XXIV. Mangiachocobo

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«Ehi, venite qui! È fantastico!»

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«Ehi, venite qui! È fantastico!»

Jecht era corso verso la scogliera come un bambino, con gli occhi fissi sul mare. Alla fine della Via Micorocciosa le nubi si erano diradate e avevano lasciato spazio al sereno. Per Jecht era stato come entrare in un altro mondo.

«Si dice che le persone nate in estate siano vitali e attratte dai colori caldi» commentò Braska, rivolgendo ad Auron un sorriso a occhi socchiusi. «Ehi, Jecht! Che giorno sei nato?»

L'atleta si voltò, immerso in un sole che faceva risaltare il verde del prato e il blu del mare in un modo che ad Auron sembrava quasi violento.

«Il ventunesimo dal solstizio d'estate!» gridò Jecht, poi tornò a immergere lo sguardo tra le onde, a farlo vagare tra le rovine di città che non c'erano più. Come se si fosse ricordato di qualcosa, poi, si voltò e rivolse un largo sorriso di scherno ad Auron.

«E secondo te quanti anni ho, monachello? Dai, prova a indovinare!» gli domandò, avvicinandosi. Il richiamo dei gabbiani, che avevano sostituito i corvi in quel tratto sul mare, dava l'impressione di trovarsi al sicuro.

«No».

«E dai! Dimmi un numero!»

«Non mi interessa».

È stato il suo compleanno mentre viaggiavamo e non ce l'ha detto, fu l'unica cosa che gli venne in mente. Scosse la testa e allontanò quel pensiero strano. Che senso aveva? Se l'avesse saputo, gli avrebbe forse fatto un regalo?

«Trenta!» esclamò Braska con espressione gioiosa, stringendo i pugni sul suo scettro.

«Oh, sei veramente gentile, Invocatore!»

Mentre le loro risate si perdevano nel cielo, Auron si rese conto che avrebbe solo dovuto ringraziare Yevon per la bella giornata, come aveva fatto Braska. Il sacerdote gli rivolgeva la sua gratitudine anche quando il tempo non era affatto favorevole, e sapeva che avrebbe dovuto farsi strada nella tempesta.

Perché al suo cuore, allora, non venivano più le parole per la preghiera? Non c'era dubbio: Yevon aveva dissipato le nubi e portato il sereno.

Lo sguardo del monaco si perse nelle praterie della Via Mi'ihen, un panorama molto diverso da quello delle lande polverose che avevano dovuto percorrere. Ispirato dall'esempio di Braska, Auron trasse un profondo respiro, nonostante non riuscisse a trovare la tranquillità tra quei prati in contrasto con il dolore portato da Sin.

Jecht e Braska ripresero la marcia al fianco del compagno, ma non smisero di parlare animatamente.

«Questa zona è abitata da molti esemplari di chocobo» stava spiegando l'Invocatore al Guardiano più anziano. «Le praterie sono ideali per gli allevamenti».

Quanti anni aveva, Jecht? Auron si trovò a contare nella mente gli strani passi di una differenza d'età che li separava, per poi scuotere la testa.

La caduta dell'ombra (FFX)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora