Pov's Severus
Non ricordava da quanto casa Lupin fosse stata così piena di gente: probabilmente, nelle festività. Le avevo raccomandato solo i più stretti della cerchia, ed invece c'era l'intero Ordine della Fenice. Sospirai mentre osservavo come c'era chi si dava da fare per sistemare le ultime cose al tavolo, chi parlava con gli altri e chi, invece, mi osservava sussurrando. Non era scontato che la voce, da Hogwarts, fosse già circolata, ma nessuno osava chiedere niente per avere la conferma.
Una conferma che non ero più tanto sicuro ci fosse, dopo ciò che era successo quella mattina: non avrei immaginato che la situazione potesse evolversi fino a quel punto. Come poteva pensare che io glielo avessi chiesto solo per stare con lei una notte? O che io l'avessi illusa?
Non avevo fatto altro che pensare alle sue parole tutta la mattinata ed, inutile dire, che ero stato l'incubo di molti studenti oggi. La sua testardaggine mi faceva impazzire; arrivava a conclusioni affrettate senza neanche darmi il tempo di spiegarle nulla o, se mi dava il tempo, doveva sempre avere ragione lei.
Sospirai e mi sbottonai il bottone della giacca, infilando la mano in tasca aspettando che scendesse: ero proprio davanti le scale.
"Severus, i fiori per Emily? Non li hai portati?" mi chiese mi madre, affiancandomi "Non ti ho insegnato nulla?"
Roteai gli occhi e distolsi lo sguardo dai gradini, per guardarla scetticamente: "Non ti ci mettere anche tu" mormorai.
Notai come mi passò in rassegna con lo sguardo, immaginai come si stesse mordendo la lingua per non dirmene una delle sue e poi mi sorrise comprensiva, annuendo: "Qualunque cosa sia, si risolverà" mi disse solamente prima di allontanarsi e raggiungere la moglie di Remus.
Speravo che avesse ragione, ma era andato tutto troppo bene in quei mesi e, solitamente, la troppa gioia la pagavo sempre con una sofferenza enorme. Al solo pensiero, lo stomaco mi si chiuse in una morsa mentre un conato di vomito mi salì al gola: dovevo assolutamente parlarle. Dovevo sapere come stavano le cose, se avesse riflettuto su quello che era successo o se avesse cambiato idea.
Mi ero stancato di aspettare e cominciai a salire le scale, ma mi fermai quando la vidi in cima: stava scendendo insieme a Rose; il suo piede restò in bilico tra un gradino ed un altro mentre i suoi occhi puntarono i miei. La guardai negli occhi, leggendovi sollievo e imbarazzo allo stesso tempo ed io restai fermo sul mio scalino, osservandola scendere. Indossava un semplice tubino bianco in maglia, lungo fino al ginocchio e con un elegante scollo a V sul petto. Mi resi conto di non respirare, stavo trattenendo il fiato ed il mio cuore accelerava ad ogni battito: era la cosa più bella che potessi mai desiderare di avere affianco.
Emily si fermò proprio davanti a me, sullo scalino prima del mio ed invece Rose ci passò accanto, sorridendomi e facendomi un cenno di saluto con la testa che ricambiai a malapena. La mia attenzione era rivolta alla donna che avevo davanti. Mi guardò, con le mani strette davanti al grembo mentre si contorceva i pollici e le gote arrossate: riuscivo a sentire il suono e il casino dei suoi pensieri in quel momento.
Pensai, allora, che forse una speranza c'era...
"Ciao" sussurrai, sentendo come il suo profumo mi avvolgeva dolcemente.
"Ciao..." mi rispose a sua volta e si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio con la mano sinistra e fu lì che notai l'anello ancora al dito.
La morsa allo stomaco parve allentarsi lievemente.
"Severus, io tem..."
"Insomma, piccioncini noi aspettiamo solo voi qui!"
Mi voltai verso la fine delle scale: un Sirius Black divertito ci faceva segno di scendere con un calice di vino in mano. Non poteva scegliere momento più giusto.
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Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀ
FanfictionÈ passato un anno da quando è cambiato tutto. Da quando la storia è cambiata ed è finita. Ognuno ha intrapreso la propria strada. Lasciandosi indietro dolori e sofferenze. Oramai tutto è solo un ricordo lontano. Ma se queste strade avessero un pun...
