54° CAPITOLO

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Pov's Emily 

A svegliarmi il giorno dopo, fu il rumore di una porta che si chiudeva con un tonfo. Mi misi seduta, sbadigliando e mettendo a fuoco la camera in cui mi trovavo mentre i ricordi della notte prima affioravano lentamente nella mia mente. 

Sorrisi senza poterne fare a meno e le mie guance si tinsero di rosso. In quello stesso momento la porta della camera si aprì e comparve Severus, con un espressione abbastanza pensierosa, ma non appena si accorse che fossi sveglia sembrò che qualsiasi pensiero avesse per la testa, scomparve. 

"Buongiorno" disse richiudendo la porta dietro di sé e ,senza distogliere lo sguardo da me, si avvicinò al letto. Prima di rispondere, mi presi un momento per osservarlo: indossava un pantalone nero e  una maglia a maniche lunghe dello stesso colore, abbastanza aderente.

 Riportai lo sguardo sul suo viso e, quando mi accorsi che lui stava osservando me, mi schiarii la voce e mi portai il lenzuolo al petto, coprendomi quasi istintivamente. 

"Buongiorno" risposi poi mentre mi sistemavo. 

Sentii il suo sguardo perforarmi la pelle scoperta e, pensai che anche il lenzuolo non dovesse servire poi a tanto. Dopo, la parte di materasso affianco a me si piegò, segno che si era seduto e allungò la mano verso il mio viso: dapprima mi spostò i capelli, ancora scompigliati immaginai, dietro l'orecchio e poi mi prese il viso, facendo sì che lo guardassi negli occhi. 

Ci guardammo solamente. Non mi disse niente. Si protese verso di me e mi baciò dapprima la fronte, indugiando un po' e dopo passò alle labbra, dove lasciò un dolce bacio a stampo. 

Il mio cuore si sciolse a quel gesto e sorrisi contro le sue labbra, ricambiando il bacio a stampo. Anche lui ricambiò il sorriso ed improvvisamente, mi ritrovai stretta tra le sue braccia mentre approfondiva il bacio. 

"Ora è un buongiorno migliore?" sussurrai divertita dopo che mi staccai dalle sue labbra, ma non dalle sue braccia. 

"Decisamente migliore" confermò lui sorridendo, accarezzandomi la schiena scoperta "Come stai?" chiese poi, con una lieve nota di preoccupazione nella voce quasi. Portai le mani sul suo viso e sorrisi, guardandolo negli occhi:

"Mai stata meglio". 

Lui parve rilassarsi, ma poi fu il mio turno di chiederglielo. 

"E tu? Come stai?"

"Mai stato meglio". 

Lo guardai divertita. 

"Ma non devi copiare le mie risposte però"

"Sei tu che copi le mie domande" disse divertito, stringendomi di più a sé. 

Risi senza poter distogliere lo sguardo dal suo, restando tra le sue braccia e gli lasciai un altro bacio sulle labbra. 

"Ti amo, non sai quanto" sussurrai e lui mi guardò, sorridendo quasi divertito e mi accarezzò i contorni del viso. 

"Anch'io, ragazzina" 

Roteai gli occhi e scossi la testa: non avrebbe mai smesso di chiamarmi così e, sinceramente, non mi dispiaceva. Per me, avrebbe potuto continuare per sempre. 

"Allora, dimmi: come lo diciamo alla tua famiglia?" chiese poi indicando con il mento l'anello al mio anulare sinistro. Come se mi fossi ricordata di quel particolare solo in quel momento, strabuzzai gli occhi. 

"Oddio, è vero...glielo dobbiamo dire!" esclamai portandomi la mano sulla fronte "Mi ero dimenticata di questo particolare..." 

"Avevi pensato di non dirglielo?" 

"Assolutamente no!" esclamai, con un po' troppa enfasi "Ma ho avuto la mente occupata nelle ultime...ore..." aggiunsi senza evitare di diventare bordeaux. Lui mi guardò divertito, sogghignando e senza nascondere una risata profonda che mi mise ancora di più in imbarazzo. 

Sbuffai e mi staccai, raggomitolandomi nel lenzuolo: "Dai, Severus..." mormorai, ma lui parve non ascoltarmi perché continuo a ridere per poi riprendermi tra le sue braccia e lasciarmi un bacio sulla fronte mentre gli tenevo un finto broncio. 

"Sei così...innocente" sussurrò e poi si chinò sul mio orecchio "Meglio per me: sarà un enorme piacere fare il bis della notte scorsa...e non solo" aggiunse, mordendomi il lobo dell'orecchio per poi alzarsi. Il mio battito cardiaco accelerò e il fiato mi si bloccò, restando immobile a guardare un punto fisso della stanza mentre le sue parole mi mandavano in tilt il cervello. 

"Ti aspetto di là per la colazione...tu sistemati con calma" disse con normalità, come se non mi avesse appena mandato in crisi e, con un ghignò che non si preoccupò di nascondere, uscì lasciandomi frastornata. 

'Sarà un enorme piacere' aveva detto. 

Presi un altro respiro profondo: "Rose...mi serve Rose.." dissi annuendo e mi schiarii la voce, alzandomi e raccogliendo i miei vestiti da terra, andando in bagno. 

Dopo aver fatto la doccia, tornai in camera e aprii l'armadio di Severus, rovistando nella parte dedicata ai miei vestiti quello che avevo lasciato lì. Li avevo lasciati, per avere una scorta ad ogni evenienza. Non si sapeva mai. Pescai una gonna lunga bianca e un dolcevita nero: non ci pensai molto ed indossai quelli, rimettendo le scarpe della sera prima. Lasciai i capelli sciolti e poi diedi una sistemata alla camera prima di uscire. 

"Severus?" lo chiamai mentre entravo nel suo studio cercandolo con lo sguardo e trovandolo a sistemarsi i gemelli della camicia. Quando mi sentì, alzò lo sguardo e le sue iridi dapprima incontrarono le mie poi passarono a scanner il mio corpo. 

Un brivido mi percorse da capo a piedi, ma feci finta di nulla. Mi avvicinai a lui e gli presi il braccio, aiutandolo ad abbottonarsi la camicia. Stavo per passare all'altro quando, improvvisamente, il suo braccio mi cinse la vita e mi strinse forte a sé. Il mio petto si ritrovò premuto contro il suo e il mio sguardo restò fissò contro di esso, prima che lo alzassi e trovare i suoi occhi che andavano in cerca dei miei. 

"A volte penso che tu lo faccia di proposito..." sussurrò mentre la mano con la quale mi stringeva a sè, scese più in basso verso il mio fondoschiena. 

Deglutii. 

Giuro che non stavo più capendo nulla. 

"A-a fare cosa..." chiesi a stento. 

"A provocarmi" sussurrò e sentì la sua mano stringere la presa sulla mia natica, il che mi fece scappare un lieve gemito che lui bloccò subito catturando le mie labbra in un bacio rovente.

 Quasi mi sembrò difficile stargli dietro, ma ricambiai quel bacio stringendo le mani sul colletto della sua camicia, tirandolo verso di me. Non lo sapevo, ma avevo bisogno di quel bacio. Avevo bisogno di lui e del suo amore: non riuscivo a capire come avessi vissuto senza il suo amore. A confronto, la mia vita sembrava appena iniziata e probabilmente era così: la mia vita era iniziata quando l'avevo conosciuto. 

Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora