12° CAPITOLO

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Pov's Severus

"Signor Brown vuole renderci partecipi del suo divertimento?"

Il ragazzo cessò di sorridere all'istante.

"No, signore"

"Allora presti attenzione a ciò che combina o le farò passare la voglia di divertirsi durante le mie lezioni. Sono stato chiaro?"

"Certo, signore."

Lo guardai freddamente e continuai il giro tra i banchi.

Era iniziato l'anno scolastico e già non vedevo l'ora che questi mocciosi si togliessero dalla mia vista.

"Vuole farci saltare in aria, signor Robinson? Il calderone le sembra un fuoco d'artificio?"

"Io...scusi signore..."

"Meno 10 punti a Corvonero. Incompetente." sibilai e andai a sedermi alla cattedra.

"Tra mezz'ora voglio le vostre ampolle sulla mia scrivania e le vostre facce fuori dall'aula."

Cominciarono a sbrigarsi e a cercare di dare un colore e una consistenza decente a quella che, secondo loro, era una pozione.

Bussarono alla porta e non prima che io avessi dato il permesso di entrare, la porta si aprí.

Oggi volevano farmi innervosire e ci stavano riuscendo alla perfezione.

"Non le hanno insegnato ad aspettare il consenso prima di entrare come se fosse a casa propria?" guardai il soggetto sulla porta.

Ci mancava lei.

"Sono di fretta. Mi servono delle pozioni." disse senza scomporsi più di tanto.

"Vedo che la sfrontatezza non è solo genetica...attenda la fine della lezione."

"Non ho tempo, mi serve adesso."

"Troverà il tempo. Ora fuori."

Mi scoccò un occhiataccia e chiuse la porta sbattendola.

Era una spina sul fianco.

Me la ritrovavo ovunque quella ragazzina.

Compariva nei miei ricordi ogni giorno come un flash e poi spariva.

Non sapevo come mi ero potuto avvicinare a lei, ma era insopportabile e sfrontata.

Gli studenti posarono le ampolle sulla cattedra e uscirono a gambe levate dall'aula.

"Ora mi dia la pozione, grazie"

Non sprecai tempo neanche ad alzare lo sguardo, ma mi misi a sistemare i compiti e pulire la lavagna.

La sentí sbuffare e sogghignai.

"Impaziente?"

"Di stare in questo posto."

"Se non vuole starci perché è qui?"

"Sono stata costretta. Non mi fa piacere di certo."

"Neanche a me fa piacere averla qui"

"Bene. Ora la pozione.."

Mi voltai e la guardai.

"Cosa le serve? Non poteva andare da Madama Chips invece di piombare qui senza nessuna autorizzazione"

"Magari potessi andare da lei, ma non posso perché purtroppo mi serve lei"

"La manda suo padre?"

"Perspicace..."

"Non poteva venire direttamente lui o il signor Lupin..."

"...È troppo occupato per venire a parlare con lei e perdere tempo? Si"

"Non le conviene rivolgersi a me con quel tono, ragazzina." le puntai un dito contro guardandola dritto negli occhi.

Occhi pieni di odio e disprezzo.

"Perché? Altrimenti che succede?" mi sfidò fissandomi negli occhi.

"Le faccio cambiare atteggiamento." dissi e la superai incamminandomi verso le mie scorte private.

"Che diavolerie. Ci mancava Lupin oggi..."

"Se pensa che le farò dire qualsiasi cosa sulla mia famiglia senza che io dica niente,si sbaglia. Se non può mantenere la parola data a mio padre, basta dirlo."

"Non ho mai dato la mia parola a tuo padre. Sarebbe come fare un patto col diavolo"

"Se mai è il contrario. È mio padre che ha fatto il patto con il diavolo. Egocentrico."

Mi fermai di colpo e voltai lo sguardo su di lei.

"Spero che almeno sappia cosa mi ha fatto suo padre e la sua bellissima famiglia"

"E cosa? Che l'hanno bullizzata? L'hanno derisa? Per anni?"

La tirai per un braccio dentro le mie scorte.

"E allora non li difenda così tanto. Se io sono il diavolo, loro sono peccatori come tutti."

Lo spazio era troppo piccolo per entrambi tanto che i nostri petti si sfirovano

"Hanno fatto di tutto per scusarsi e cercare un rapporto con lei e lei ha voltato loro le spalle!" mi puntò un dito contro mentre il suo viso si infiammava di rabbia.

"Delle scuse non cancelleranno ciò che hanno fatto a me."

"Non le hanno chiesto di dimenticare, ma di ricominciare. Non sono loro, è lei che non si fida!"

"Come potrei, Lupin?! Eh?! Come potrei dopo quello che mi hanno fatto?"

Mi guardò senza dire niente.

"Mi risponda. Ho perso la memoria, non so di chi fidarmi e dovrei andarmi a buttare tra le braccia di quelli che mi hanno rovinato? Eh?!"

"Lei non ha perso la memoria."

"Ah no? E cosa ho perso allora? Me lo dica."

"Me."

Restai spiazzato dalle sue parole, ma cercai di non darlo a vedere.

"Lei? Ancora con questa storia?"

Roteò gli occhi e si passò le mani tra i capelli poi ripiantò i suoi occhi nei miei.

Sentii improvvisamente il cuore esplodermi in petto.

"Lei non si ricorda di me. Ha cancellato ogni cosa. Tutto."

"E quindi?"

"Come? Mi dica come diavolo ha fatto...!" disse mentre la sua voce si alzava e si incrinava lentamente.

I suoi occhi passarono da rabbiosi a tristi e pieni di dolore.

"Come ha fatto?! Come? Tutto quello che c'è stato in due anni, lo ha cancellato e buttato come se fosse niente! Me lo dica, perché io voglio tornare a stare bene."

Ero privo di parole in quel momento.

Non sapevo cosa risponderle.

"Sono qui con l'intento di farlo. Voglio riprendermi la mia vita, perciò me lo spieghi. Come ha fatto a cancellare, se c'era, quello che provava per me? Perché sono sicura che...- prese un respiro profondo - che anche se non era forte come quello che prova per Lily, qualcosa c'era. E come ha fatto? Come?!" mi diede una botta sul petto che mi destabilizzò e prima di sbattere contro la parete a causa del piccolo spazio, avvolsi le braccia alla sua vita e mi raddrizzai.

Sentii i nostri corpi scontrarsi ed incastrarsi, le sue mani finirono sul mio petto e il suo sguardo sul mio.

"Forse...è meglio che sia andata così. Non eravamo niente e niente saremo per tutto il resto della nostra vita,ma sia mai che un giorno si ricordi di me, di quella ragazza insopportabile, spero tanto che rimpianga di non avermi detto la verità quando avrebbe potuto. Tenga a mente che nella sua vita niente e nessuno mai potrà prendere il mio posto."

Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora