Monte Esjan, nei pressi di Reykjavik, Islanda, 2004
«Bene, qui abbiamo neve, altra neve, poi neve e... indovina un po'?»
«Ancora neve?»
La risposta di Clara al marito si perse nel ruggito del motore del suv che sfrecciava per quella strada infinita semighiacciata. Nonostante l'ansia a opprimerle il petto, permise a un lieve sorriso di incurvarle le labbra. Daniel le faceva sempre quell'effetto. Senza di lui, non sapeva come avrebbe fatto a sopravvivere per tutti quegli anni alle visioni provocatele da Empania. Non vi era nulla di più bello del suo sorriso, a lungo sofferto in passato, ad accoglierla ogni mattino quando apriva gli occhi. Nonostante gli anni passati da quando erano fuggiti insieme da Londra all'inizio della guerra, e anche con tutti i loro figli ad animare le loro vite, il sentimento che li legava l'un l'altra non si era mai sfumato e nei suoi occhi Clara vedeva rispecchiata la medesima urgenza che animava il suo cuore.
Non c'era tempo da perdere.
Aveva quindici anni quando le era accaduto la prima volta. Il dolore, la paura, e in particolare la disperata necessità di aiuto, il bisogno di salvezza; tutto ciò era in grado di raggiungerla da qualunque parte del mondo provenisse, ed era suo dovere intervenire in tempo prima che gli eventi predetti si manifestassero nella realtà.
Il dolore provato dalla vittima che chiedeva il suo aiuto era anche il suo. Clara aveva vissuto e sofferto ognuno di quei richiami di aiuto sulla sua stessa pelle, e questa volta non faceva differenza.
La sua visione era stata più che chiara. L'orrore le si era legato come un cappio intorno alla gola e l'aveva svegliata in un bagno di sudore, la voce raschiata via con della sabbia.
"La salveremo, ne sono sicuro" la voce di Daniel dentro la sua testa le fece lo stesso effetto di una copertina calda sui piedi gelidi in pieno inverno. Non c'era nulla di più rassicurante dei suoi sorrisi, dei suoi occhi verdi che la facevano ringiovanire, dell'affetto disperato e sincero con cui la cullava semplicemente sfiorando la sua mano.
Non era stata Clara a salvarlo, anni fa; era lui ad aver salvato lei.
Ora toccava a loro proteggere chi aveva inconsapevolmente gridato il suo bisogno di aiuto.
Come spesso accadeva, si trattava di una bambina. Non una bambina qualunque, quanto nientemeno che la figlia di Magndis Lisbeth Saehildur Krisdòttir, la donna che aveva posto fine alla guerra sconfiggendo il temuto Erede di Arkon, interrompendo quel conflitto devastante che per anni aveva decimato la popolazione Ephura da entrambe le fazioni avverse. Era proprio lei che, nella visione della figlia, Clara aveva visto cadere inerme su un liscio pavimento bianco, macchiandolo di sangue così come il sole imporporava il cielo altrimenti niveo.
Aveva letteralmente percepito il dolore di una bambina di nove anni costretta a vedere la madre morirle davanti agli occhi.
Nulla aveva senso. La guerra era finita, gli Arkonanti si erano ritirati nei loro buchi a leccarsi le ferite, la pace regnava. Chi poteva volere la sua morte?
Stavano per scoprirlo. Nonostante la strada fosse parsa infinita e monotona, inerpicata su per quel monte innevato con un andirivieni di tornanti e sferzate ghiacciate, alla fine erano arrivati.
Avevano fatto più in fretta possibile, correndo al loro jet appena la visione l'aveva svegliata e lasciando i bambini soli, per poi affittare il primo suv disponibile subito dopo essere atterrati nella terra del fuoco e del ghiaccio. Quel vecchio aereo dimesso non sarebbe stato in grado di affrontare le nubi cariche di neve che infoltivano la chioma del Monte Esjan.
Il suv frenò non appena, oltre l'appannatura del vetro, si iniziò a distinguere la sagoma di una casa. Clara e Daniel spalancarono contemporaneamente i rispettivi sportelli e un attimo dopo le suole delle loro scarpe già calpestavano lo scricchiolante strato di neve che ammantava il suolo. Nessuno dei due percepì le sferzate di vento gelido né si fece fermare dall'intensa nebbia che inghiottiva il paesaggio. Un'inquietante atmosfera provocata dal perenne crepuscolo solito in quel periodo dell'anno, tale da rendere bianche anche le notti, accompagnava ogni loro rapido passo.
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CEREBRUM ~ La figlia dell'inganno
Фэнтези{ REVISIONE IN CORSO } L'Erede di Arkon è tornato. Il mio signore vi distruggerà, uno dopo l'altro. Questa è la vostra fine. (Estratto dalla storia) *** Piccole e grandi stranezze irrompono gradualmente nella vita di Livia Ferri. Peccato che lei sia...