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CAN

Sentii il cellulare squillare e svogliatamente allungai una mano per afferrarlo. Chi poteva chiamare così presto?

<<Pronto.>> Risposi, con voce roca, senza prestare attenzione a chi fosse il chiamante.

<<Can?! Stai bene? Dove sei finito?!>> La voce isterica di Deren risuonò nelle mie orecchie. Bene, ora ero sveglio.

<<Cosa c'è Deren. Perché mi chiami così presto? È successo qualcosa?>> Le chiesi, sperando vivamente di no.

Sentii una risata sarcastica provenire dall'altro capo. <<Presto? Can sono le dieci e mezza del mattino! Abbiamo l'incontro con l'agenzia tra meno di mezz'ora!>>
Quando Deren si preoccupava o si arrabbiava non la fermava più nessuno. Sembrava uscita da una struttura psichiatrica.

Ma aspetta che? Le dieci e mezza?!

Allontanai il telefono il giusto per controllare l'ora. Dannazione aveva ragione. Avevo dormito davvero così tanto?

<<Va bene Deren. Arrivo. Voi andate già.>> Senza aspettare una risposta, riattaccai.

Posai il cellulare e buttai la faccia sul cuscino, continuando a rimanere a pancia in giù.
Quella mattina non avevo nessuna voglia di muovere il culo dal letto.

Feci per tirarmi su quando avvertii un corpo caldo sotto il mio braccio destro. Mi voltai e rannicchiata dolcemente accanto a me trovai Sanem.

Mi girai sul fianco e guardai sotto le coperte. Io indosso avevo solo le mutande, l'unico indumento che tenevo per dormire. Il suo corpo era invece fasciato da una canotta rosa e dai jeans neri.
Perché non eravamo nudi? E soprattutto perché allora si trovava nel mio letto?

Mentre osservavo il suo corpo muoversi impercettibilmente ad ogni piccolo respiro, quello che era successo ieri sera mi tornò alla mente come una moviola.
La cena, le köfte... Allah solo a ricordarle il mio intestino crasso si contorse.
Mi ricordai di essere andato a tanto così dal possederla ma a quanto pareva le polpette schifose mi avevano dato alla testa, impedendomi di proseguire. Ero andato nel mio studio per riflettere, in compagnia di mezza bottiglia di whiskey e delle mie pietre, che mi aiutavano sempre a mantenere il controllo. Quando avevo infine deciso di andare a dormire l'avevo trovata nella mia stanza, nel mio letto, sotto le mie coperte che dormiva.

La cosa che mi sorprese più di tutte fu però il fatto che non mi ero svegliato più volte nel cuore della notte a causa degli incubi su mia sorella. Era la prima volta da quasi tre mesi che mi facevo una tirata di sonno così lunga e ininterrotta. Come era possibile?

Posai lo sguardo sul viso della timida ragazza che stava accoccolata al mio capezzale. La fronte era liscia e distesa, serena forse per la prima volta. La sua bellissima bocca carnosa e rosea era socchiusa, rendendola ancora più eccitante. Le palpebre le tremavano leggermente, che forse stesse sognando?
E che forse lei fosse stata il mio acchiappa-sogni questa notte? La mia possibilità di riscatto dalle tenebre?

Sospirai e mi passai una mano tra i capelli. Ma che cosa stavo andando a pensare? Era stato tutta una pura coincidenza; ero riuscito a dormire solo per il mix di köfte letali, cagate colossali, stress e rabbia. Questo era. Lei non c'entrava nulla. Era come un oggetto; che ci fosse stata o meno poco sarebbe cambiato.

Un mugolio abbandonò quella bocca invitante mentre portava una mano delicata sul mio petto nudo. Io non mi mossi, continuando a tenere il braccio posato sul suo fianco. Mosse la testa, accoccolandosi contro di me.

Di punto in bianco il suo corpo si irrigidì e un attimo dopo si tirò su a poco a poco. Percorse con gli occhi tutta la stanza per poi passare a ciò che si vedeva del mio corpo, fino ad arrivare al mio tatuaggio, alla mia barba ed infine ai miei occhi scuri come la notte.

𝗦𝗔𝗕𝗕𝗜𝗘 𝗠𝗢𝗕𝗜𝗟𝗜 {𝙲𝚊𝚗𝚎𝚖}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora