1°CAPITOLO

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Pov's Emily

"Il problema non sei tu Jennifer, ma la società. Pensi che tutti siano nati perfetti? Bhe, la risposta è no. Ognuno si adatta al meglio per essere accettata in questo mondo, che non ti apprezza per come sei. Provano tutti ad avere una vita salutare, una linea perfetta e una taglia 38, ma così non fanno altro che alimentare ciò che c'è di più brutto su questa Terra: gli stereotipi e i pregiudizi. Impara ad amarti, amica mia, e tutto sarà migliore per te." dissi alla mia coinquilina mentre guardavo le carte del caso a cui stavo lavorando.

Lei mi guardò attentamente e poi scattò in piedi.

"Hai ragione Emily, come sempre. Dovrebbero esserci più persone come te su questa Terra...ora mi dedicherò solo e soltanto a me" disse lei trionfante sorridendo.

Sorrisi a mia volta.

"Non esagerare, ma lieta di averti aiutato"

"Lavori ancora al caso? Di..quella donna ritrovata uccisa?"

"Già..."

"Trovato niente?"

"No...infatti sto rivedendo un po' le cose.."

"D'accordo...povera famiglia. Sarà distrutta dal dolore. Non oso pensare alla figlia e al marito.. Sarà duro ricominciare di nuovo dopo 25 anni di matrimonio. Io personalmente non ci riuscirei.."

La guardai di scatto e quel commento mi fece accendere una lampadina.

"Ripeti ciò che hai detto, Jen..."

"Che non ci riuscirei?" disse confusa mentre mangiava un toast.

"Nono, quello che hai detto prima..."

"Che sarà duro ricominciare..?"

"Esatto!" esclamai alzandomi e controllando tra le varie carte.

"Hai trovato chi è stato?"

"Si, grazie Jen. Devo andare.." dissi afferrando le scarpe e infilandole.

"Ma dove? Sono le 11 e mezza di sera.. Emily! Torna qui!" mi richiamò lei, ma ormai ero sfrecciata fuori verso la casa della vittima.

La mia vita, adesso, era questa.

Stavo in America e avevo trovato posto in un appartamento che dividevo con la mia coinquilina Jennifer.

Inoltre ero diventata Detective.

Avevi deciso di sfruttare al meglio i miei sensi da lupo mannaro e aiutare la gente.

Ovviamente qui nessuno sapeva la mia vera natura, che cosa fossi realmente.

Arrivai davanti la casa della vittima e vidi le luci ancora accese.

Così scesi dall'auto e mi affrettai ad andare a suonare alla porta.

Per un istante non rispose nessuno, poi venne ad aprirmi proprio l'assassino.

"Detective.. Come mai qui a quest'ora?"

Lo scrutai un istante poi sorrisi leggermente.

"Ci sono...state delle nuove scoperte riguardo l'omicidio di sua moglie.."

"Oh...e non poteva aspettare domani per dirmele?" mi guardò attentamente.

Stava cominciando a sospettare qualcosa.

"Bhe...pensavo che voleva saperle subito..."

"Si accomidi.." si spostò dalla porta per farmi entrare.

Annuii guardandolo ed entrai.

"Le posso offrire qualcosa?"

"No, grazie.. Sto bene così..." dissi seguendolo in cucina mentre lui stava di spalle a me.

"Allora vuole dirmi queste nuove scoperte?"

"Certo..." portai la mano lentamente sulla pistola, che estrassi nello stesso istante in cui lui si voltò puntandomi la sua contro.

"Sa, Detective...voglio sapere come ha fatto.."

"Intanto le faccio i miei complimenti per come ha recitato. Davvero. Le dovrebbero dare un premio...ha saputo mantenere la farsa..."

"Meno chiacchiere, voglio sapere come ha fatto.."

"Semplice. Lei ha detto che le cose con sua moglie andavano bene, così come anche sua figlia...ma qualcosa non tornava. Sua figlia ha disegnato più volte lei con la madre, ma del padre non c'era traccia...quando glielo chiesi mi rispose che risalivano ad un periodo lontano di quando voi due litigavate spesso e che, la vostra vicina, l'aiutava molto a sistemare le cose. Così ho fatto due più due: eravate amanti e quei litigi non erano dovuti a cose banali, ma sua moglie aveva scoperto tutto. Lei le chiese il divorzio, ma non ha accettato perché avrebbe perso ogni cosa dato che vive del capitale di sua moglie...così, quella sera, mentre sua moglie era nella vasca lei ha acceso il phon e lo ha buttato nell'acqua, uccidendola. Così ora può ricominciare. "

"Lei ha stoffa da vendere.." disse mentre teneva il dito sopra il grilletto così come facevo io.

"Se si costituisce, avrà qualche piccolo sconto della pena.."

"Oh no. Io non mi costituiscono. Non lo farò. Quella donna ha avuto ciò che merita."

"Sua moglie l'amava e lei l'ha uccisa. Cosa c'è di meritato in questo?"

"Non sapeva apprezzare nulla. Nemmeno i piccoli sforzi che facevo per lei e per nostra figlia. Cercava sempre un preteso per trovare qualcosa di sbagliato in me, poi conobbi Annie e lei era diversa. È diversa. Ma mia moglie mi ha beccato e ha chiesto il divorzio quando lei, per prima, aveva tradito me. Non ho detto nulla per il bene di mia figlia, ma quella sera...non ce l'ho fatta...non l'ho sopportata...avrei perso tutto con il divorzio...Così sono entrato in bagno...Le ho tappato la bocca e l'ho uccisa. "

"Che cosa hai fatto?!" urlò la figlia dalla rampa delle scale con le lacrime agli occhi.

Il padre la guardò e tentennò un istante.

Ne approfittai e mi avvicinai, ma in quel momento entrarono gli altri agenti della polizia e lui si accorse di me.

Fu un attimo.

Fece per spararmi, ma un proiettile in pieno petto lo fermò e cadde a terra morto.

Riposai la pistola e guardai i colleghi.

"Portatelo via.." dissi e alzai lo sguardo sulla figlia.

Sorrisi leggermente e mi avvicinai a lei,l'avvolsi in una coperta trovata sul divano e la portai fuori dai paramedici.

"Williams."

"Lewis"

"Pensa di aver fatto bene a venire qui, di notte, da sola ad arrestare un assassino? Sarebbe morta se non fosse stato per il nostro aiuto."

Ben Lewis.

Noi tutti lo chiamavamo il 'Bastardo della Omicidi'

Perché lo era.

"Si, ho fatto bene e me la sarei cavata anche senza che qualcuno sparasse a quell'uomo."

"Era un assassino. Aveva ucciso sua moglie, niente lo fermava da uccidere anche lei."

"Ero riuscita a farlo confessare, c'era la figlia, si stava arrendendo e si stava pentendo. Se lei non avesse sparato quella bambina avrebbe almeno un padre adesso." lo guardai furiosa puntandogli un dito contro.

"Un padre omicida, Williams. Si metta in testa che non può aiutare tutti."

"E lei si metta in testa che deve lasciarmi fare il mio lavoro."

"Sono un suo superiore. Ho il dovere di riprenderla quando sbaglia"

Mi passai la mano sul viso e annuii.

"Sbagliato? Ma si ascolta quando parla? Quella bambina non ha più nulla...potevamo ridarle il padre, ma lei lo ha ucciso. Capisco che il suo passato non è dei migliori e che questa storia l'ha coinvolta da vicino, ma l'unico che ha sbagliato qui è lei. Buonanotte. " dissi e girai i tacchi, andandomene.

Seppur con qualche problema, questa vita mi aveva aiutato a distaccarmi un po' da tutto quella che era successo un anno fa.

E avrei continuato così se non mi fosse arrivata quella lettera.

Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora