La seconda occasione

126 5 14
                                    

Istinto di sopravvivenza: tutto ciò che Rebecca poté fare, in risposta a questo naturale meccanismo, che scattava in tutti i suicidi, fu continuare ad agitare il più possibile le mani e provare ad urlare. Peccato però che così facendo ingoiasse ancora più acqua. Il fato però, decise di metterci uno zampino favorevole. Lago Milecchia infatti, era scelto come cornice ideale da tanti giovani innamorati per fare romantiche passeggiate e scambiarsi accese effusioni. Le urla di Rebecca catturarono appunto l'attenzione di una coppietta appartata. Il giovanotto si staccò d'istinto dalla sua fulva amata. Con indosso solo la biancheria intima, si tuffò nel lago e raggiunse a grandi bracciate, la ragazza, che ormai si era quasi del tutto arresa alla profondità dell'acqua. Era già priva di sensi quando fu tratta in salvo e trascinata a riva.

"Donna Letizia, donna Esterina, posso annunciarvi che il peggio pare scongiurato, grazie al provvidenziale intervento di un bravo giovane, che è riuscito a strapparla a una morte certa. L'acqua nei polmoni dovrebbe essere stata completamente espulsa. In questo momento non è ancora cosciente, ma se volete potete accomodarvi in stanza e aspettare che si svegli"- spiegò Valenti in ospedale.

"Grazie a Dio e a quel virtuoso giovanotto. Ne conoscete le generalità, dottore? Mi piacerebbe ringraziarlo!"- disse Esterina.

"Se non ricordo male mi ha detto di chiamarsi Michele Mastrangeli. Credo che ora lo stiano ascoltando le autorità, per chiarire le esatte dinamiche di quanto accaduto, ma pare non vi siano dubbi sul tentativo di..."- Valenti preferì lasciare a metà quella frase- "Comunque, avrete tutto il tempo per ringraziarlo. Ora... vi consiglio di pensare a vostra figlia!"

"Grazie, dottore!"- esclamò Esterina, precipitandosi nella stanza, seguita da Letizia.

"Tu ancora non lo sai ma la vita ha voluto regalarti una seconda opportunità. Coraggio, scricciola combattente!"- le sussurrò la nonna accarezzandole i capelli.

"Guardala: sembra che ogni minuto che passi acquisti maggior colorito, sia sulle guance che sulle labbra!"- fece notare Letizia.

"E se... non essendo riuscita nel suo intento, Rebecca volesse riprovarci? Temo che metterebbe in atto più e più tentativi, fino a raggiungere il suo assurdo obiettivo!" – confessò impaurita Esterina.

"Non dirlo neanche per scherzo, cara! No che non ci riproverà, se non la lasceremo sola, e se saremo in grado di non farla sentire sbagliata! Sono certa che la nostra Rebecca abbia imparato tanto da questa esperienza"- rispose Letizia.

Alcuni colpi di tosse secca costrinsero le due donne a voltarsi verso Rebecca, che stava riprendendo i sensi. Tossiva ma sembrava non avere ancora la forza di aprire gli occhi. Ci provava, ma subito le palpebre si richiudevano. Fu necessaria una buona mezz'oretta perché la ragazza mostrasse completamente le sue iridi nerissime.

"Mamma, nonna!"- esclamò sorridendo a quei volti familiari e guardandosi quindi attorno. Riconobbe senza difficoltà il luogo che la ospitava.

"Perché sono in ospedale? Cos'è accaduto? E Beppe? Dov'è andato?"- domandò Rebecca.

Esterina e Letizia si guardarono stranite. "Tesoro, davvero non ricordi nulla? Comunque, dai, ora prova a riposare ancora un po'. Io e tua madre andiamo a cercare il dottor Valenti, così magari ci dice quando potrai essere dimessa, d'accordo?"- disse Letizia con voce tremante, facendo cenno alla figlia di seguirla fuori dalla stanza.

"Mamma, santo cielo, hai sentito? E ora come facciamo? Dovremo anche spiegarle ciò che è accaduto, dirle che ha tentato di... Oh Signore!"- esordì Esterina in preda al panico

"Cara, cerchiamo di mantenere la calma! Adesso, per cominciare, ne parliamo col dottore e vedrai che lui saprà darci ulteriori spiegazioni!"- provò a tranquillizzarla Letizia.

"Dottore, aspettate, vorremmo farle una domanda al volo!"- l'anziana richiamò l'attenzione del medico mentre egli stava già dismettendo il camice, al termine del suo turno.

"Dite pure, donna Letizia!"- la esortò paziente Valenti

"Ecco... mia nipote poco fa s'è svegliata ma... sembra non ricordare nulla di quanto stava per commettere!"- esordì lei- "Ha anche domandato perché quel giovanotto, Beppe, non fosse al suo capezzale. Io e mia figlia abbiamo cercato di temporeggiare, senza spiegarle nulla, almeno per il momento. Il problema è che delle spiegazioni, prima o poi dovremo dargliele... e converrà prepararci a ciò. Quello che vorremmo sapere è se questa amnesia possa essere permanente o temporanea!"

"Donna Letizia non temete: per quella che è la mia esperienza in merito, propenderei per una amnesia temporanea, dovuta allo stress emotivo e alla paura. Con molta probabilità, la signorina Rebecca riacquisterà la memoria nel giro di qualche giorno, se non addirittura di ore"- opinò il Valenti - "Se così non fosse, avremmo modo di valutare il tutto al momento opportuno. Ad ogni modo, avete fatto bene a non parlarle di quanto accaduto!"

Letizia e sua figlia Esterina ringraziarono e tornarono in stanza da Rebecca, che s'era riassopita. Ancora una volta, come avvenne dopo la tragica perdita della piccola Iside, sua madre e sua nonna si ritrovarono a sperare che la ragazza dormisse il più possibile.

L'amore avvelenatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora