Pov's Severus
Erano passati due mesi dell'accaduto e alla fine Astrid Oldman era stata arrestata e rimessa ad Azkaban con la massima protezione.
Si era scoperto che fosse una strega egiziana tra le più forti e che il suo intento era quello di bloccare l'avverarsi della profezia e generare un erede più potente, sulla scia del famoso mito di Iside e Osiride. Si spiegarono così i geroglifici sul braccio e il libro che tanto bramava, che si rivelò essere una fonte di incantesimi antichi. Gli Auror riuscirono a prenderla proprio mentre stava per tornare in Egitto,ma in condizioni pietose.
In tutto questo, erano stati tutti molto occupati per sistemare la situazione e riportare l'equilibrio. E la memoria non era tornata affatto.
L'unica cosa era qualche ricordo, di tanto in tanto,ma come sempre nulla di veramente concreto.
Non ero più riuscito a vederla con quel trambusto,ma la pensavo sempre.
Era qualcosa di molto più forte che non riuscivo a controllare: si insinuava nei miei pensieri come se niente fosse e non mi lasciava. Nemmeno nei sogni. Soprattutto nei sogni,che ormai erano diventati qualcosa di indicibile.
Sapevo perfettamente cosa mi stava succedendo: il mio cuore aveva ripreso a battere ed era stato qualcosa che non mi sarei aspettato. Ma se c'era riuscita una volta, aveva centrato in pieno anche la seconda.
Alzai un angolo della bocca per quel pensiero e buttai giù il liquido ambrato che avevo nel bicchiere.
Era dicembre ed il castello non era del tutto piano, dato che tutti gli studenti erano tornati a casa.
Mi versai un altro bicchiere e mi sedetti sulla poltrona di fronte al camino, fissando le fiamme.
Sentii bussare alla porta e sospirai. Possibile che anche senza gli studenti nel castello,potevo essere così stressato.
"Minerva, qualsiasi cosa tu voglia da me,può aspettare domani" dissi secco alzandomi e andando ad aprire,ma non era Minerva la donna che avevo davanti.
"Non sono Minerva..." disse lei guardandomi.
Aveva un abito rosso scuro che le fasciava il corpo,mettendo in risalto le sue forme fino al ginocchio.
In quel momento, non era proprio il caso di specificare quei sogni indicibili.
"Posso ben vedere che non sei Minerva" dissi e mi spostai dalla porta,facendola entrare.
Lei non disse niente ed entrò, restando ferma in mezzo alla stanza fin quando non chiusi la porta.
"Cosa ci fai qui?" chiesi guardandola tenendo il bicchiere in una mano e l'altra in tasca "siediti".
Potei benissimamente vedere come le rotelle del suo cervello ruotassero per cercare una scusa plausibile da dirmi mentre si sedeva sulla sedia di fronte alla scrivania.
Io feci lo stesso,ma dall'altro lato, attendendo e poi disse:
"Mi avevi chiesto di aiutarti con la memoria"
Inarcai un sopracciglio scettico,posando il bicchiere sulla scrivania:
"Sei qui per aiutarmi con la memoria dopo due mesi?" chiesi e lei avvampò, diventando dello stesso colore del vestito.
Nascosi un sorrisetto compiaciuto mentre lei mi guardava cercando di mantenersi composta.
"Se non vuoi,me ne vado"
"Sappiamo entrambi che non sei qui per questo o almeno non direttamente" cominciai alzandomi e facendo il giro della scrivania "quindi ti chiedo di nuovo: perché sei qui?"
La guardai negli occhi tutto il tempo mentre lei cercava invano di sfuggire al mio sguardo.
"Ho parlato con Charlie...pensavo dovessi saperlo"
"E?"
"E, cosa?"
"Quindi non gli hai detto niente" dedussi guardandola.
"Gliel'ho detto invece"
"Che ami un altro?"
"Non amo nessuno" ribadì allora lei "gli ho detto che non provavo lo stesso che prova lui"
"E perché sei venuta qui a dirmelo?"
Lei non rispose e io non potei non assaporarmi quella vista mentre la sua faccia e i suoi occhi assumevano tutte le emozioni possibili.
"Ho inteso, me ne vado. Non sei di parola come dici , a quanto pare" disse poi con astio e si alzò, superandomi. O almeno così credette lei.
Le presi un braccio, la feci voltare verso di me e fummo così ancora l'uno ad un passo dall'altro. Sentivo il suo profumo invadermi le narici ,il suo fiato si era accorciato e avrei giurato che potessi sentire il battito del suo cuore,accelerato.
Così come il mio.
Sentii una scarica elettrica percorrermi da testa a piedi mentre il mio sguardo si fermò sulle sue labbra.
"Perché pensi che non sia di parola? Perché ti ho giurato che ti avrei riconquistato e non ci siamo visti per due mesi?" sussurrai allora. La mia voce fu profonda e abbastanza roca: mi ci volle un po' prima che potessi alzare lo sguardo sul suo.
Fu letale.
Mi stava guardando come mai nessuno mi aveva guardato: quegli occhi erano così pieni di luce, di...passione che non avrei mai creduto possibile qualcuno potesse rivolgere a me.
"N-non è così..." mormorò, ma la sua voce era solo l'opposto di ciò che gridavano i suoi occhi.
"Non sei capace di mentire"
Lei continuò a non rispondere, allora mi avvicinai al suo orecchio,le spostai una ciocca di capelli e sussurrai: "Io so perché tu sei qui"
Lei trattenne il fiato e io ne approfittai per bearmi del suo profumo, prima di continuare:
"Sono un uomo di parola perché tu sei venuta qui, questa sera, da me e sappiamo entrambi cosa significa"
"Cosa...?" sussurrò lei.
"Che ti ho già conquistato"
A quelle parole, lei si allontanò da me e mi guardò,riprendendo fiato.
"No...io...sono venuta solo per dirti di Charlie...e per aiutarti con la memoria,ma non c'entra niente con tutto il resto..."
Ammirabile.
La testardaggine di quella donna era ammirabile.
Scossi la testa con un movimento lento, guardandola divertito.
"Non mi hai conquistato,non lo farai mai. Sei stato crudele con me e...non confondere la bontà con altro, ti stai sbagliando"
"Crudele" ripetei io con voce bassa e mi riavvicinai a lei, che rimase ferma.
"E sono anche imperdonabile, immagino"
Lei annuì e io mi avvicinai ancora,senza distogliere lo sguardo da suo.
"Meschino"
Eravamo ad un passo dall'altro.
"Cattivo"
Avvolsi un braccio intorno alla sua vita e lei fu di nuovo tra le mie braccia. Fu una sensazione paradisiaca.
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Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀ
FanfictionÈ passato un anno da quando è cambiato tutto. Da quando la storia è cambiata ed è finita. Ognuno ha intrapreso la propria strada. Lasciandosi indietro dolori e sofferenze. Oramai tutto è solo un ricordo lontano. Ma se queste strade avessero un pun...
