Ritrovarsi

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Se il pensiero di rivedere Beppe al contempo come stesse Giacomo. Fu sua Madre a chiarirle ogni dubbio: "Sai, cara, ho incrociato donna Clidia durante la mia passeggiata, e mi ha confidato di essere molto preoccupata per la salute di suo figlio Giacomo, e di dover correre a casa, per attendere una nuova visita del medico!"- spiegò Esterina.

"Oh, il marchesino Giacomo sta poco bene? E la Marchesa non ha spiegato cosa accusi o quali si ipotizzino essere le cause del suo malessere?"- chiese Rebecca, con un candore che avrebbe convinto chiunque.

"Ma no, cara! Come , era molto di fretta, né io avrei mai osato entrare nel merito: ben conosci la mia discrezione. Spero che quel povero figliolo guarisca quanto prima!"- disse Esterina, riponendo il soprabito.

"Ma certo che sarà così! Giacomo ha una tempra molto forte!"- si limitò a rispondere la ragazza, che incalzò in merito ad un argomento per lei d'interesse maggiore.

"A proposito, mamma: hai più avuto notizie dei marchesi Guglielmi? Ho sentito che il marchesino Beppe tornerà in licenza in questi giorni. Si sa già quando?"

Esterina poggiò indice e pollice sul mento, scrutando sua figlia con profonda diffidenza: "Come mai tutto questo interesse per il marchesino Beppe? Devo forse preoccuparmi?"

Rebecca rise di quelle sue affermazioni: "Mamma, volevo solo ringraziarlo per un gesto cortese avuto nei miei riguardi l'unica volta in cui ci siamo incontrati!"

"Come? Tu e Beppe Guglielmi vi siete già incontrati? E soprattutto, perché me ne parli solo adesso?" - il sesto senso di Esterina si attivò.

Rebecca le raccontò i dettagli di quel pomeriggio e il motivo per il quale fosse grata al giovane.

"Avrai modo di ringraziare il marchesino Guglielmi, ma non farlo oggetto delle tue ambizioni! Nessun giovane può esserlo, almeno fino a quando non avremo... risolto il tuo problema!" - la ammonì Esterina

"Mamma: sarà un semplice e doveroso grazie! Non è che ci sia così tanto da ricamarci sopra!"- rispose annoiata Rebecca.

"Ognuno è responsabile delle proprie azioni!"- la madre troncò il discorso, salendo di sopra a godersi il bagno che aveva fatto preparare. L'attesissimo incontro, avvenne in una delle prime sere d'autunno. Rebecca risaliva una scalinata in pietra, che fungeva come scorciatoia per accorciare il tragitto verso casa, quando, all'improvviso... ecco quel profumo! Questa volta non era il frutto della sua immaginazione. Lui era lì a pochi passi: ne era certa! Agli scalini ricoperti da foglie fu impresso un rumore allegro di passi, e Rebecca ebbe perfino timore di voltarsi. Sconfisse la paura, e con fare lento, si pose di fronte alla scalinata.

"Beppe?!"- chiese ed esclamò al contempo, con gli occhi che le brillarono. Il giovane sollevò di scatto il capo, come fanno i fringuelli nell'udire un richiamo che catturi la loro attenzione.

"Non vi ricordate di me?"- domandò quasi supplichevole Rebecca.

Quegli occhi neri la scrutarono a lungo, alla ricerca di un qualcosa che potesse richiamare il ricordo.

"Ma certo! La ragazza che stava per finire investita dall'auto di mio padre!"- esclamò d'istinto, sorridendo anch'egli- "Toglietemi però una curiosità: come fate a conoscere il mio nome? Mi pare che quel pomeriggio, o meglio in quei fugaci istanti, non ci fosse stato il tempo per le presentazioni!"- asserì il marchesino, facendosi d'un tratto serio.

"Avete ragione: io non mi presentai, da gran maleducata, ma udii vostro padre chiamarvi per nome, e dedussi che doveste essere il marchesino Guglielmi di cui tanto si parlava in paese!"- disse la ragazza arrossendo. "Sapete, a dir la verità, speravo con tutto il cuore di incontrarvi! Mi hanno detto che sareste tornato in licenza, e tenevo tanto a ringraziarvi per la vostra gentilezza, che ho molto apprezzato, proprio perché fuori dal comune!"- gli rivelò poi.

"Signorina, non ditelo neanche! È stato un gesto per me del tutto spontaneo, naturale. Penso che chiunque avrebbe voluto sincerarsi che steste bene!"- rispose Beppe, che non cessava di mostrare quel suo sorriso così differente da quelli pregni di ipocrisia, sfoderati dai giovani del suo rango.

"Per l'appunto: risulterà naturale per voi, che di nobile avete anche l'animo, ma vi garantisco che questo tipo di sensibilità è cosa più unica che rara!!"- si lasciò andare Rebecca, ammutolendosi per riflettere poi su quanto avesse appena asserito. Aveva sfidato quella voce dentro di sé, ammettendo finalmente che sì, lui era diverso!

"Che dirvi, signorina, temo che abbiate raccolto una cospicua dose di delusioni da parte della gente, ma non entrerò nel merito, poiché sono affari che non mi riguardano. Accetto e apprezzo moltissimo il vostro ringraziamento, che è anch'esso segno di grande sensibilità. Non tutte si sarebbero preoccupate, a distanza di tempo, di ribadire ancora una volta il proprio grazie. Per la verità, molte non si sarebbero neanche curate di proferirlo dapprincipio, nella convinzione che tutto fosse loro dovuto!"- confessò il marchesino Guglielmi.

"Credetemi, Beppe, nessuno più di me sa quanto sia sbagliato dare tutto per scontato!"- replicò lei, mordendosi il labbro per evitare di lasciarsi sfuggire qualche confidenza di troppo. Per quanto infatti lo desiderasse, non sarebbe stato di certo il momento opportuno.

"Bene, abbiamo continuato a chiacchierare non conosco ancora il vostro nome!"- la esortò Beppe.

"Rebecca! Rebecca Vicenti"- gli rispose la giovane.

"La figlia di don Marcello e donna Esterina Maggi?"- si accertò lui - "I miei hanno nominato spesso la vostra famiglia: pare vi sia un'atavica conoscenza e reciproco rispetto!"

"Sì, è la stessa cosa che è stata detta a me. Bene, Beppe: mi ha fatto davvero piacere rivedervi in un contesto più sereno, e spero che prima della vostra ripartenza ce ne sia ancora occasione!"- osò Rebecca

"Resterò una quindicina di giorni e spero anch'io che l'occasione non manchi! Ad ogni modo, posso permettermi di offrirvi una cioccolata calda? Così mi parlerete un po' di voi, sempre che lo vogliate!"- s'offrì Beppe.

"Accetto con grande piacere!"- annuì lei sorridente, e i due si diressero verso il bar più vicino.

Rebecca avvertì l'irrefrenabile impulso di fidarsi, e quindi di confidarsi. Avrebbe voluto vomitar fuori tutto ciò che le era toccato passare... ma riuscì a frenarsi, litandosi al minimo indispensabile. Disse che adorava la lettura e che non avrebbe saputo sopravvivere un giorno senza scrivere; che le piacevano i fiori e gli animali domestici.

"Rebecca, mi scuserete se dovessi apparirvi inopportuno, ma... non ho potuto fare a meno di notare la profonda malinconia che vi riempie gli occhi"- affermò Beppe con sincera naturalezza.

"Non siete affatto in errore, Beppe... ma sono battaglie per me ancora in corso. Forse... un giorno vi racconterò, ma non ora! Non voglio appesantire una così bella serata, che mi ha riempita di buonumore!"- rispose la ragazza dopo una pausa di alcuni istanti

"Ma ci mancherebbe, Rebecca! Non siete affatto obbligata a fornirmi spiegazioni! Solo che... ecco, volevo farvi sapere che non riuscite a mascherare proprio alla grande ciò che vi si agita dentro. Detto ciò, mi auguro per voi che ognuna di queste battaglie vi veda quanto prima vittoriosa!"- la rassicurò lui, aggiungendo: "Sono felicissimo che siate stata bene in mia compagnia, come io in vostra!"

"Vi ringrazio di cuore, Beppe! Non saprei spiegarvene il perché, ma torno a casa con un animo più sereno!"

Il giovane le regalò un ultimo sorriso: "La stessa cosa vale per me, ve lo confermo! Aggiungo che il pensiero di una giovane donna decisa a ultimare il suo percorso di rinascita, farà dormire anche a me sogni sereni! Trascorrete una buona notte, Rebecca! A presto!"

Beppe si profuse poi in un baciamano, e mentre la sua elegante figura, quasi eterea, si allontanava, quel profumo rimase con lei. Ancora una volta, quell'indelebile firma sequestratrice di sensi. Cosa non avrebbe dato per averlo! Ma non poteva, non doveva.

Dentro di lei, quella vocina sibillina continuava a ripeterle: "Lui no!"

Il suo corrispettivo malefico le ricordava invece: "Sì che puoi averlo, basta che tu lo voglia, e su questo non v'è dubbio alcuno! Appaga i tuoi sensi e lascia che di lui avvenga cioè merita, al di là di quella parvenza di sincerità e di innocenza!"

"Basta!"-si lasciò sfuggire Rebecca ad alta voce, mentre era quasi giunta sulla soglia di casa. D'istinto, si tappò le orecchie con le mani.

L'amore avvelenatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora