Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀ

21° CAPITOLO

Pov's Severus 

Se avessi dovuto scegliere una parola per descrivere ciò che stava succedendo dentro di me in  quel momento, penso che non ci sarebbe stata parole migliore di: incomprensibile. Tutto quello che stava accadendo in quel periodo lo era; mi sentivo come se fossi stato catapultato in un epoca che non mi appartenesse, ma al tempo stesso qualcosa mi faceva ricredere su questo e quel qualcosa era lei. 

Lei e tutta questa storia di cui ricordavo poco, mi avrebbero reso pazzo, di questo ne ero certo. 

"Tutto quello che sappiamo di lei non ci serve a molto, ma vediamo di ricostruire il punto: la assunta lei all'incirca un anno fa per la cattedra di Astronomia, si chiama Astrid Oldman e porta dei geroglifici egizi tatuati sul braccio." disse lei mentre camminava avanti e indietro per il mio ufficio e io la guardavo standomene seduto alla mia scrivania. 

"Dobbiamo concentrarci sui geroglifici, questo è l'unica cosa certa" 

"Ma non sappiamo cosa significhino, non è granchè come punto di partenza..." 

"E' un punto morto, più che punto di partenza" 

La vidi sbuffare e poi sedersi sulla sedia, passandosi la mano tra i capelli. 

La guardai attentamente, notando quanto fosse concentrata. Chiunque avrebbe capito che voleva sistemare questa situazione a tutti i costi, l'aveva molto a cuore. 

Assottigliai lo sguardo e mi sporsi poggiando i gomiti sulla scrivania e incrociando le mani davanti al viso. 

"L'unico che poteva sapere qualcosa in più era lei..." disse ancora sovrappensiero. 

"Non ricordo nulla, ancora"

"Magari qualche piccolo pezzo...niente totalmente? Non ricorda nulla di questi due anni?" 

"La capisce la mia lingua quando parlo? Le ho appena detto che non ricordo nulla"

"Senta se si deve comportare in questo modo, preferisco andare da mio padre e dirgli che sto indagando sul caso piuttosto che sorbirmi le sue battutine" 

"Cos'è? Correre da papà davanti ad una difficoltà per lei è la scelta migliore? O è scappare ciò che le viene meglio invece di affrontare tutto?" dissi senza poterne fare a meno. 

Vidi il suo viso cambiare espressione e colore lentamente da infastidita passò, man mano, a furiosa. 

"Ma che cosa ne sai, eh? Sono scappata, ma a te cosa è cambiato? Nulla. Assolutamente nulla perchè sei andato avanti come se io non esistessi, ma infondo era così: io per te non esistevo. Forse non sono mai esistita perchè mi hai sempre e solo fatto male..."

Quelle parole mi provocarono un dolore che non poteva essere paragonato a nessun altro di quelli che avevo provato durante la mia vita. 

"Ho deciso di andarmene perchè , per una volta in vita mia, ho pensato a me. Ho voluto essere egoista. "

"Vuol dire che tutto quello che è successo in due anni lo ha sepolto come se niente fosse?"

"Cosa è successo in due anni, eh?! Accusi me di aver sepolto tutto, ma tu?! Cazzo Severus, non ricordi nulla di me!" sbottò alzandosi sbattendo una mano sulla scrivania, furiosa e con gli occhi vitrei. 
Ignorai l'effetto che mi fece sentire il mio nome pronunciato in quel modo dalle sue labbra e mi alzai anch'io: 

"Stai sviando la mia domanda." dissi senza scompormi, anche se in quel momento l'istinto era un altro. 

"Tu...NO! D'accordo? No. Non ho sepolto tutto, non riuscirei mai a farlo perchè sei inciso nella mia mente in modo indelebile! Ovunque mi girassi trovavo qualcosa che mi riportava a te, quando ero sola il mio pensiero fisso eri sempre tu e non facevo altro che darmi della sciocca perchè mentre io soffrivo per te, tu eri qui che soffrivi per Lily!" mi urlò furiosa mentre il petto le si alzava e abbassava velocemente, cercando di prendere fiato. 

Quelle parole ebbero effetti contrapposti su di me: ero riuscito ad avere direttamente da lei parte di quello che era successo di cui non ricordavo, ma al tempo stesso avrei preferito non saperlo. Le avevo fatto così male che non me lo sarei mai perdonato. 

Quel giorno capii che avevo distrutto la persona che più mi aveva amato. 

"Emily..." dissi sentendo la maschera cadere lentamente. 

"Emily cosa, Severus?! Cosa credi di fare ora che sto cercando di ricostruirmi un equilibrio?" 

"Voglio ricordare e l'unica persona che può aiutarmi sei tu." 

Non rispose. Restò a guardarmi con le lacrime agli occhi, sul punto di bagnarle le guance e poi si allontanò lentamente dalla scrivania come se fosse stata stordita da quelle parole. 

"Non puoi dirmelo adesso..." sussurrò. 

"Invece si" 

"Perchè ora? Ora che c'è già un'altra persona..." 

Per un attimo giurai di aver sentito il mio cuore smettere di battere e assimilare quelle parole. L'unica cosa che speravo, era che stesse mentendo. 

"Weasley è quell'altra persona? Quel fantoccio che vola sui draghi, vuoi dirmi che  è stato capace di abbattere i sentimenti che provavi per me e che un attimo fa mi hai sputato in faccia?" dissi cominciando a non reggere più le staffe. 

"Charlie è una persona dal cuore d'oro, non ti permetto di parlare di lui in questo modo. " 

"Lo difendi anche? Davvero mi stai dicendo che lo ami?" la guardai negli occhi e aggirai la scrivania, arrivandole davanti. 

"Dillo. Dillo che lo ami" sussurrai, notando quanto fosse poca la distanza tra di noi in quel momento. Se solo mi fossi avvicinato di un altro passo, avrei potuto sfiorarla come qualche ora prima ad Hogsmeade. Avrei potuto sfiorare la sua pelle e bearmi del suo profumo che riusciva a farmi perdere il lume della ragione, se solo avessi avuto abbastanza coraggio. 

"I-io..." balbettò presa alla sprovvista e , anche se non mi diede la risposta, ebbi la mia conferma. Sentivo i battiti del suo cuore aumentare e i suoi pensieri affollarsi e diventare sempre più confusi. 

"La risposta è no." dissi senza staccare lo sguardo dal suo "Te ne sei andata, hai fatto credere a tutti che ormai fosse tutto finito, ma hai solo mentito a te stessa. Io posso non ricordare, ma di una cosa sono certo: il mio cuore non l'ha ricostruito nessuno in così poco tempo come hai fatto tu. Sono disposto a riprendermi la mia memoria e anche te"