78.Oltre la soglia della mente

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Il regno del Guerriero è nascosto da una porta.
È ben nascosta, come un monastero tra le montagne.
Molti bussano, ma pochi entrano.

-Dan Millman-

Il peso della speranza infranta e della sconfitta del giorno precedente sferzava i miei capelli scompigliandomeli ancora più del solito, e si scontrava furioso con scrosci e ruggiti sui massi in cemento di forma cubica che caratterizzavano il molo...

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Il peso della speranza infranta e della sconfitta del giorno precedente sferzava i miei capelli scompigliandomeli ancora più del solito, e si scontrava furioso con scrosci e ruggiti sui massi in cemento di forma cubica che caratterizzavano il molo di Platja del Bogatell.

Lo si poteva anche scorgere nell'espressione ombrosa di Liss, intenta ad abbuffarsi di patatine spagnole, e un po' meno in quella distratta di Yoann che, seduto sul bordo del pavimento piano dell'espigó poco avanti a noi, seguiva affascinato il movimento delle onde impetuose. Ero sicura che la sua espressione sarebbe stata assai meno rilassata se solo si fosse messo dall'altro lato, dove il vento avrebbe annodato i suoi capelli perfetti, piuttosto che limitarsi a sospingerglieli semplicemente all'indietro! Per i miei, invece, era troppo tardi, ormai.

Avrei di gran lunga preferito nuotare e guardare i pesci, se solo il mare mosso e, di, conseguenza, molto più sporco del solito, non mi avesse fatto passare del tutto la voglia di immergere anche un solo piede.

Non eravamo gli unici in spiaggia ad aver preferito evitare il bagno, soprattutto perché i surfisti, che sembravano aver monopolizzato il mare, potevano rischiare di andare a scontrarsi inavvertitamente, spinti dalle onde, contro qualcuno, e rappresentavano pertanto un pericolo. Tra loro c'era anche mamma, aveva acquistato un surf fin dal primo giorno proprio in attesa di un mare mosso come quello. A vedere dai suoi movimenti sgraziati e dalle continue cadute a ogni onda, però, potevo solo essere rassicurata del fatto che non fossimo andati veramente alle Hawaii...

Il motivo invece, per cui Padma avesse scelto proprio quel luogo per quella nuova lezione, non mi era ancora del tutto chiaro. Quel giorno, infatti, ci aveva chiamati a raccolta per insegnarci un nuovo cebrim, che aveva chiamato Jutnos. Perché, poi, scegliere proprio quel momento in cui ancora stavamo realizzando di aver finalmente visto di persona R.R.R., e di essercelo lasciato scivolare via tra le dita come acqua versata su una mano aperta? Per di più mi sentivo ancora inquieta, complici le canzoni agitanti che Will continuava a suonare ogni singola notte, segno che non era della protesta catalana che voleva avvertirmi.

Nonostante ciò, dovevo riconoscere che il mare prima di una tempesta dal molo era uno spettacolo davvero elettrizzante: gli spruzzi d'acqua che di frequente si creavano dall'impatto delle onde sulle rocce ci inumidivano parzialmente, creando ogni volta repentine scariche di brividi che attraversavano tutto il corpo, vitalizzando l'intero organismo; il movimento ondulatorio della superficie cerulea dell'acqua conferiva all'intero ambiente un aspetto inquieto e titubante, anche se forse ero solo io che, provando quelle emozioni, le vedevo riflesse in ciò che mi circondava; le nubi grigie, a tratti più scure e a tratti più chiare, osteggiate dalla luce che, dietro di esse, tentava di farsi largo, non erano le più drammatiche che avessi visto in vita mia, segno che non preannunciavano - per fortuna - una tempesta particolarmente potente, eppure mi preoccupava comunque la sola idea che avrebbero potuto riversarsi sotto forma di pioggia su di noi. Certo, la pioggia non mi spaventava più come un tempo, però... preferivo ugualmente evitarla il più possibile.

CEREBRUM ~ La figlia dell'ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora