27° CAPITOLO

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Pov's Emily
Fu una sensazione paradisiaca essere tra le sue braccia. Di nuovo.

Ed io mi sentivo impotente davanti al suo sguardo, anche se cercavo di apparire diversamente.

"Non dovresti essere qui...se sono stato crudele con te,eppure sei venuta" sussurrò lui e io mi sentii morire.

Un altro brivido mi percorse da testa a piedi.

"Non mentirmi, sai che lo capirei"

Perché ero andata da lui?

Non lo so: avevo parlato con Charlie e mi sembrava giusto che lui lo sapesse...

Non è vero.

Non ero andata lì per dirglielo,ma perché...volevo vederlo.

Era dicembre ormai e non lo avevo più visto, avevo seguito il mio cuore ed ero andata da lui.

Ma anche se glielo avessi tenuto nascosto,lui l'avrebbe capito.

Lo aveva appena fatto.

"Voglio saperlo..." sussurrai guardandolo negli occhi.

"Cosa?"

"Se mi ami: mi hai detto che mi avresti riconquistato...sono qui...adesso. Voglio sapere se mi ami,anche se non ricordi nulla di me e di quello che c'è stato..."

Mi guardò negli occhi e vidi che stava esitando.

Ed io capii di essere stata una sciocca.

Ancora.

Mi allontanai da lui ,che era rimasto in silenzio limitandosi a guardarmi.

"Cosa sono?" gli chiesi guardandolo in faccia "cosa sono io per te in questo momento? Eh?!"

"Penso che dovresti calmarti prima" fu tutto quello che disse.

"Calmarmi?" chiesi io scettica e quello che avrei voluto fare era piangere, ma invece una risata nervosa fu tutto quello che uscì dalle mie labbra.

"Merlino,non posso crederci.." mormorai io scuotendo la testa e passandomi le mani tra i capelli.

"Calmati" mi ripetè ancora.

"Se esce un'altra sola parola dalla tua bocca che non sia la risposta alla mia domanda, Severus, me ne vado e non mi rivedrai mai più" dissi io alzando il tono della voce e puntandogli il dito contro.

"Cosa provi per me? Cosa sono io per te? Rispondimi"

Lui mi guardò e la sua risposta fu il silenzio.

Sentii la delusione,la rabbia e tante altre mille cose dentro di me crescere a dismisura tanto che la mia vista si appannò.

"Io ti odio" dissi guardandolo "Ti odio!" gridai dopo e lo colpì in pieno petto. "Ci provi gusto,eh?! A vedermi soffrire per te?! Perché mi fai questo?! Perché mi tratti così?!"

Silenzio. Silenzio. E ancora silenzio.

Gridai e in preda alla rabbia presi la bottiglia di whisky sulla scrivania e la lanciai a terra.

Si frantumò in mille pezzi di vetro e il liquido finì ovunque mentre la mia mano prendeva a sanguinare, ma non ci badai più di tanto.

Sentivo solamente il mio cuore che faceva la sua stessa fine e le guance calde e bagnate a causa delle lacrime che non ero riuscita a trattenere.

"Stai sanguinando...vieni, bisogna sistemare la ferita" disse passando sopra i pezzi di vetro mentre io restavo immobile.

"Non è quella la ferita che devi sistemare...non è quella che mi fa male" risposi io con voce rotta dal pianto, ma a lui parve importare poco perché mi prese il braccio e mi trascinò nelle sue stanze e poi nel bagno.

"Sei testarda. Troppo" disse lui mentre mi metteva la mano sotto al getto d'acqua "Se ti fossi calmata,ne avremmo parlato. Potevi farti un danno peggiore di questo"

"Perché non mi ami,Sev..." mormorai guardandolo con gli occhi colmi di lacrime.

"Non ho mai detto questo" mi rispose lui mentre prendeva la mia mano e la fasciava con una benda.

Dopo aver finito,alzò lo sguardo sul mio e mi asciugò le lacrime con un fazzoletto.

"Sei dannatamente impertinente, arrivi a conclusioni affrettate e sei impaziente" disse mentre mi accarezzava il viso per asciugare le mie lacrime.

"Ho perso la memoria, ma non vuol dire che il mio cuore non ricordi nulla...ricordo qualcosa, a volte in sogno altre volte quando ti guardo" continuò e io non potei non guardarlo,rimanendo in silenzio.

"Ci sono dei momenti che ricordo,non bene...in uno di questi ci sei tu,con un abito di un colore abbastanza acceso per i miei gusti,ma risaltava molto bene su di te"

Mi si bloccò il respiro in gola alle sue parole.

Perché non me lo aveva detto prima?

Buttò il fazzoletto, prese la mia mano, quella non ferita, e mi portò nella sua camera,facendomi sedere sul letto.

Mi guardò un momento, poi si allontanò andando a prendere qualcosa non so dove e poi ritorno da me.

Sgranai gli occhi.

"Ma queste..."

"Si, sono le tue scarpe...la sera del matrimonio" disse e si abbassò, piegandosi sulle ginocchia.

Iniziò a togliermi le scarpe che avevo ai piedi mentre le sue mani sfioravano la mia pelle.

"Ti ho seguita...la tua voce mi aveva ricordato qualcosa e sentivo si doverti seguire,ma poi c'è stato quel Weasley e me ne sono andato" continuò mentre mi infilava le scarpe ai piedi,senza perdere l'occasione di accarezzarmi la pelle.

"Da lì sono successe tante cose e tu eri sempre coinvolta, eri ovunque. Non potevo liberarmi di te facilmente. Non so ancora cosa provo o cosa sei per me con sicurezza...però sento che non devo perderti" 

Alzò lo sguardo sul mio e i nostri occhi si incontrarono. Il mio cuore perse un battito e tutto quello che feci fu alzarmi e lui fece lo stesso. Poi...poi mi avvicinai e poggiai la testa sul suo petto,cingendo il suo busto con le braccia e lui fece lo stesso.

"Perdonami..." sussurrai soltanto chiudendo gli occhi, ma lui non disse niente e aumentò soltanto la forza con la quale mi teneva a sé.

Non c'era bisogno di nient'altro in quel momento, c'eravamo io e lui.

Avrei fermato il tempo in questo momento, se solo avessi potuto e sarei rimasta tra le sue braccia.

"Mi odi ancora?" sussurrò e potei sentire una lieve dose del suo sarcasmo in quelle parole.

Sorrisi.

"Può darsi" risposi e alzai lo sguardo sul suo,notando che mi stava già fissando e arrossii di nuovo.

Mi scostò i capelli dietro l'orecchio con una mano mentre l'altra la teneva sulla mia schiena,poi poggiò la mano sulla mia nuca e avvicinò il mio viso al suo.

Le nostre labbra si sfioravano a malapena e potevo sentire i nostri respiri diventare uno solo. 

Dopo mi baciò e io pensai che non potesse esserci sensazione migliore di questa.

Light On Truth 3: ɪʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅᴇʟʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora