55° CAPITOLO

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Pov's Severus 

Non sapevo esattamente quando le mie maschere erano cadute, quando la mia  vita aveva cominciato a girare diversamente o quando l'idea di sposarmi non mi era più sembrata così tanto sciocca quanto inutile. Ma ero certo che era tutto merito della donna che mi camminava affianco, la stessa donna che a breve sarebbe diventata mia moglie: tutto ciò mi sembrava così assurdo, ma al tempo stesso l'idea mi eccitava. 

"Dovremmo dirlo agli altri, sei d'accordo no?" mi chiese mentre ci dirigevamo verso la Sala Grande per la colazione. 

"Beh, tu che dici?" le risposi guardandola con la coda dell'occhio, nascondendo il divertimento. 

"Ok...allora ti va se stasera vieni a cena e lo annunciamo?" 

"Non c'è molto da annunciare" dissi fermandomi mentre le scale si muovevano e vidi la sua espressione diventare sempre  più confusa, così mi affrettai ad aggiungere "non c'è molto da annunciare perché l'anello che hai al dito lo dirà a tutti non appena varcheremo la soglia della Sala Grande. Quindi la notizia arriverà ancor prima di stasera alle orecchie di tuo padre" 

Mi guardò dapprima sollevata poi con sguardo ovvio, avvicinandosi a me: " Ma non per questo tu non debba venire da me stasera e dirlo di persona" 

"Va bene, ma niente cose alla grande: solamente i più stretti della cerchia" 

Un sorriso le illuminò il volto immediatamente e batté le mani come una bambina: "Allora cucino io!" 

Inarcai un sopracciglio e scossi la testa divertito, alzando un angolo delle labbra: "Sai si che dobbiamo arrivare tutti integri al matrimonio e non moribondi" 

"Cos'è? Non hai fiducia nelle mie doti culinarie? Ti ricordo che sarò io a cucinare per noi da qui a...fammi pensare? A sempre" disse lei ovvia, facendo anche finta di riflettere. La guardai senza nascondere il divertimento e le pizzicai il fianco, per poi attirarla a me notando come il suo viso prendeva colore. 

"Io ho molta fiducia in te..." sussurrai ad un passo dal suo viso " e soprattutto nelle tue doti" aggiunsi sfiorando i nostri nasi. 

"Emily, Severus...buongiorno!" 

Emily fu un lampo a staccarsi da me così come io fui veloce a fulminare la proprietaria di quella voce: Minerva se ne stava sulle scale a braccia incrociate e un sorrisetto divertito. 

"Buongiorno, Minerva.." disse Emily, schiarendosi la voce e raggiungendola. Presi un respiro  profondo e la segui a ruota, sorpassando le due donne: "Minerva dovresti essere in Sala Grande".

"Esattamente nel posto in cui dovresti essere tu, ma, guarda un po',  siamo qui entrambi" rispose lei, non facendosi scappare l'occasione di stuzzicarmi. 

Roteai solo gli occhi e, una volta raggiunto l'ingesso della Sala,  entrai con loro due alle mie spalle. Il rumore di piatti e forchette si attenuò mentre tutti presero a mormorare e sussurrare, ma qualcosa mi faceva pensare che non fosse per l'anello al dito di Emily. 

"Avessi io una donna come la Lupin accanto, ululerebbe tutto il tempo" 

Parte del tavolo dei Grifondoro scoppiò in delle risatine sommosse mentre i ragazzi continuavano a fare battute ed osservare da testa a piedi Emily che, ignara di tutto, continuava a parlare con Minerva come se niente fosse. Io, invece, mi voltai e mi diressi verso il tavolo dei Grifondoro. 

Sentivo il sangue ribollirmi nelle vene e il mio autocontrollo vacillò: quel ragazzino aveva oltrepassato ogni limite. L'intero tavolo si zittì, così come l'intera Sala che adesso aveva gli occhi puntati su di me. 

Presi il ragazzo da dietro, sollevandolo per il colletto della divisa e facendolo alzare. Tutti presero a mormorare. 

"Prova a far ridere anche me, Wilson" dissi freddamente avvicinandomi a lui. 

"Preside, io...non so.."

"Taci" non lo lasciai finire e gli puntai un dito contro "Wilson, fuori da questa Sala. Adesso." tuonai e il ragazzo non disse niente, ma uscì dalla Sala senza dire una parola. 

"E niente Quidditch per l'intero anno scolastico" aggiunsi ancora mentre un coro di disapprovazione si sparpagliava per l'intera stanza. 

Sarei stato il suo incubo, questo era certo. 

Mi sedetti al tavolo dei professori, sotto gli sguardi stupiti di Emily e Minerva. 

Presi la forchetta e ancor prima di mangiare, aggiunsi: "Meno 150 punti a Grifondoro" 

"Scusami Severus, ti va darmi una spiegazione sul perché hai cacciato il Capitano della mia squadra prima della partita?" chiese Minerva al mio fianco, abbastanza perplessa quanto scioccata. 

"Parla troppo" risposi secco e la questione si chiuse lì perché la vidi alzare gli occhi al cielo e riprese a mangiare. 

"Allora ti chiedo un'altra cosa" aggiunse poco dopo voltandosi nella mia direzione.

Non era mai possibile godersi un pasto tranquillamente?

Non risposi e attesi che completasse la frase. 

"Non negherai che quello che ti ho detto stamattina ha un senso, Severus" sussurrò per non farsi sentire "Tra i maghi più potenti ci sei tu" 

"Io dico che dietro questa deduzione così brillante e mattiniera, tra l'altro, ci sia lo zampino di qualcuno che conosciamo bene, Minerva" risposi ironico.

Quella mattina aveva bussato alla mia porta con una notizia che, al pensarci in quel momento, sconvolgeva un po': io sarei stato l'interessato della profezia, io ero il mago tra i più potenti e, in aggiunta, i miei futuri figli sarebbero stati gli eredi. Tutto privo di un senso logico, a mio modo di vedere le cose. Non perché non rientrassi tra i maghi più forti, poteva anche essere, ma i figli? Non mi ero ancora abituato all'idea del matrimonio, il tutto mi sembrava ancora così...bizzarro e i figli che non avevo e che non so se avrei avuto, avrebbero portato il peso di essere gli eredi? No, era tutto una grande assurdità. 

"Cosa vuoi insinuare?" 

"Non ho intenzione di ferire il tuo intelletto, Minerva, ma converrai con me che è tutta una grande pagliacciata"

"Pagliacciata? Severus, parliamo della profezia! La profezia per la quale tu sei quasi morto!"

"Mi riferivo alla tua intuizione, non alla profezia: io non sono colui di cui parla" ribadì. 

"Come fai ad esserne certo, Severus? Insomma, molte cose portano a credere che possa essere tu"

"Molte cose? Il nulla, vuoi dire. Si sanno solo poche cose di questa profezia, tutte molto generiche e, se vogliamo aggiungere altro, ti direi di prendere in considerazione l'ex- prescelto: io mi focalizzerei su di lui" 

"Harry? Oh, non penso proprio Severus. Questa profezia parla chiaro e non è così generica come dici: sei tu l'interessato. Insomma, ora stai con Emily, avrete anche dei figli..."

Poggiai le posate con troppa violenza sul tavolo e guardai Minerva: "Te lo ripeto una sola volta e non più: non sono io il prescelto né tanto meno avrò dei figli, l'idea non mi sfiora il cervello minimamente. Di conseguenza, punta le tue indagini altrove"

Il rumore dei piedi di una sedia che sfregavano con violenza contro il pavimento mi fecero capire di aver appena commesso un grave errore: mi voltai velocemente, ma Emily non mi guardò neanche. Si alzò e andò via, attraversando la Sala a passo spedito verso le porte. 

"Minerva perché non freni quella tua lingua lunga qualche volta...!" sbottai sottovoce e mi alzai a ruota, seguendola. 

Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora