Addio, piccola Iside

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Rebecca avrebbe avuto bisogno di tutto il supporto possibile: non doveva essere lasciata da sola. Per questo, nessuno dei familiari sarebbe stato presente alla sepoltura della piccola. Sulla croce però avrebbero pur dovuto scriverci un nome. "Iside!"- disse Esterina senza pensarci- "Rebecca ripeteva sempre che se fosse stata una femminuccia, avrebbe avuto lo stesso nome che gli antichi egizi davano alla Dea della Luna!"

Il corpo di Rebecca, fino ad allora quasi inerme, iniziò a muoversi tra le lenzuola. Stava svegliandosi. Letizia ed Esterina si guardarono: era giunto il momento tanto temuto. Le palpebre si dischiusero, e le nere iridi di Rebecca cercarono quelle di madre e nonna.

"Buongiorno!"- esclamò la giovane con un dolce e ignaro sorriso. Poi mise a fuoco le loro espressioni.

"Mamma, nonna... ma... che ci fate entrambe qui accanto al mio letto?"- domandò confusa. Com'era prevedibile, era subentrata l'amnesia terapeutica. I ricordi iniziarono parzialmente a riaffiorare e l'espressione di Rebecca si rabbuiò. La giovane abbassò lo sguardo: "Oh... già! Ieri sera sono stata male... c'era tutto quel sangue...ricordo che è venuto il dottor Valenti. È intervenuto in tempo, no? Non è successo nulla al bimbo, giusto?"- chiese allarmata. Esterina e Letizia si guardarono. Fu l'anziana nonna ad intervenire: "Tesoro, purtroppo ricordi molto bene quanto accaduto ieri sera. Il dottore avrebbe fatto di tutto per salvare la tua bimba ma... la piccolina era già morta!"- rivelò Letizia sforzandosi di mantenere fermo il tono della voce.

"Oh, allora è una bimba! La mia Iside!"- mormorò Rebecca, sorridente come se le avessero detto che tutto era andato bene, e che quel minuscolo cuoricino batteva ancora dentro di lei.

"Rebecca, figliola... quello che stava dicendoti la nonna è che la piccola Iside non c'è più. Il dottor Valenti è andato via anch'egli mortificato. Si è raccomandato che resti il più possibile a riposo ora, e nei prossimi giorni, quando starai meglio, ti aspetta in ospedale per degli esami. Vorrebbe capire cosa abbia potuto causare la perdita della bimba!"- spiegò Esterina, cercando di trasmettere alla figlia una tranquillità di cui neanch'ella era in possesso.

"Che significa che Iside non c'è più? No, non è vero!" -s'adirò la ragazza, accarezzandosi poi il ventre ed accorgendosi che era ormai vuoto. Letizia sedette sulla sponda del letto, allungando la mano per accarezzare la guancia di Rebecca: "Piccola mia! Non lo meritavi, non lo meritavi affatto. Ma non sarai sola! Ci siamo io, la mamma, Irene e le altre tue amiche..."

"Voglio vederla! Voglio vedere mia figlia!"- tuonò Rebecca.

"L'hanno già portata via"- le rispose sua madre con gli occhi annacquati.

"Cosa? Come sarebbe a dire? Senza il mio consenso? Io avevo il diritto di tenere tra le braccia mia figlia, anche se morta! Siete state tu e la nonna a disporre il tutto? Chi ve ne ha dato il diritto?" - sbraitò Rebecca, e fece per alzarsi.

Fu bloccata da Letizia: "Tesoro dove vai? Sta per arrivare il dottore, non puoi!"

"Non me ne importa! Io devo vedere la mia bambina!"- insisteva la ragazza. Le ginocchia però non ressero, e se non fosse stato per il sostegno di Letizia e di Esterina, sarebbe caduta sul pavimento. Giunse in quel momento Valenti, per sincerarsi di come stesse la giovane e ne constatò lo stato di profonda agitazione.

"Ci penso io!"- esclamò, invitando madre e nonna d'allontanarsi.

"Siete stata molto fortunata signorina! Avreste potuto incorrere in serie complicazioni"- disse il medico dopo averla visitata- "Ad ogni modo, vi lascio la ricetta di un preparato che potrete richiedere al farmacista. Il rischio di infezioni non è ancora scongiurato!"

"Dottore, potreste darmi qualche sedativo, qualcosa che mi faccia dormire ancora? Perché... se restassi sveglia impazzirei!"- supplicò lei.

Intenerito, Valenti preparò l'iniezione di liquido giallognolo: l'ago attraversò la carne, e a poco a poco giunse al capezzale di Rebecca una quiete effimera, ma in quel momento necessaria.

Prima di congedarsi, il medico volle parlare con Esterina: "Signora, la ragazza adesso riposerà tranquilla per qualche ora: mi ha chiesto lei di somministrarle un sedativo. Il problema è che non può continuare a prendere tranquillanti per difendersi dal tormento interiore. Dovrete aiutarla ad affrontarlo senza ricorrere ai farmaci!"

"Certo: non voglio che mia figlia si riduca ad un vegetale!"- annuì Esterina.

"Io sono a disposizione per ogni evenienza, ma torno a pregarvi di portare la ragazza in ospedale appena starà meglio, nonostante le rimostranze che credo saranno inevitabili. - precisò Valenti prima di congedarsi. Esterina si rivolse a Letizia: "Mamma, secondo te perché Valenti ha rimarcato più volte la necessità di quelle analisi? Mi disse di nutrire qualche sospetto ma senza precisare in merito a cosa. Credi che Rebecca possa avere qualcosa di serio?"

Letizia si strinse nelle esili spalle, che avevano sopportato pesi di ogni tipo: "Eh figlia mia Lo sa solo il Cielo! 

L'amore avvelenatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora