40° CAPITOLO

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Pov's Severus

Dopo tanto tempo, tutto ciò che sentivo era tranquillità. Era tutto molto calmo, anche se non capivo dove mi trovavo.

Pensai al paradiso per tutto il biancore e la luce che avevo attorno, ma il paradiso uno come me non lo avrebbe accettato.

Mi rialzai da terra e mi guardai meglio attorno, poi d'improvviso notai l'erba sotto i piedi. Mi guardai attorno mentre il biancore svaniva di poco, lasciandomi intravedere un enorme distesa di verde; dopo guardai me stesso e notai che avevo addosso lo stesso completo di quella sera.

Poi ricordai e istintivamente portai la mano alla nuca, lì dove avevo sbattuto, ma non faceva male. Stavo bene, anche se ricordavo come il figlio di Lupin mi avesse colpito, se non volontariamente.

Ricordavo...

"Ricordo ogni cosa..." sussurrai incredulo mentre tutti i ricordi riaffioravano nella mia mente, scorrendo così velocemente come se qualcuno stesse sfogliando un album.

La mia memoria era tornata e il primo pensiero che ebbi fu di andare da lei, di dirglielo.

"No, tu non mi lasci, Severus Piton"

Mi voltai di scatto, guardandomi intorno per capire da dove provenisse la sua voce.

Era tutto così strano e troppo...calmo.

Sentivo altre voci, ma erano confuse e non le distinguevo, non sapevo neanche da dove provenissero o dove io mi trovassi.

Presi a camminare, un po' alla cieca, percorrendo quella distesa di verde infinita, fin quando non vidi una figura di spalle, che guardava giù.

Quei lunghi capelli argentei e quella veste azzurra l'avrei riconosciuta facilmente ed io mi bloccai sul posto, sentendo le viscere aggrovigliarsi.

Fu come una doccia fredda la consapevolezza che mi pervase: il biancore, la calma, i ricordi, Silente...

"Sono morto" sussurrai restando pietrificato sul posto, non riuscendo a credere a tutto quello.

Era quasi ironico: avevo affrontato la guerra, il Signore Oscuro e molto altro per poi finire...ucciso da un bambino?

Per di più il figlio di Lupin?

I miei pensieri tornarono ad Emily, a quello che era successo e come lei stesse in quel momento: se io ero morto, lei doveva essere distrutta. Ebbi davanti agli occhi lei che poggiava la mia mano sul suo cuore e mi diceva che mi amava: deglutii e portai le mani tra i capelli per la mera consapevolezza che mi ero innamorato di lei.

"Non sei morto, Severus" disse con la sua solita calma Albus Silente, che stava a pochi passi da me.

Lo osservai attentamente: l'ultima volta che lo avevo visto, lo avevo ucciso, perciò se ero lì con lui, vuol dire che ero morto anch'io.

"Ti sto vedendo, Silente" dissi solamente con la voce che sembrò incrinarsi e mi maledii per quella debolezza, ma lui sorrise solamente e mi guardò da sotto gli occhiali a mezzaluna, con i suoi soliti occhi attenti:

"Non è ancora arrivato il tuo momento"

"Se mi lasci, giuro non ti perdonerò mai"

Di nuovo lei.

"Vieni" disse Silente facendomi segno di avvicinarmi a lui, da dove sembrava provenisse la sua voce.

Rimasi dubbioso qualche istante, ma poi mi avvicinai e quando gli fui accanto non ero più davanti ad una distesa di verde infinita, ma ad un burrone: eravamo sull'orlo di un burrone.

Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora