Le vibrazioni del terreno si fecero più intense, come se qualcosa stesse accorrendo al richiamo. Nonostante il caldo soffocante del deserto, Braska sentì forti brividi correre lungo la schiena, sapendo bene cosa stava per succedere.
«Ti prego, Samira, non sono qui per causare guai!» tentò di spiegare. «Abbiamo dei feriti alla spiaggia! Voglio solo cercare delle cure, devi credermi!»
La radiolina emise un suono gracchiante e metallico, come se qualcuno stesse parlando a voce troppo alta nel microfono. Braska non rimase molto sorpreso quando comprese alcune parole offensive in Al Bhed: la donna lo stava insultando con molta passione.
«Che diavolo succede?» chiese Jecht nel panico, e la radiolina sembrò rispondergli a tono.
<Cosa cazzo me ne frega dei vostri feriti! Più ne muoiono di voi, più ne gioisco!>
Auron e Jecht sguainarono le spade, ma non sapevano cosa dovevano combattere: rivolsero lo sguardo al loro compagno in attesa di ordini, ma il gentile Invocatore sembrava non essere più lì con la mente.
Braska, per la prima volta, sentì tutto il peso del Pellegrinaggio. Aveva davanti a lui i rancori del suo passato che chiedevano soddisfazione dopo tanto tempo di silenzio. Braska aveva portato via una di loro, e poco importava che l'avesse amata con tutto il suo cuore: era un affronto intollerabile che gli Al Bhed non gli avrebbero mai perdonato.
Intorno a lui, il dolore del presente. La sofferenza dei poveri disgraziati che subivano l'ira di suo fratello, le vite spezzate da Sin, il sangue versato in nome di un ideale: quante volte ancora avrebbe dovuto danzare per la morte?
Al suo fianco c'erano i suoi amici – prima che Guardiani, amici – che presto avrebbe dovuto salutare per sempre insieme a sua figlia, ignaro della loro sorte nel mondo del domani, nel futuro che, ciclicamente, sarebbe tornato tetro e triste, cancellando tutti gli sforzi fatti.
Braska era consapevole che il Pellegrinaggio non era solo un ultimo viaggio verso la propria dipartita, ma in quel momento gli stava chiedendo di dare tutto se stesso, come se la sua vita non fosse nemmeno abbastanza.
Frustrato e stanco, Braska accettò la prova che i fantasmi del suo passato gli stavano sottoponendo: avrebbe dato via tutto, e se fosse morto lì, in mezzo al deserto, non avrebbe donato a Spira il tanto atteso Bonacciale, ma altri ne avrebbero comunque giovato.
Mise via la radiolina e strinse lo scettro a due mani, pronto a dare fondo alle poche forze rimaste con intelligenza, analizzando con molta attenzione le scelte a sua disposizione.
Invocare era fuori discussione: Braska era stanco dalla camminata nel deserto, inoltre il mostro poteva evitare i suoi attacchi nascondendosi nella sabbia. Tutto ciò che poteva fare era diventare il direttore d'orchestra di quel macabro spettacolo.
Nel tempo di pochi attimi, tutto era già chiaro nella sua mente e iniziò a dettare ordini.
«Jecht, Auron,» chiamò mentre indietreggiava verso le dune, «ascoltate bene e fate come vi dico!»
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La caduta dell'ombra (FFX)
Fanfiction«Allora la mia città vivrebbe, alte come il volo d'airone le sue guglie, fertile come ventre di donna la sua piazza». Questa è la loro storia. Nel continente di Spira, da secoli l'ira di una divinità si traduce in un mostro marino in grado di rader...