Era come se la morte fosse scesa in picchiata, silenziosa e inarrestabile. Lo sparo era stato inghiottito dal riverbero dei microfoni e dal mormorio della folla. Tutti avevano trattenuto il respiro nel vedere l'uomo più importante di Spira cadere esanime a terra.
Il silenzio, tuttavia, era durato pochi istanti. Urla di terrore avevano attraversato il cielo come tuoni estivi, seguite da richieste di aiuto e preghiere a Yevon.
Braska, confuso da ciò che stava accadendo, si vide addosso i suoi Guardiani, scattati all'unisono. Jecht, che lo superava in altezza di molti centimetri, lo strinse a sé tenendogli la testa bassa, mentre Auron si occupava di proteggergli la schiena facendogli scudo col suo corpo.
Schiacciato dai due guerrieri, che non accennavano a rompere la formazione, l'Invocatore sentì lo sterno di Jecht sotto la guancia. Auron si lasciò sfuggire un verso infastidito quando fu colpito dalla gomitata di un uomo che stava cercando di scappare.
«Dobbiamo spostarci, questi ci travolgono!» urlò Jecht al compagno.
Auron annuì, strinse la presa su entrambi e si impegnò a camminare di lato insieme all'atleta, muovendosi verso un punto meno affollato. Jecht si pentiva ogni istante di più di essere scalzo, ma a denti stretti sopportò il dolore dei pestoni dei passanti.
Rimanere sui lati esterni della strada prometteva un po' di respiro, tuttavia lasciava più esposti al cecchino che, in apparenza, sembrava essersi dileguato.
«Lasciatemi, non volevano sparare a me!» protestò l'Invocatore, convincendo Jecht ad allentare la presa, ma non a rinunciarvi.
Alle urla della gente si aggiunse il rumore acuto delle sirene provenienti dalle strade interne. La gente fu fatta scostare dalle guardie, in modo che le ambulanze potessero avere libera la via. La più grande si diresse verso il molo, e chi la guidava era apparentemente incurante di travolgere qualcuno o qualcosa nella sua corsa.
Braska osservava i dintorni dalle braccia di Jecht, alla ricerca di qualcosa che non riusciva a scorgere. Scosse la testa, agitato.
«Lo so che vi sembrerà una follia in questo momento, ma... voglio vedere mio fratello,» disse, guardando l'atleta negli occhi.
«Adesso? Proprio ora?» domandò Jecht nervoso.
«Cosa deve fare da lui?» intervenne Auron, nella voce una nota di preoccupazione che mal celava quella di fastidio.
Come il suo corpo era schiacciato tra quelli dei suoi Guardiani, così anche il suo animo fu assediato da due fronti. Uno era quello dell'opinione degli altri, che nulla desideravano più che vedere chi innalzava le pire perire tra le sue stesse fiamme; l'altro era quello del suo pio sentire.
«Qualcuno ha attentato alla vita del Gran Maestro Mika! Non capite quanto sia grave?» gridò Braska, e subito dopo s'accorse che aveva urlato ai suoi Guardiani per la prima volta.
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La caduta dell'ombra (FFX)
Fanfiction«Allora la mia città vivrebbe, alte come il volo d'airone le sue guglie, fertile come ventre di donna la sua piazza». Questa è la loro storia. Nel continente di Spira, da secoli l'ira di una divinità si traduce in un mostro marino in grado di rader...