9° CAPITOLO

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Pov's Emily
Il matrimonio era andato benissimo.
Lo zio e Rose erano partiti per la luna di miele e ogni giorno ci inviavano una lettera con delle foto.

Devevo ammettere che lo zio aveva fatto le cose per bene: aveva portato Rose a Parigi, Marsiglia e Lione in Francia poi in Italia a Roma, Milano, Verona e Venezia.

Ora erano in Italia, a Roma precisamente, ed era impossibile non vedere quanto felice fosse la mia amica.

Lo si poteva notare anche dalle foto.

Sorrisi guardando le ultime foto che ci avevano mandato e poi guardai la valigia.

"E ora...?" sussurrai guardandomi intorno sedendomi poi sul letto.

Il matrimonio era finito e potevo anche tornare in America.

Non avevo più nulla da fare qui.

Non c'era più niente per me.

Non aveva alcun senso restare.

"Emily ci sono visite per te!" mi chiamò mia madre dal piano di sotto e mi destai dai miei pensieri.

"Arrivo!" risposi e scesi le scale velocemente.

Un ragazzo dai capelli rossi stava in mezzo al salotto mentre parlava con mio padre.

"Charlie..." sussurrai e poi mi guardai.
Ero in uno stato pietoso.

Avevo una maglia della mia casa, un leggins nero e i miei capelli erano legati in uno chignon disordinato.

Feci per salire di nuovo le scale per andare a darmi una sistemata, ma mio padre mi richiamò in quel momento.

"Emily...vieni.."

Mi passai una mano sul viso e cercai di darmi una sistemata,poi andai da loro.

"Ciao.." mi sorrise Charlie appena mi  vide.

"Ciao..." sorrisi alzando una mano a disagio dato che mio padre ci fissava come se si aspettasse qualcosa da un momento all'altro.

Anche Charlie lo era.

Si percepiva.

"Come stai?"

"Bene...tu? Come stai?"

"Tutto bene anch'io.."

"Io...magari..vado ad aiutare Dora..." disse mio padre guardandomi divertito e io volevo tanto sotterrarmi in quel momento.

"Sarebbe perfetto per te.." mi sussurrò prima di andare via e lo guardai male fin quando non sparì in cucina.

"È stato imbarazzante..." commentò Charlie divertito.

"Ti chiedo scusa...è così.."

"Figurati...alla fine l'hai ritrovata la scarpa?"

"No...sarà stata risucchiata dal terreno perché non la ritrovo più..."

"Immaginavo...infatti ti ho prese queste..." disse e mi porse un sacchetto.

Lo guardai colpita e poi guarda lui.
"Non dovevi...davvero..."

"Ma figurati. Per me è stato un piacere...mi offendo se non lo accetti.."

Risi leggermente e presi il sacchetto sedendomi sul divano e facendo posto anche a lui.

C'era un girasole all'interno.

"Mi sono fatto guidare dall'istinto...siccome sei bella come un girasole ho pensato che potesse piacerti.."

Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora