ANNE
Uscimmo dalla metropolitana, trovandoci davanti il Colosseo.
Sarei voluta venire qui da Piazza di Spagna, ma Can sembrava diventato un vecchio di settant'anni.Dopo avergli fatto salire tutti gli scalini della scalinata di Piazza di Spagna, ci eravamo inoltrati nelle stradine del centro per raggiungere la Fontana di Trevi.
Non appena ce l'avevo avuta davanti, mi ero sentita quasi come una turista come se non l'avessi mai vista prima in vita mia.Mentre gli stavo raccontando alcuni dei ricordi che avevo a quella meravigliosa fontana, aveva ricevuto un messaggio.
Aveva educatamente aspettato che io finissi, prima di controllare il cellulare.Dopo aver letto il messaggio, mi aveva chiesto se sapevo o ricordavo dove si trovava una via.
Avevo dovuto fare mente locale per un momento, ma poi avevo vagamente ricordato di averla già sentita. Era una via abbastanza lussuosa.Non avevo capito il motivo di quella domanda, ma lo avevo solo guardato di sottecchi senza chiedergli nulla.
Eravamo quindi tornati indietro, fino ad arrivare dove mi aveva chiesto."Se vuoi prenditi lo zucchero filato. Ben hemen dönerim." Mi aveva detto, indicandomi con lo sguardo un carretto ambulante di zucchero filato, passandomi un cinque euro, per poi incamminarsi, lasciandomi lì.
Non avevo capito il perché. Non sapeva dov'era la via, ma quando se ne era andato sembrava muoversi come se fosse stato lì già un milione di volte.
Non appena era stato ad un paio di metri da me, un brivido mi aveva scosso; sembrava assurdo, ma nonostante in quelle strade ci fossi passata centinaia e centinaia di volte, nonostante quella fosse la mia gente, mi ero sentita un'estranea. Era come se mi fossi sentita non al sicuro senza lui accanto a me.I miei occhi avevano iniziato a muoversi in diverse direzioni, convinta che tutti potessero notarmi e riconoscermi.
Avevo socchiuso le palpebre e avevo preso un bel respiro: dovevo calmarmi, tutto andava bene, ero a Roma con l'uomo che amavo, camuffata talmente tanto che nessuno mi avrebbe riconosciuta.
Eppure mi ero sentita osservata.Per calmarmi, avevo preso uno zucchero filato e avevo cercato di concentrami sul dolce sapore di quel ben di Dio, sperando che Can tornasse presto.
Dopo un paio di minuti, avevo scorto la sua figura alta e statuaria tra i passanti e i turisti.
Aveva un sorriso meraviglioso. Raggiante.
Era tremendamente bello. E ora potevo dirlo... e tremendamente mio.Aveva raggiunto il mio fianco, prendendo subito la mia mano nella sua.
Quel semplice gesto mi faceva sentire le farfalle nello stomaco e mi riempiva di gioia. Avevo già detto che mi ci sarei dovuta abitare, ma mi sembrava tutto ancora un sogno.In quel momento gli avevo spiegato cosa avrei voluto fargli vedere e lui mi aveva detto che era un po' stanco e che avrebbe preferito prendere la metro.
Ed ora eccoci qui. Davanti al Colosseo.
Can lo contemplò per qualche secondo, con un sorriso felice sul volto.
Feci per muovere un passo in sua direzione, quando lui mi strinse di più la mano, fermandomi.
"Lo visiteremo dopo. Ora portami a mangiare un bel boccone romano." Mi disse, guardandomi con gli occhi che luccicavano.
Abbassai per un secondo lo sguardo e annuii.
Ci incamminammo quindi verso il lato opposto, percorrendo Via dei Fori Imperiali.Un sorriso spensierato si impossessò del mio viso, non credendo che tre giorni fa stessi guardando tutto questo da uno schermo, mentre ora ero qui, sentivo il profumo delle rovine, della storia, della bellezza, di tutto quello che era Roma.
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𝗦𝗔𝗕𝗕𝗜𝗘 𝗠𝗢𝗕𝗜𝗟𝗜 {𝙲𝚊𝚗𝚎𝚖}
RomanceCi si può salvare dalle sabbie mobili? Si può trovare la forza o qualcuno che ci aiuti a salvarci o si è destinati ad affondare lentamente, completamente soli? Lui deve vendicarsi e lei è la pedina per farlo. Tutti e due con un passato bugiardo e os...