I lunioli in quell'abisso nero, dopo averla circondata, si erano trasformati nelle foglie e nella luce del sole che le attraversava, nei rami di cristallo di Macalania, che non potevano essere scossi.
Guardò dritta davanti a sé, persa nel ricordo del vento che combatteva coi suoi capelli, rendendola più bella, e di quella prateria che arrivava fino all'orizzonte...
Estate 1013
«Anche se siamo bambini, come faremo a nasconderci in un posto così?»
La piccola Hanna si fermò per valutare con attenzione quelle parole. Aggrottò le sopracciglia, infastidita dal sole che inondava la Piana della Bonaccia.
Non c'era una casa, nell'immensa arena dove Gandof aveva annientato Sin; non un albero dalla chioma ampia né un'altura, quasi come se in quel luogo nulla volesse esistere per una sorta di teologico rispetto.
Loro erano solo una banda di orfani fuggiti da Kilika, troppo giovani per sapere quale fosse la ragione per cui la loro terra soffriva. Conoscevano solo il proprio dolore, ignorato dagli altri, e il modo in cui ci si rannicchiava nelle stive delle navi per non essere visti.
Erano partiti in cinque, ma era quintuplicato il loro numero nel tempo. Avevano attraversato città e villaggi e portato la parola di uno stato di natura in cui loro, i dimenticati di Spira, non potevano far altro che unirsi per sopravvivere. La loro forza era il branco.
«Vengono adottati gli orfani dei ricchi, quelli che sorridono guardando gli adulti» diceva sempre Hanna. «Che abbiamo da sorridere noi bastardi, figli di pescatori, meticci?»
Col tempo, i reietti di cui parlava – e tra cui lei stessa si annoverava – avevano visto in lei il loro capo. Hanna aveva imparato a svolgere senza versare una lacrima i suoi compiti, anche i più difficili. Come quando aveva dovuto decidere l'ordalia delle pietre per Jakob, che aveva fatto del male a Sydia.
Mesi dopo, arrivato il momento che il bambino di Sydia nascesse, aveva chiamato le ragazze più grandi e, tra pianti e mani sporche di sangue, aveva imparato a far partorire una donna.
Non avevano più bisogno di quegli adulti che ormai cominciavano ad aver paura di loro.
«Non siamo più bambini, Ediet» considerò Hanna, le mani premute sul proprio seno. Non sapeva come contare il tempo, ma ormai quasi nessuno di loro perdeva più i denti, anzi uno li stava mettendo. Le ragazze come lei avevano un ciclo cruento che sembrava quasi coincidere con quello della Luna.
Un uomo bardato in lunghe vesti color porpora fu costretto a passare loro accanto, sostenendosi a un bastone ornato. Lo accompagnava un soldato in armatura, che lanciò un'occhiata di disprezzo e sottile timore alla torma di adolescenti che aveva di fronte.
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La caduta dell'ombra (FFX)
Fanfiction«Allora la mia città vivrebbe, alte come il volo d'airone le sue guglie, fertile come ventre di donna la sua piazza». Questa è la loro storia. Nel continente di Spira, da secoli l'ira di una divinità si traduce in un mostro marino in grado di rader...