ANNE
Sedevo fuori su una delle sdraio, in compagnia del mio fidanzato.
Io stavo tranquilla a riposare, mentre la pelle delle mie gambe si scaldava per i primi raggi caldi del Sole. Can invece, stava al computer e spesso riceveva o faceva telefonate. Come in questo momento.Erano passati sei giorni dal mio risveglio in ospedale e in quello stesso giorno avevo fatto carte false per venire a casa; odiavo gli ospedali. I miei capricci avevano funzionato, ma non avevo calcolato che avrei avuto la guardia del corpo ventiquattro ore su ventiquattro. Nonostante fossi già praticamente in forma, Can non mi mollava un attimo, era diventato ancora più protettivo di prima.
Non riuscivo ancora a credere che i due più grandi mostri della mia vita fossero morti, mentre il terzo era in attesa di giudizio in Italia.
Can aveva capito il mio indizio su Polen ed era stata proprio lei a condurlo da me. Anche lei ora si trovava in custodia.
Puntai lo sguardo sulla mia caviglia, vedendo quella piccola protuberanza. Avevo scoperto che il localizzatore era servito, ma fino a un certo punto: gli ultimi furgoni con cui mi avevano trasportata fino a Bodrum e quindi anche la casa di Erkan, il sotterraneo di Polen in cui mi avevano trattenuta, ad Izmit, erano tutti coperti da dei bloccanti, dei disturbatori, che interrompevano qualsiasi frequenza.Can tornò a sedersi accanto a me, dopo l'ennesima chiamata. Stava gestendo tutto da casa e stava impazzendo.
"Can, io sto bene. Mi sono tornate tutte le forze. Puoi tornare al lavoro." Mormorai, voltando la testa verso di lui. In risposta ricevetti solo un'occhiataccia.
Gli angoli della mia bocca si sollevarono in un sorriso e mi tirai su, posando i piedi per terra. Ecco che lo sguardo del mio compagno, tramutò, diventando subito preoccupato. Mi alzai in piedi e percorsi quella piccola distanza che separava i nostri due sdrai.
Mi sedetti accanto a lui, che si scostò per lasciarmi spazio, persino più del dovuto. Mi girai sul fianco, non quello ferito, un po' lentamente e lui portò immediatamente un braccio sotto la mia testa e l'altro un po' più in giù della mia vita, attento a non sfiorare i punti che si stavano rimarginando.
Ci perdemmo negli occhi di uno e dell'altra. Lui mi guardò attentamente; da quando eravamo tornati a casa, si comportava a volte in modo strano e mi sembrava che avesse troppe cose per la testa. Ma forse era solo un'impressione mia.
"Non hai idea di quanto io ti ami." Sussurrò, iniziando ad accarezzarmi i capelli. Lo disse con enfasi quasi struggente che mi spiazzò.
I miei occhi si addolcirono ancora di più. "Ed io forse di più." Replicai facendolo accennare ad un sorriso e scuotere il capo, non d'accordo con me.Mi fece accoccolare contro il suo petto ed io non rifiutai. Ci fu di nuovo un po' di silenzio in cui il rumore dei nostri respiri era accompagnato dal increspare in lontananza delle onde contro gli scogli. "Stai bene, sì?" Mi domandò, continuando a carezzarmi delicatamente.
Annuii contro di lui. "Sì, anche se può sembrare strano, non sono mai stata meglio di così. Sono di nuovo con te, quei misogini schifosi sono morti e Coop è ancora accanto a me. Mi spiace solo che dopodomani partirà per tornare in Italia." Spiegai, sospirando. Mi dispiaceva davvero che se ne andasse; era una parte fondamentale della mia vita, ma io non potevo seguirlo nella mia vecchia patria. Oramai nulla mi sembrava più familiare in quel posto. Ma ci eravamo promessi che ci saremmo sentiti spesso.
Sorrisi. "E poi domani una delle mie amiche più sincere ed uno dei tuoi amici più importanti, si sposeranno. Non vedo l'ora di vederli... è stato carino da parte loro posticipare di qualche giorno la data, affinché ci fossimo, vero?" Aggiunsi, aspettando una sua risposta dato che non lo guardavo in faccia.Si limitò ad annuire. Oggi era più taciturno del solito... ma quando era così era perché c'era qualcosa sotto.
Feci finta di nulla e proseguii, sistemandomi meglio. "Poi dobbiamo rifissare anche la nostra data... vuoi aspettare l'inizio di giugno?" Domandai, accarezzandogli il torace.
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𝗦𝗔𝗕𝗕𝗜𝗘 𝗠𝗢𝗕𝗜𝗟𝗜 {𝙲𝚊𝚗𝚎𝚖}
RomantikCi si può salvare dalle sabbie mobili? Si può trovare la forza o qualcuno che ci aiuti a salvarci o si è destinati ad affondare lentamente, completamente soli? Lui deve vendicarsi e lei è la pedina per farlo. Tutti e due con un passato bugiardo e os...