ANNE
Mi disfai della leggera giacchetta e la appesi, per poi voltarmi, trovando Can a guardarmi in quel modo meraviglioso.
Gli sorrisi e feci qualche passo verso di lui, raggiungendolo.
Tolse le mani dalle tasche quindi me le posò subito sui fianchi appena gli fui di fronte."Bi dakka." Mormorai, posando una mano sulla sua spalla.
Mi tolsi velocemente i tacchi, dandogli poi un piccolo calcetto per scostarli.
Mi sorrise ed io feci lo stesso a mia volta. Sapevo che mi preferiva senza tacchi; alla mia altezza normale ero di una trentina di centimetri più bassa di lui e questo sembrava farlo impazzire.
Sorrisi nella mia mente: con Coop mi ero sempre lamentata della mia altezza. Mi aggiravo attorno al metro e sessantotto e tutti i ragazzi che mi circondavano erano poco più alti di me. Avevo sempre voluto un uomo che svettasse su di me... e ora stavo per sposarne uno!"Sei stata fantastica questa sera." Sussurrò con voce bassa, prendendo la mia mano destra e accarezzando quella bellissima fede. Non vedevo l'ora di spostarla all'anulare sinistro.
"Siamo." Replicai, accarezzandogli la guancia coperta dalla barba. "Pensavo che ti sarebbe preso un colpo per tutto quel sale." Mormorai imbarazzata.
Lui ridacchiò per poi ghignare sornione. "Se ho resistito abbastanza egregiamente alle tue polpette letali, posso mangiare e bere di tutto ormai." Mi prese in giro, divertito.
Arrossii, vergognandomi ancora di più. Lui mi baciò la punta del naso e ancora faticavo a credere che sotto tutto quell'aspetto da duro si nascondesse tutta questa tenerezza.
Abbassai per un attimo il capo e di conseguenza lo sguardo.
Volevo, dovevo, sapere di più, ma sapevo che gli avrei riaperto una ferita.Riportai gli occhi nei suoi, che mi guardavano interrogativi.
"La serata che abbiamo trascorso rimarrà per sempre nella mia mente. Ogni momento è stato indimenticabile. Dalla mia mente non svaniranno i visi felici di Rubino, Burak... e quella signora..." Feci una piccola pausa, facendo attentamente aventi e indietro nei suoi occhi, vedendoli incupirsi. "Era tua madre, vero?" Domandai infine a bassa voce, pensando così di ferirlo di meno.Sospirò e socchiuse gli occhi per un attimo, annuendo.
Si passò una mano sul viso e poi si allontanò da me, andando a sedersi sugli scalini che portavano al piano di sopra.
Non dissi una parola e feci lo stesso, prendendo posto accanto a lui.
Avvolsi il suo bicipite con la mano, accarezzandolo dolcemente."Non so come tu l'abbia capito, ma a quanto pare non è stato difficile." Sospirò di nuovo e fissò lo sguardo nel vuoto, lasciando che i ricordi tornassero a galla.
"Dove l'abbiamo portata sta sera è la sua casa di cura, anche se ormai non c'è più nessuna speranza di una guarigione o qualcosa che ci faccia tornare a sperare che possa essere di nuovo quella di una volta... Eda è il suo nome." Mormorò, lanciandomi un'occhiata veloce per poi ritornare a guardare il vuoto.
Eda. Eda era il nome della sua azienda. Mi ricordai delle parole e dell'espressione di Rubino quando gli avevo chiesto il perché di quel nome.
"Mia madre era una ragazza spensierata e con una bontà d'animo che non ho mai visto in nessuno... beh, togliendo in te. Proprio un po' come me, mio padre si innamorò subito di questo, di quanto riuscisse a portare leggerezza nella sua vita oscura. La conobbe in un vivaio enorme dove lei a quei tempi lavorava. I fiori, le piante, il prendersi cura di loro, l'hanno sempre fatta sentire tranquilla, dandole quella sua tipica spensieratezza. Mio padre, all'ora, stava iniziando a dare un significato al nostro cognome, cominciando a creare e ad entrare in questo mondo oscuro che mi ha lasciato in eredità." Giocherellerò con la fede, lasciandosi prendere da tutta quella tormenta di ricordi.
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𝗦𝗔𝗕𝗕𝗜𝗘 𝗠𝗢𝗕𝗜𝗟𝗜 {𝙲𝚊𝚗𝚎𝚖}
RomanceCi si può salvare dalle sabbie mobili? Si può trovare la forza o qualcuno che ci aiuti a salvarci o si è destinati ad affondare lentamente, completamente soli? Lui deve vendicarsi e lei è la pedina per farlo. Tutti e due con un passato bugiardo e os...