Pov's Severus
"Severus, io sono vergine"
Mi bloccai di colpo, convinto di aver sentito male e che lei avesse detto qualcos'altro.
Voltai lentamente lo sguardo su di lei, al mio fianco, guardandola perplesso, con un sopracciglio alzato.
"Perchè me lo stai dicendo? Pensi che questa sera.."
"No" disse subito, senza lasciarmi finire la frase e diventando bordeaux "Non è per questo...è che voglio dirti tutto, così che non ci debba più essere nulla tra di noi, ma mi rendo conto di avertelo detto in modo troppo...brusco"
"Contento che tu l'abbia notato. Ti vuoi spiegare meglio?"
Distolse lo sguardo dal mio e si prese un po' di tempo prima che riprendesse a parlare:
"Potresti vederla come una cosa stupida, ma vedi...mi ero fatta una promessa, molto tempo fa: non sarei andata a letto con nessuno fino al matrimonio. E' un passo molto importante e non volevo correre il rischio di pentirmene, ovviamente...ma non l'ho mai corso perchè non ho avuto nessuno a parte Charlie o te e sai com'è andata con Charlie..."
"Ed io?". La guardai attentamente mentre lei fissava altrove, troppo imbarazzata per guardarmi negli occhi.
"Cosa tu?"
Feci un passo verso di lei e le presi il mento tra le dita, alzandole il viso e facendomi guardare in faccia: avevo capito cosa volesse dirmi.
Adesso che non si sarebbe più sposata, quello era un tasto che non sapeva se schiacciare o meno. Ma qualsiasi fosse stata la sua scelta, non l'avrei mai toccata senza il suo consenso.
"Correresti il rischio con me?" chiesi.
I suoi occhi mi fissarono, intrappolati dal mio sguardo.
"Sei l'unica persona con cui correrei questo rischio" sussurrò.
Sentii qualcosa, come una morsa, stringermi lo stomaco e il mio battito cardiaco sembrò aumentare di colpo: spostai una mano sul suo viso e le accarezzai la guancia, per poi baciarle la fronte.
"Apprezzo la tua sincerità" sussurrai "ma sta tranquilla: deciderai tu quando sarà il momento giusto".
Mi si buttò tra le braccia in un secondo, investendomi del suo profumo e stringendomi dalla vita. Non potei non sorridere e poggiai la mano sulla sua nuca.
"Grazie..." sussurrò.
"Non devi ringraziarmi, solo...evita di cominciare un discorso in questo modo a volte"
La sentii ridere leggermente e poi annuì.
Le cinsi un braccio intorno alla vita e riprendemmo a camminare in silenzio, ma c'era ancora un punto che a me non quadrava. Evitai di fare ulteriori domande, comunque. Per quella sera era abbastanza a disagio.
"Allora...ti è piaciuto il compleanno?" mi chiese mentre tornavamo a casa mia e mi teneva sotto braccio.
Era l'unico bel compleanno che ricordavo.
"Mi è piaciuto, per essere stato una sorpresa" risposi e lei mi sorrise soddisfatta.
Quando arrivammo davanti porta di casa, mi fermai e la guardai: "Emily"
Lei si voltò a guardarmi: "Dimmi"
"Resta con me stasera" dissi "Solo per stasera"
"Severus..."
"Se lo vuoi, ovviamente" aggiunsi e allora annuì, sorridendo leggermente.
"Sta tranquilla, so cosa mi hai detto prima: sono di parola" sentii di dover dire perché sembrava tesa e così le aprii la porta.
"Lo so, mi fido di te" rispose ed entrò ed io feci lo stesso.
Accesi le luci e mi tolsi il cappotto, aiutando anche lei. Poi mi diressi in cucina, dove sul tavolo trovai un biglietto di mia madre:
Sono da Minerva. Mi ringrazierai domani. Mamma.
Sbattei le palpebre, scioccato e misi il biglietto in tasca: "Guarda tu che devo sopportare..." mormorai andando verso il frigo per prendermi un bicchiere d'acqua.
Le donne non le capirò mai.
"Cos'hai detto?" chiese Emily curiosa appoggiandosi al tavolo ed io scossi la testa. "Niente di importante, mia madre è da Minerva. Tutto qui"
"Oh..." fu la sua risposta, diventando involontariamente rossa ancora una volta ed io sogghignai, nascondendo il tutto dietro il bicchiere.
"Ti vedo a corto di parole...vuoi un po' d'acqua?" chiesi divertito e mi fulminò con lo sguardo.
"Se infierisci ancora, non ci sto nulla ad andare a casa" disse puntandomi un dito contro, sotto forma di minaccia.
"Pensi ti lascerei andare ora che sei qui?" le chiesi posando il bicchiere sul tavolo e raggiungendola con una falcata, prendendola dai fianchi e stringendola.
Sentii il suo respiro bloccarsi e vidi il suo sguardo addolcirsi.
"Non te ne andresti" constatai contento e poi le presi la mano, portandola in camera mia.
Quando entrò, si mise a osservare ovunque mentre io le cercavo qualcosa nell'armadio da mettere.
"E' molto..."
"Cupo?"
"Nel tuo stile" disse lei e percepii il divertimento nella sua voce "Che cerchi?"
"Qualcosa per te" risposi e mi voltai con in mano un pantalone e una maglia neri.
Si avvicinò a me, sorpresa: "Ma hai veramente tutto nero?"
"Dubitavi, forse?"
"Ma qualche altro colore ci sarà, no?" chiese lei passando in rassegna con lo sguardo tutte le mie camicie nere.
"C'è qualcosa di bianco, ma non di più.." dissi alzando le spalle.
"Ma sai che ti starebbe bene qualche altro colore? Lo hai mai provato il blu scuro? O il verde? Anche il grigio potresti provare" continuò lei.
"Resto fedele al nero" dissi "Se hai finito di curiosare nell'armadio, puoi andare in bagno"
Spostò lo sguardo su di me e prese i vestiti che le porgevo quasi con timore, poi arrossì e sorrise, ringraziandomi con un bacio sulla guancia prima di andare in bagno. Quando si chiuse la porta dietro le spalle, sospirai e mi sedetti sul letto, prendendomi la testa tra le mani.
"Ma come mi sono ridotto.." sussurrai guardando l'armadio ancora aperto davanti a me. Mi alzai, togliendomi la giacca e sbottonando i primi bottoni delle maniche della camicia, fissando l'orologio al polso.
Sorrisi per poi toglierlo e poggiarlo sul comodino mentre sentivo la porta del bagno aprirsi.
"Com'è andata? Possiamo sistemarli con un po' di magia..." la mia voce svanì di colpo quando la vidi: la maglia le stava abbastanza larga da lasciarle scoperta una spalla ed era anche abbastanza lunga da arrivarle a metà coscia mentre il pantalone che le aveva dato era così lungo che era tutto arricciato ai suoi piedi.
"Io penso che bisogna proprio sistemarli..." disse lei alzando una mano per far vedere la lunghezza della manica della maglietta, ridendo leggermente.
La osservai ancora un po', coperta dai miei vestiti mentre i capelli le coprivano un po' di pelle scoperta e non potei non sentirmi fortunato perchè sembrava che finalmente qualcuno da lassù si fosse accorto di me.
"Sei troppo bassa, è questo il punto" dissi dopo aver ritrovato la voce mentre con un colpo di bacchetta le sistemavo i vestiti, in modo che le stessero bene.
"Non puoi essere tu troppo alto?" chiese lei scherzando "Comunque domani te li sistemo, così li riavrai come nuovi"
"Non c'è bisogno" risposi guardandola "Stanno meglio a te"
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Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀ
FanfictionÈ passato un anno da quando è cambiato tutto. Da quando la storia è cambiata ed è finita. Ognuno ha intrapreso la propria strada. Lasciandosi indietro dolori e sofferenze. Oramai tutto è solo un ricordo lontano. Ma se queste strade avessero un pun...