XXVII. Come benedirete la luce

41 3 3
                                    

«Hanna!»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Hanna!»

Gocce di sangue le scivolarono tra le dita e caddero al suolo, tonde come le mele sugli alberi d'autunno. Non aveva mai pensato, nemmeno quando i duri artigli delle Scaglie di Sin le avevano sfiorato il viso e quasi strappato l'elmo, che la morte potesse sapere di tabacco e di cannella. L'aveva sempre immaginata come un manto nero che scendeva sugli eserciti; a volte – ma solo seguendo un proprio imperscrutabile giudizio – più pietosa con i bambini o con le donne. Non aveva mai pensato che l'Oltremondo fosse luminoso come il luogo che aveva davanti agli occhi.

Era reale o era solo la sua immaginazione?

Quel posto aveva una straordinaria somiglianza con la pianura su cui, senza dimenticare il rispetto per le creature che da sempre la abitavano, un tempo aveva governato. E dal cielo, su cui si specchiava la sua figura dritta in sella, il dio le rimandava l'eco di una canzone lontana:

Per quale confine mi condurrà
Il mio vago desiderio d'amore?
O Dio, o mia terra, o mio signore,
Che il mio sguardo mai non vedrà, à, à.

Estate 1026

Hanna fischiò stringendo due dita tra le labbra. Il chocobo le rispose con un alto trillo e disegnò fra l'erba bruciata un'ampia curva che finì dove si trovava lei.

Il mevyn si passò sulla fronte il dorso di una mano per asciugare il sudore sotto la celata dell'elmo. Poi avvolse nel cuoio ciò che le era rimasto di più caro: lo scettro di bronzo, attorno a cui era arrotolata la lettera di Alan.

"Se questo vi è in animo, venite."

La donna ripose i propri averi in una borsa attaccata alla sella del chocobo, da cui poi estrasse della carne secca e un drappo bianco, da legare a un'asta per segnalare in un universale linguaggio muto le proprie intenzioni. Aveva cavalcato a lungo seguendo le vie non battute della Piana, il Popolo dell'Oceano d'Oro affidato in sua assenza a generali che mai l'avrebbero tradita.

Così, masticando la sua stecca di carne essiccata, Hanna pensava, distaccata dall'antico rimpianto, a come quel luogo avesse ospitato le risate di Farin e i colpi di mortaio; i passi tintinnanti di Lucil e quelli ferali degli Hoga.

Era proprio della natura uno stato di guerra.

Con gli anni, le donne e gli uomini dell'Orda avevano prestato servizio tra le schiere dei Crociati, pur mantenendo la propria autonomia in qualità di cavalleria ausiliaria, e con le nere bocche da fuoco avevano respinto gli attacchi delle Scaglie di Sin che provenivano talvolta dal lago di Macalania, talvolta dal mare.

Avevano stretto amicizia con il popolo degli Al Bhed, parimenti considerato ai margini della società, che forniva loro le munizioni e la polvere da sparo.

Ma per Bevelle rimanevano paria.

Hanna strinse le ciglia e ingoiò l'ultimo boccone. Prima di salire in sella al chocobo, ringraziò il dio per averle inviato una situazione favorevole: l'esercito della capitale, sotto il comando del Maestro Alan, si stava schierando lungo le sponde del lago di Macalania.

La caduta dell'ombra (FFX)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora