13° CAPITOLO

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Pov's Severus
Quella sera non scesi a cena.

Restai nel mio ufficio a pensare a ciò che era successo quel giorno.

Nella sua vita niente e nessuno potrà prendere il mio posto.

La sua voce e le sua parole risuonavano nella mia testa ininterrottamente da quando le aveva pronunciate.

Ed io mi sforzavo di riavere ricordi interi e non spezzettoni.

Mi sforzai di ricordare il suo viso.

I suoi occhi.

I suoi lineamenti.

Le sue labbra.

Qualsiasi cosa di lei, ma quello che ottenni fu un altro buco nell'acqua o meglio nei ricordi.

Buttai giù il liquido del bicchiere non prima di averlo fatto ondeggiare all'interno.

Guardai le fiamme nel camino pensando a quella ragazza, ormai donna.

Era una donna, ma con un atteggiamento da ragazza.

Pensai alle parole di oggi.

Lei non si fida!

Il diavolo!

Come mi ha dimenticato così facilmente?

Chiusi gli occhi sentendo tutte le sue parole girare nella mia testa come un tornando.

Era un uragano.

La vedevo così distante, ma la sentivo così vicina come le sue parole nella mia testa.

Era inutile continuare a negare che non c'era stato niente ed ero stato sciocco io a farlo.

Qualcosa c'era stato ed era stato, seppur breve, forte.

Ma lei stava andando avanti.

Un anno fa era andata via a causa mia e ora andava avanti a causa mia.

Ironia della sorte.

Però era diversa rispetto all'anno prima.

Non era più la ragazza sofferente e ricca di ferite, era decisa.

Anche se quella decisione,quel giorno, aveva vacillato nelle mie scorte.

Potevo giurare di aver sentito il suo corpo tremare proprio come il mio  al contatto dei nostri petti, alla stretta salda.

In quel momento, sentii come un fremito di passione liberato dopo anni,ma il momento durò così poco e fu così fugace che non ebbi il tempo di accorgermi di cosa mi stesse accadendo che era già finito.

Era così calda ed io eri così freddo che avrei potuto congelarla se me lo avesse permesso, se fosse stata la donna di un anno fa.

Invece ora rischiavo di bruciarmi io e sciogliermi  con il suo calore e, forse, sarebbe stato così bello come quel giorno.
Se mi avesse bruciato, glielo avrei lasciato fare perché così avrei avuto la sicurezza di essere ancora vivo e che, sotto strati di macerie, il mio cuore era ancora dove doveva essere.

Mi soffermai sul ricordo di lei e del suo corpo fasciato da un abito a color del sole che faceva la sua entrata in Sala Grande.

Quello era uno dei ricordi che avevo di lei ed era tra i più belli rispetto a quelli di adesso che erano troppo reali nei miei confronti.

In quel momento, tra i molteplici bicchieri di whisky, volevo concedermi il lusso di vagare nel surreale.

Di vagare nella mia mente per bearmi dei pochi ricordi felici di lei e ogni il volta il cuore mi si stringeva in una morsa.

Salazar come desideravo ardentemente ricordare.

Ricordare ciò che lei mi aveva urlato in faccia e non solo il suo dolore o il suo odio e disprezzo.

Scaraventai il bicchiere a terra per la frustrazione che si ruppe in miliardi di pezzi.

"Perché non mi hanno lasciato morire.." borbottai piegandomi in avanti, posando i gomiti sulle ginocchia e prendendomi il viso tra le mani.

"Perché eri e sei troppo prezioso per lasciarti andare.." disse una voce alle mie spalle.

Emisi una una lieve risata ironica che fu più simile ad un grugnito.

"Cos'è bussare non va più di moda..?" dissi senza muovermi dalla mia posizione.

Minerva si avvicinò e si sedette sulla poltrona di fianco a me non prima di aver fatto ritornare il bicchiere allo stato originale.

"Mi hanno detto che ti serviva una spalla e sono corsa qui con due..." disse lei mentre percepivo il suo sguardo addosso.

Sapevo chi l'aveva informata ed era anche scontato.

"Albus.." sospirai frustrato e poi alzai lo sguardo puntandolo sul bicchiere.

"Già.. Albus.." ripeté lei guardandomi attentamente.

"Perché hai bevuto così tanto?"

"Perché mi andava.."

"Ho saputo della tua visita di oggi..."

"Non chiedermelo se sai che il motivo è lei." la guardai negli occhi.

"Voglio solo aiutarti.."

"Quando avrò bisogno del tuo aiuto, stai pur certa che te lo farò sapere.." dissi e mi alzai lentamente dalla poltrona, barcollai leggermente, ma ripresi il controllo di me stesso all'istante.

Volevo solo la pace della mia solitudine.

In quel momento più che mai.

"Ti è tornato in mente qualcosa?"

"No...solo alcune cose.."

"Vedrai che un giorno riavrai la memoria...spero solo che sia al più presto possibile..."

La guardai attentamente.

C'era qualcosa che sapeva, ma non mi voleva dire.

"Si...lo spero anch'io..."

Lei si alzò e restò davanti a me.

"Non consumarti così, Severus. Non è una scelta saggia...se hai bisogno, non devi temere di chiedere o fare l'orgoglioso... Almeno con me..."

Non risposi, ma sapevo che aveva ragione.

Non dovevo bere così tanto, ma in quei momenti sembrava l'unico appoggio e l'unica via dia fuga verso una diversa realtà.

"Fa una bella doccia fredda e va a riposare...ci aspetta un nuovo anno e tu, che sei il preside, devi essere una figura portante e forte..."

Era in quei momenti che apprezzavo di più Minerva, sapeva restare nel suo, ma consigliare come una amica e a volte come una madre.

Annuii solamente e la accompagnai alla porta augurandole la buonanotte poi rinchiusi la porta e mi appoggiai con la fronte su di essa chiudendo gli occhi restando in quella posizione per un po' di tempo.

Dopo spensi il fuoco nel camino e andai verso le mie stanze private, fermandomi prima sulla soglia.

"Non azzardarti mai più a fare una cosa del genere, Albus. Lasciami in pace, una buona volta." dissi senza guardare il quadro e voltandogli le spalle mi ritirai nelle mie stanze.

Mi spogliai e andai a farmi una doccia fredda, abbandonando ogni pensiero e lasciandoli scivolare nella mia mente con la stessa facilità con cui l'acqua scivolava suo mio corpo.

Sono così facile da dimenticare?

"No..." sussurrai come se lei potesse sentirmi in quel momento "...sei troppo da dimenticare..."

Uscii dalla doccia e mi avvolsi un asciugamano alla vita andando a vestirmi, poi mi asciugai i capelli con un colpo di bacchetta e andai a sdraiarmi sotto le coperte sicuro che, una volta aver chiuso gli occhi, la figura di lei mi avrebbe accompagnato tutta la notte.

Angolo Autrice
Salve ragazzi...intanto chiedo scusa per l'assenza, ma non sono stata bene. Spero di farmi perdonare al più presto, poi voglio augurare a tutti un buon rientro a scuola (seppur babbana) e nulla. Mi auguro che stiate bene.
Lady.piton

Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora