EPILOGO

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Pov's Emily

10 anni dopo

A svegliarmi, quella mattina, fu il movimento del materasso, che si piegava sotto il peso di qualcuno. Sospirai e aprii un occhio: misi a fuoco  la figura davanti a me, cercando di scorgerla nonostante la penombra della stanza. Severus si stava sdraiando al mio fianco: indossava solo il pantalone del pigiama, dando così una bella mostra del petto scolpito, così come l'addome. La luce del sole, che filtrava dalle tapparelle della finestra, convogliava proprio sulla sua pelle scoperte, andando a posarsi sulle cicatrici che disseminavano il suo busto. Sorrisi, aprendo anche l'altro occhio:

"Che bel buongiorno..." sussurrai piano, con ancora la voce impastata dal sonno. 

Lui si voltò verso di me, con il braccio piegato sotto la testa e appoggiato sul cuscino:

"Non volevo svegliarti" mi sussurrò di rimando e sorrise poi, allungando la mano verso il mio viso per accarezzarmi la guancia. 

"Non fa nulla" risposi e gli baciai dolcemente il palmo della mano "Che ore sono?" gli chiesi poi. 

"E' ancora presto, potresti dormire un altro po'"disse, gettando uno sguardo alla sveglia sul comodino al suo fianco "Sono le 8:00" 

"Beh, presto relativamente" dissi io divertita e lui mi sorrise di rimando. Si girò su fianco in modo tale che le nostre teste fossero allineate, ma non tolse la sua mano dal mio viso che continuava ad accarezzare:

"Volevo che ti riposassi un po' di più, ma sei troppo testarda anche su questo" 

"E tu mi hai sposato proprio per questo" risposi e gli feci una smorfia. Mi guardò esasperato, ma divertito allo stesso tempo e, con un sorrisetto che la diceva lunga, si avvicinò al mio viso:

"Non solo per questo..." sussurrò.

Puntò le mie labbra e non appena le sfiorò, una manina gli bloccò la strada ed entrambi abbassammo lo sguardo: Alya ci guardava curiosa da sotto le coperte, stretta tra le mie braccia e proprio in mezzo a noi due. Agitò di nuovo la manina verso di noi, mentre l'altra la passava sugli occhi e sbadigliava, segno che si era appena svegliata. 

"Oh, buongiorno anche a te" dissi sorridendo guardandola e le accarezzai i capelli biondi. Lei, di rimando, sorrise e puntò il padre, prendendogli una ciocca di capelli: "Papà". 

Severus, al mio fianco, scosse la testa piano, divertito e l'avvicinò a se, stringendola tra le braccia: le tolse la ciocca di capelli dalle mani e la rimpiazzò con il peluche a forma di cane, il suo preferito. 

Alya inizialmente protestò, ma poi si strinse al petto il peluche e si appoggiò al padre, che le baciava la testa. Sorrisi guardandoli: era uno scenario magnifico quello che mi si presentava ogni volta davanti gli occhi quando Severus l'aveva tra le braccia. Alya aveva tre anni e mi somigliava tantissimo, era una sorta di mini me: aveva i capelli biondo scuro liscissimi, gli occhi di un verde un po' più intenso del mio e, a detta di mio marito, aveva anche il mio sorriso, solo ancora leggermente sdentato. 

"Ti somiglia proprio" disse mio marito come se mi avesse letto il pensiero e, forse, lo aveva fatto veramente pensai. 

"Purtroppo" dissi divertita accarezzando i capelli di mia figlia: Alya mi guardò, stringendo il peluche e mi regalò un sorriso sdentato che sembrava brillare. Questo mi fece pensare a quando, tre anni prima, avevo scoperto di essere incinta di una bambina e, insieme a Severus, avevamo cominciato a pensare ad un possibile nome: eravamo sul terrazzo a guardare le stelle quando mi propose di chiamarla Alya. Mi spiegò che significava 'luce della luna' e pensò che non poteva esserci nome più giusto per nostra figlia, anche perché era già sicuro che lei sarebbe stata come me.

Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora