27.

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CAN

Un leggero solletico sul mio petto e la sveglia che suonava, mi strapparono al sonno.

Con gli occhi ancora chiusi allungai un braccio per spegnerla.
Forse mi mossi troppo dato che ricevetti un mugolio dalla donna che dormiva sul mio torace.

La guardai come un ebete.

Questa notte ci eravamo addormentati praticamente subito e durante il sonno non ci eravamo mossi di un centimetro, come se fossimo incastrati alla perfezione.
La sua mano era ancora posata delicatamente sui contorni del mio unico tatuaggio, come a volerlo proteggere.
I suoi capelli ricadevano sul mio braccio posato sul suo fianco e le sue ciglia accarezzavano il mio petto.
Sembrava che tutto questo fosse la cosa più naturale del mondo, la nostra routine.

Era la prima volta che una donna dormiva nella mia stanza, beh per lei la seconda, ma questa volta tutto era stato diverso. Polen forse non ci aveva neanche mai messo piede qui dentro; eravamo molto spesso a casa sua quelle volte che non era in giro per il mondo per la sue sfilate e la sua linea.
Ma Sanem non era Polen, Sanem non era come nessuna altra donna con cui fossi stato.
L'idea che il suo profumo e il sesso di questa notte impregnassero le pareti della mia stanza, mi eccitò più di quanto avrebbe dovuto.

Ancora non credevo che fosse realmente successo, ero quasi arrivato a pensare che non l'avrei mai avuta.

Quando avevo aperto la porta questa notte pensavo che fosse venuta per chiedermi di dormire di nuovo con lei e non che si sarebbe finalmente concessa a me.
Le era piaciuto quanto era piaciuto a me... e aveva goduto, forse per la prima volta.
Era la prima volta che venivo, tutto sommato, così velocemente... l'unico motivo era perché non andavo a letto con una donna da quando lei era entrata in questa casa, non c'erano altre spiegazioni.

Presi ad accarezzarle i capelli, osservando le forme del suo corpo disegnate dal piumone e assaporando il piacere della sua pelle calda e nuda sulla mia.

Quando l'avevo vista per la prima volta, non mi aveva detto assolutamente nulla; che fosse bella era innegabile, ma di belle donne ne era pieno il mondo.
Ma da quando era arrivata al deposito, da quando mi ero accorto di quel fuoco che ardeva in lei, avevo desiderato sfiorare le sue fiamme che mi attraevano come una calamita.
Volevo sottometterla al mio volere, ma non era mai stata sottomessa e forse non lo sarebbe mai stata. Era stata ed era una sfida inaspettata per tutto il tempo, mi teneva testa e questo non faceva altro che farmela desiderare ancora di più.

La sentii sospirare e vidi le sue palpebre aprirsi lentamente. Smisi di accarezzarle i capelli, non volendo che mal interpretasse i miei gesti.

Si leccò e morse le labbra, si guardò attorno e poi portò i suoi occhi nocciola nei miei colore della pece.
Mi alzai a mezzo busto, staccandomi da lei e continuando a guardarla.

Non le diedi il tempo di capire che l'afferrai per il mento e la avvicinai a me, baciandola. Inspirò di scatto e posò una mano sul mio petto per tenersi in equilibrio.
Le accarezzai i seni e scesi lentamente verso il suo fondoschiena, adorando la curva decisa e allo stesso tempo graziosa delle sue forme.
Le strinsi leggermente i fianchi e feci per portarla sopra di me; l'idea di avere i suoi seni che ballavano davanti al mio viso mentre cavalcava il mio membro mi fece impazzire.

Però ovviamente le cose non andarono come avevo immaginato.
Appena capì cosa sarebbe successo si irrigidì e interruppe il nostro bacio. Ma per lei questa lontananza non era abbastanza infatti scese dal letto e recuperò il suo tanga e i pantaloncini.
Quando smise di infilarsi questi ultimi, balzai giù dal letto e la raggiunsi, afferrandole saldamente un braccio e imprigionandola con lo sguardo.

𝗦𝗔𝗕𝗕𝗜𝗘 𝗠𝗢𝗕𝗜𝗟𝗜 {𝙲𝚊𝚗𝚎𝚖}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora