei sentimenti contrastanti erano semplicemente estenuanti. Non sarei riuscita a conviverci ancora per molto. Era stato abbastanza semplice fino ad allora, a casa la mia vita era lineare: mi alzavo la mattina, facevo colazione, doccia, cercavo qualcosa con cui passare il tempo, pranzo, facevo i compiti delle vacanze -davvero troppi, in vista dei NEWT-, cena, letto e ricominciava tutto daccapo come un grande girone infernale, salvo imprevisti come l'attacco di panico. Comunque, a casa riuscivo a distrarmi, ma ad Hogwarts sarebbe stato tutto più complicato. Cos'avrei dovuto fare? Chiudermi in stanza e non scendere nella Sala Comune fino a giugno, forse? Lo avrei incontrato durante le lezioni, comunque, condividevamo parecchie classi. Quindi semplicemente non avrei potuto evitarlo.
E Draco. Perché proprio lui? Me lo chiedevo da giorni ormai.
Magnus annuì, come rassegnato, e uscì dalla mia stanza. Tirai un sospiro, così esausta.

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora