***PREMESSA***
Il capitolo potrebbe essere un po' forte e avere dei contenuti sensibili per alcuni. Ho cercato comunque di non essere troppo esplicita.
Mi farebbe piacere che arrivaste fino alla fine, dove spiegherò il perché di questa "scelta".
Grazie mille a tutti e buona lettura.ANNE
Il dolce rumore delle onde mi portò piano piano ad aprire gli occhi. Ho sempre adorato il mare, il suono che producevano le onde schiantandosi contro gli scogli, quel profumo di sabbia, sale e crema solare che aleggiava sempre nell'aria.
Con ancora le palpebre serrate, mi accoccolai ancora di più al cuscino, ascoltando quella dolce sinfonia.
Ma perché sentivo il rumore delle onde? A Roma mica c'era il mare.
Aprii gli occhi di scatto e mi tirai sedere, portandomi una mano a massaggiarmi la fronte per il forte mal di testa che mi martellava le tempie.Mi trovavo in un letto enorme e con morbide lenzuola profumate e di qualità. Questo non era il mio letto. Questa non era la mia camera.
Sollevai le coperte e notai che indosso avevo un pantalone della tuta, un top rosa e... una camicia? Improvvisamente tutti gli istanti della sera precedente affiorarono nella mia mente.
Marko e quei due uomini vestiti eleganti. Io che tentavo di fuggire. Io che veniva braccata da uno di loro e che perdevo i sensi a causa dell'asma.
Eppure l'ultima cosa che ricordavo era la voce di Marko che ordinava a uno dei due energumeni di ricordarsi di prendere il mio inalatore. Come faceva a saperlo? Avevo una buona memoria e sapevo benissimo che in nessuno dei nostri "appuntamenti" gli avevo raccontato di soffrire di problemi respiratori.Mi passai le mani tra i capelli, cercando di rimanere tranquilla per evitare un'altro attacco.
La paura si era impossessata del mio corpo ma non ancora del tutto della mia mente; non sapevo dove mi trovavo, ma quello che mi allarmava di più è che non ricordavo assolutamente nulla di quello che poteva essere successo o no dal mio svenimento ad ora.Mi guardai attorno nella stanza trovando un piccolo orologio digitale, che cozzava col resto dell'arredamento che era molto esotico e con colori caldi e tenui. Segnava le tre del pomeriggio passate; sembrava uno scherzo: a quest'ora avrei dovuto incontrare il simpatico ed elegante ragazzo della Mercedes nera che era piombato per caso nella mia officina due settimane fa.
Era già qualche minuto buono che ormai ero sveglia, ma nella stanza sembravo essere da sola.
Scostai le coperte e scesi dal letto, quando un giramento di testa mi costrinse a riappoggiare il culo sul materasso. Molto probabilmente la causa era il fatto che non mangiavo da quasi un giorno.
Alzai ed abbassai la testa lentamente, guardando prima il pavimento e poi soffitto, come mi aveva consigliato una delle infermiere al mio risveglio dopo l'incidente. Mi alzai sulle gambe deboli, avvicinandomi all'imponente portafinestra coperta da delle tende color tortora, chiuse, che facevano filtrare i raggi di un sole caldo e pomeridiano ed una leggera brezza tipica della vicinanza al mare.
Le tirai e non potei credere ai miei occhi quando davanti a me non vidi altro che delle sbarre di metallo.
Dove diavolo ero finita?
Le sbarre erano troppo vicine, riuscivo a malapena a far passare un braccio. Afferrai il metallo freddo tra le mani e mi persi ad ammirare per un istante il paesaggio davanti a me.
Mi trovavo in un grattacielo che dava su una spiaggia bianchissima e una distesa di acqua cristallina. Capii di non essere più in Italia un po' per le spiagge e poi per il fatto che in strada notai numerose limousine e molti uomini e donne che passeggiavano per le strade con indosso kefie o veli.
Ero quindi in un paese islamico. Dallo sfarzo del luogo e degli edifici pensavo di trovarmi in qualche città importante e lussuosa del Medio Oriente.
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𝗦𝗔𝗕𝗕𝗜𝗘 𝗠𝗢𝗕𝗜𝗟𝗜 {𝙲𝚊𝚗𝚎𝚖}
RomanceCi si può salvare dalle sabbie mobili? Si può trovare la forza o qualcuno che ci aiuti a salvarci o si è destinati ad affondare lentamente, completamente soli? Lui deve vendicarsi e lei è la pedina per farlo. Tutti e due con un passato bugiardo e os...