XVI. La cosa giusta

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«Sapete» raccontò Braska, «c'è una leggenda antica secondo cui gli dei, guardando il cielo, hanno voluto imitare la sua perfezione nel mondo materiale

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«Sapete» raccontò Braska, «c'è una leggenda antica secondo cui gli dei, guardando il cielo, hanno voluto imitare la sua perfezione nel mondo materiale. E così, prendendo come modello la scia di stelle che vedevano, hanno disegnato il Fluvilunio».

«Le persone non credono in Yevon? Non hai mai parlato di più dei» obiettò Jecht, mentre cercava di immaginare il fiume di cui l'Invocatore stava parlando. A destra e a sinistra del percorso in terra battuta non vedeva corsi d'acqua, solo alberi ravvicinati dai quali già due volte, quella mattina, erano usciti mostri che sembravano cani.

«Non è stato sempre così» spiegò lui. «Alcuni popoli, nonostante siano venuti in contatto con la via di Yevon, si sono mantenuti pagani. Come gli Al Bhed, ad esempio».

Jecht guardò la schiena ampia di Auron che apriva loro la strada.

«Che cosa ne pensi?» azzardò, sperando di ricevere una risposta ragionata e che, allo stesso tempo, il monaco li sentisse.

«Il dio è uno solo» replicò Braska, alzando le spalle con un sorriso. «Come lo si chiami o come lo si veneri non è mio compito giudicarlo».

«I dettami di Yevon non sono proprio questi, signore» lo redarguì Auron, mantenendo comunque un tono rispettoso. Jecht immaginava che fosse un avvertimento rivolto a lui, ed era felice che il Guardiano si sentisse toccato nel vivo.

«Credi davvero che Yevon non riservi un posto nelle distese dorate dell'Oltremondo a tutti coloro che sono stati buoni?»

L'Oltremondo, pensò Braska, mentre la risposta del monaco si confondeva con lo stormire delle foglie. La Piana dei Lampi era connessa tramite una strada di polvere bianca direttamente a Guadosalam, ma lui non aveva voluto – nonostante lo avesse lungamente preso in considerazione – passare per la città dei Guado.

Da quanto aveva sentito, era stata agitata sin nelle radici dall'esilio del figlio di Jyscal. Le famiglie Guado più progressiste avevano valutato di cacciarlo da palazzo e coprire il suo ritratto con un drappo nero, ma alla fine avevano prevalso la diplomazia e gli interessi di un quieto vivere a fianco agli Yevoniti.

Nonostante la strada che aveva davanti fosse ancora lunga, o forse proprio per questo, l'animo di Braska era ancora sereno, non desiderava ancora vedere Emma.

Sapeva che, anche se fosse stata davanti ai suoi occhi, lei non avrebbe potuto parlare e che, anche se per tre volte si fosse gettato ai suoi piedi, tre volte sarebbe volata via e mai avrebbe percepito il calore di un tocco.

«Io non so cosa sia l'Oltremondo, a Zanarkand non lo abbiamo» disse Jecht con curiosità. «L'avete citato altre volte, ma tutto ciò che ho capito è che è una sorta di vostro aldilà».

Sentite le sue parole, Auron si voltò a guardarlo: non era più sorpreso, poiché l'atleta si era mostrato più volte volenteroso di imparare.

«Vorresti sapere cos'è?»

La caduta dell'ombra (FFX)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora