15° CAPITOLO

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Pov's Emily

Passai l'intera notte insonne.

Cosa mi stava succedendo?

Sentivo i miei dubbi divorare quelle poche certezze che avevo ottenuto in America.

Era inutile girarci intorno, era inutile prendere in giro me stessa: per me Severus Piton era difficile da dimenticare o anche solo accantonare.

E ora Charlie...cosa stavo facendo?

"Ah Emily, razza di incosciente..." sospirai e mi passai la mano sul viso, alzandomi dal letto.

4:30 a.m segnava la sveglia.

Quella notte non avrei dormito, era inutile provarci.

Uscii dalla mia camera e scesi le scale mentre l'occhio mi cascò fuori dalla finestra.

Quasi mi venne un infarto.

Una figura avvolta in un mantello nero mi fissava dal cancello di casa.

Scesi di corsa le ultime scale e aprii la porta di casa, uscendo nel bel mezzo della notte.

Era ancora lì che mi fissava con uno sguardo che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque, poi alzò una mano e mi salutò, indicandomi.

Feci per avvicinarmi a lei, ma misi il piede su qualcosa di peloso a terra.

Così abbassai lo sguardo e notai Lucky, il mio Lucky, a terra.

"No..!"

Mi inginocchiai e presi lo presi tra le braccia.

Era inutile cercare di chiamarlo o tentare di farlo muovere: era freddo e aveva gli occhi vuoti, privi del loro solito luccichio.

Lo aveva ucciso.

Cercai la bacchetta, ma mi accorsi di averla dimenticata in camera.

"Maledizione..."

Sentii il viso bagnarsi di qualche lacrima, ma cercai di trattenermi mentre gli chiudevo gli occhi.

Rialzai lo sguardo verso il cancello lentamente, ma era sparita così com'era apparsa.

"Giuro ti troverò e pagherai, Oldman. Fosse l'ultima cosa che faccio in questa vita." sussurrai al vento fissando il punto in cui qualche istante prima c'era lei, mentre stringevo il corpicino del mio cagnolino.

Lo guardai e non potei non sentirmi più in colpa.

Era una vittima innocente di quella storia.

Non avrei più rivisto quella piccola creatura correre per il giardino.

Non avrei più passato il tempo con lui quando stavo male.

Non lo avrei più stretto a me, vivo.

"Mi dispiace, Lucky..." sussurrai mentre mi rialzavo.

Non potevo farlo vedere a qualcuno o sarei stata costretta a dire del biglietto.

Se avessero solo saputo della situazione, mi avrebbero chiuso dentro una stanza fino a quando non l'avrebbero arrestata.

Tenni Lucky tra le braccia e presi la prima giacca pesante sull'attaccapanni accanto alla porta, poi uscii chiudendola.

Mi diressi verso la collina dietro casa mia e salii fino ad arrivare sotto la grande quercia.

Posai Lucky e iniziai a scavare con le mani, mentre la mia rabbia sfociava in lacrime.

Avrei messo la parola fine a questa storia.

Avrei preso quella maledetta donna che mi aveva rovinato la vita e avrei dato giustizia a Lucky.

Scavai fino a sentire le dita delle mani farmi male, presi fiato e lo spostai dentro la fossa.

Gli accarezzai la pancia un'ultima volta, consapevole che non avrebbe più scodinzolato come un tempo.

Consapevole che non lo avrei più rivisto.

Sentii una fitta al cuore e cominciai a ricoprirlo con la terra;man mano che vedevo il suo pelo sparire sotto quella coltre marrone, spariva una parte di me.

Presi delle pietre e cominciai a formare una scritta:

Al mio piccolo, grande amico, che tu possa far divertire anche gli angeli.

Mi rialzai lentamente e mi scrollai la terra di dosso restando a fissare per un po' quella che ora era diventata la tomba del mio cagnolino.

Che scusa avrei inventato per mascherare la sua assenza?

Non lo sapevo ancora.

Mi voltai e lentamente scesi la collina, dirigendomi verso casa cercando di controllare le mie emozioni.

Era l'alba e ciò che sperava era che a casa dormissero ancora perché sarebbe stato un problema spiegare il motivo per cui ero fuori.

Guardai le finestre di casa e mi accorsi delle luci ancora spente, tirai un sospiro di sollievo e corsi dentro chiudendo la porta silenziosamente.

Andai in bagno e misi tutti i vestiti sporchi che avevo addosso nella cesta dei panni sporchi, poi mi lavai il viso più volte cercando di riassumere il mio colorito normale.

Posai le mani sul lavandino del bagno e strinsi la presa.

Avrei preso quella donna a costo della mia vita: la morte di Lucky era una chiara provocazione.

Lei sapeva ogni mio minimo passo mentre io non sapevo nemmeno dove fosse il suo rifugio o quali fossero i suoi prossimi piani.

Dovevo trovare una soluzione a quell'impiccio e la prima cosa da fare era andare a Nocturn Alley.

Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora